Ewan Morrison Scambisti Fazi di Simone Cosimi

Scacciate dalla testa tutti i pregiudizi che – volenti o nolenti – avete associato al pruriginoso universo dello scambismo. Reset. Via. Pulizia. Scambisti è uno scatenato quadro di Escher tradotto in parole umide e acuminate. L’analisi profonda, ma condotta con una prosa puntuta, delle dinamiche psicosociali che regolano la vita di Alice e David. Scambisti per dovere. O per volere?

Prima di tutto l’ambientazione. Glasgow è perfetta: fuori dagli schemi, dalle solite metropoli radical-chic, dai luoghi comuni. West End: il quartiere dell’alta borghesia. Quello dei suv che sfrecciano. Delle case costosissime. Dei giardinetti con vialetti e dei parchi privati. David e Alice ci arrivano dopo due dolorosi e contraddittori percorsi di vita dipinti con dovizia, credibilità e grande attenzione agli sviluppi della storia. Lui è responsabile delle risorse umane in un canale televisivo locale risucchiato da una multinazionale. Perde il posto. Ma riesce a difendere quello della compagna, Alice: redattrice per la stessa emittente. Con un passato/presente da artista fallita che non riesce a inghiottire. Lei viene da una vita errante, da mille uomini, una madre che l’ha fatta soffrire e mille esperienze. Lui è impotente. Glielo ha detto subito, la prima sera che si sono conosciuti.

Lo scambismo è al contempo la molla e l’oggetto dell’analisi. E questo garantisce al romanzo dello scozzese Morrison la necessaria tara di onestà intellettuale di cui ha abbisogna un lavoro del genere per salvarsi dall’accusa di furbizia commerciale. Alice e David finiscono nel tritacarne degli incontri di coppia per salvare sé stessi, il proprio rapporto. Tentando di indagare i motivi dell’impotenza di David, tutto sommato falso problema che funziona da miccia e combustibile per l’innesco. Oltre che – ottimo anche se un po’ trito artificio narrativo – per indagare: Alice ha proposto alla sua emittente un programma intitolato proprio Scambisti. Programma nel romanzo.

Ne esce un testo potente e compatto, senza una virgola in eccesso. Che non può non mettere a frutto i passi sessuali – forse, a conti fatti, i meno stuzzicanti. Ma che ha il pregio di proporre un principio di analisi originale di quei fenomeni contemporanei che ai nauseabondi benpensanti paiono nequizie da rimuovere e che invece, spesso, costituiscono “comunità di recupero”, riserve indiane nelle storture della nostra modernità. Articolo del  31/03/2008 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati