|
C’è Morgana, la star. Roberta e Luana, due facce di un'inedita Doctor Jeckyll tutta al femminile, la mattina studentessa e il pomeriggio pruriginosa camgirl. E poi ancora la casalinga Ophelia. E Maliziosa Chanel con compagno (partecipante) annesso. Sembra un'armata felliniana d'altri tempi, solo rieditata nel nuovo millennio. Non è altro, invece, che l'avanguardia del nuovo sesso, quello che d’altronde le società liquide si meritano e si ritagliano su misura: il personal porno.
Federico Ferrazza, giornalista che scrive di scienza e tecnologia su «L’espresso», sul «Sole 24 Ore» e sul «Venerdì di Repubblica», trattiene il respiro e si immerge nel pieno dell’alta marea montante dell'arcipelago erotico e pornografico internettiano. Lo fa andando a ficcare il naso, con approccio impeccabile e continuamente ligio a preservare l'accessibilità anche al lettore meno avvezzo a certi gerghi e a certi luoghi virtuali, in ogni minuto meandro della faccenda. In un crescendo continuo, che dalla disamina attenta e tecnicissima dell'inedito e redditizio mestiere di camgirl – con cui tante vostre figlie e nipoti si pagano l'università e la macchina nuova – arriva fino agli aspetti pesanti e sonanti del vecchio mercato pornografico catapultato nella crisi dal porno 2.0, Ferrazza seziona con certosina accuratezza ogni implicazione, necessità e potenziale sviluppo delle nuove modalità con cui provare sensazioni su internet.
Ne emergono almeno tre punti esiziali. Il primo è la comprensione che, anche grazie a un'analisi di questo tipo, nella nuova pornografia online sta accadendo esattamente quanto avviene in ogni altro ambito "ricreativo" grazie alla rete: Ugc, user generated content, dicono gli anglosassoni e gli espertoni. Con parole nostre: partecipazione e condivisione di contenuti realizzati in piena autonomia. Il secondo è che lo sfruttamento economico di questo genere di contenuti è ormai anni luce dal mero dilettantismo: stanno crescendo e pascendo piccoli imperi – dal mondo virtuale Red light center a You porn e compari fino all'oggettistica tecnologica di alto livello, vedi alla voce iPorn – che hanno il pregio di non tener fuori nessuno, nemmeno la venticinquenne che vende biancheria intima per 40 euro a pezzo e chiede 3 euro al minuto per uno strip davanti al computer. Racimolandone anche 2 o 3mila, alla fine del mese grazie alla sinergia col portale Ragazzeinvendita.com. E soprattutto facendosi pietra angolare dell'intero discorso. Terzo: esattamente come nel mondo delle major discografiche e cinematografiche, anche i colossi dell'old porn stentano ad architettare contromisure bilanciate ed efficaci per contenere le mastodontiche perdite che fanno segnare senza sosta. Qualcuno si muove (timidamente), altri vivacchiano con i diritti dei vecchi film, altri ancora schiamazzano senza comprendere. Intanto il mercato dei dvd crolla e la Rete comanda flussi e incassi con l'interattività e la prospettiva (abominevole?) di poter un giorno trasmettere sensazioni nervose da incanalare e godere tramite appositi terminali, oltre che immagini statiche e in movimento.
«Quando l’esperienza dell’utente sarà arricchita dal senso del tatto e sarà quindi possibile stimolare una persona a distanza ci si potrà davvero immergere in un mondo virtuale» Brian Schuster – Amministratore delegato Utherverse/Red light center
[popimmersion.blogspot.com]
Articolo del
18/07/2008 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|