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John Cavanagh
The Piper At The Gates Of Dawn - Pink Floyd
2008
No Reply - collana "Tracks"
di
Giancarlo De Chirico
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Su questo libretto agile, sintetico, ma ricco di informazioni di prima mano e di notizie molto interessanti, John Cavanagh - ben tradotto da Luca Ferrari - ci racconta la genesi di “The Piper At The Gates Of Dawn”, lo storico disco dei Pink Floyd, pubblicato in Inghilterra nel 1967, un debut album che cambiò il nostro modo di ascoltare musica, che ampliò gli orizzonti musicali di quanti, allora giovanissimi, cominciarono a sentir parlare di psichedelia e di sperimentazione. Come non ricordare che un brano fantastico, innovativo e debordante come “Astronomy Domine” era il brano d’apertura del primo lato di quel disco? Ebbene nacque tutta dalla fantasia geniale di Syd Barrett che si portava sempre dietro un manuale di studio sui pianeti, ricco di spunti che venivano poi tradotti in musica dalla sua Telecaster. I Pink Floyd rappresentavano allora il vero underground per i giovani inglesi che davano poca importanza alle suggestioni hippy d’oltre Oceano. Erano solo un fenomeno di moda, era tutta roba finta, e i fatti poi dimostrarono che avevano ragione. Sul disco ci sono tante allusioni e tanti brani dedicati all’amore per la natura e per lo spazio, ma non certo a quell’amore fatto di svenevoli effusioni cantato dalle pop songs dell’epoca. Anche su questo i Pink Floyd erano orgogliosi della loro diversità. Il libro racconta inoltre di quando Paul McCartney dei Beatles, anche loro sotto contratto con la EMI come i Pink Floyd, si introdusse per caso in sala di incisione in una fase della registrazione di “The Piper At the Gates Of Dawn” e confessò ad un amico che quanto aveva appena ascoltato “era uno schianto!”. Forse la sintesi vera del contenuto del libro e delle motivazioni prime di Syd Barrett e soci è contenuta su alcuni versi di “Take Up Thy Stethoscope And Walk” che recitano: “Music seems to help the pain / Seems to motivate the brain”. Quando il disco uscì, nell’agosto del lontano 1967, passò quasi inosservato e non finì in classifica, se non in posizioni ben distanti dalla vetta. Venne comunque distribuito anche in Europa e piano piano la popolarità dei Pink Floyd e del rock underground si diffuse con gli esiti che sapete per tutto il Pianeta.
Articolo del
06/08/2008 -
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