|
Il libro è uscito l’anno scorso in Gran Bretagna con il titolo di “Open Up And Bleed”, ad opera di Paul Trynka, giornalista musicale della rivista Mojo, collaboratore di altre testate importanti fra cui The Guardian e The Independent, nonché amico personale dell’Iguana di Detroit. Adesso il testo è stato tradotto in italiano per conto delle Edizioni Arcana e sul piano editoriale colma un vuoto di dieci anni, tanto il tempo trascorso da “Rock And Roll Soldier”, la biografia di Iggy Pop pubblicata da Castelvecchi. Il libro parte da lontano, dai giorni di Ann Arbour, un sobborgo di Detroit, dove James Newell Osterberg (questo il vero nome dell’Iguana) viveva in un campo di roulotte insieme ai suoi genitori. Vengono ripercorsi i tempi del liceo, dove Jimmy viene ricordato come una ragazzo “super intelligente”, ma un po’ matto, capace di parlare con tutti, bulli e figli di papà, in grado di tenere testa a tutti, là dove ce ne fosse stato bisogno. A quei tempi Jim era anche un leader studentesco, ma fu l’amore sconsiderato per la musica, in particolare per la batteria, a fargli cambiare strada. Diventò il batterista degli Iguanas, un gruppo di rock and roll primitivo, molto basico ed essenziale, che gli valse il nomignolo di “Iggy”. Con il passare del tempo Iggy cominciò a indagare il blues, sia dalle parti di Chicago che in città, a Detroit. Fu allora che scelse di entrare a far parte dei Prime Movers, un gruppo di rhythm & blues decisamente più conosciuto ed importante. Ma lui voleva qualcosa di più, qualcosa che fosse davvero originale, davvero suo, una sorta di “blues bianco” di ambientazione urbana, che fosse in grado di riprodurre il suono e la pesantezza dell’impatto industriale su Detroit. Fu allora che conobbe i fratelli Ron e Scott Asheton, i futuri Dum Dum Boys, e Dave Alexander, con i quali formò il nucleo orginario degli Stooges. Da questo momento in poi il libro illustra con dovizia di particolari i primi passi della band, l’approccio psichedelico e il rumore metallico degli esordi, davanti a spettatori spaventati ed attoniti. Sul palco Iggy era tanto provocatorio ed aggressivo quanto imprevedibile e folle. Sembrava uno sciamano invasato di musica, perennemente “in trance”, impegnato solo a seguire gli esiti di quel suono, che aveva voluto, che aveva creato, che aveva in mente da tempo. Vengono descritti i successi e gli eccessi degli Stooges, l’incontro di Iggy con il sesso, vissuto con qualche timidezza prima, con grande scelleratezza poi. Si racconta inoltre delle predilezione di Iggy per gli acidi e per la droga pesante fino al lungo calvario determinato dalla sua dipendenza dall’eroina, una delle cause che mise fine alla parabola degli Stooges che durò solo quattro anni dal 1969 al 1973. Il testo racconta anche del ricovero di Iggy in una clinica psichiatrica e di come il solo Bowie, conosciuto ai tempi dell’incisione di “Raw Power”, fosse stato l’unico ad andarlo a trovare, ad incoraggiarlo, a creare in lui quei presupposti per un nuovo inizio. Ed ecco nel 1976 la rinascita, la carriera solista come Iggy Pop, due dischi prodotti dall’amico Bowie, e poi via lungo sentieri impervi che non hanno mai la stessa direzione, dalla new wave di “New Values” all’elettronica di “Zombie Birdhouse”, fino ad arrivare all’heavy metal di “Instinct” e ad un album capolavoro come “American Caesar” di certo il disco più maturo di tutta la produzione solista dell’Iguana. Il libro è corredato dalla discografia completa dell’artista e da tutta una serie di immagini che accompagnano i vari momenti della sua vita, compresa la relazione con Suchi, la ragazza di Tokyo con cui Iggy è stato sposato per oltre dieci anni. Mentre la carriera di Iggy ancora continua, il testo si ferma al momento del trasferimento di Iggy da New York a Miami, in Florida e alla pubblicazione di “Skull Ring” nel 2003, il disco che anticipa la reunion con i fratelli Asheton degli Stooges, che verrà completata più tardi con “The Weirdness” del 2007, citato solo nella discografia. Un testo ricco di informazioni e di dettagli che vi permetterà di scoprire vizi privati e pubbliche virtù dell’Uomo di Detroit, il più grande Rettile della storia del rock and roll, e non ancora in estinzione!!!!
Articolo del
09/06/2008 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|