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Giornalista musicale americano, di estrazione punk e new wave, Peter Fruit è uno che ne ha viste e sentite tante nel rock and roll! Era la persona adatta per un viaggio a Londra alla ricerca di Amy Winehouse, la diva del momento, la donna di cui più si parla, e sulla quale ha scritto un testo in cui biografia, racconto ed annotazioni personali si intrecciano amabilmente, rendendo oltre modo piacevole la lettura.
“Non sono del tutto o.k., ma credo che nessuna donna lo sia”, è proprio questo il biglietto da visita di Amy Winehouse, venticinque anni, figlia di genitori separati, dai quali ha ereditato l’amore per la musica, grazie all’ascolto furtivo dei loro dischi, dagli album di Frank Sinatra e Dinah Washington, a quelli di Ella Fitzgerald. Nel Regno Unito sono ben poche le donne entrate nella storia, forse la regina Elisabetta II, Margaret Thatcher e Lady Diana, ma adesso però è lei, Amy Winehouse, una delle donne più discusse, ma anche più amate, sul territorio nazionale. Peter Fruit assiste ad un concerto di Amy in un night club londinese e rimane affascinato dalla atmosfera in stile anni trenta in cui si svolge la serata e dal fascino, unito alla presenza scenica, di Amy, con quei suoi capelli neri cotonati che la fanno sembrare più alta e la rendono simile ad un personaggio perfettamente a metà fra Cleopatra e una delle Supremes!!! Amy ha uno sguardo duro, niente affatto innocente, è una che non ride mai. Chiede di incontrarla, la segue a Southgate, un quartiere a Nord di Londra dove lei vive, e comincia a conoscerla da vicino. La musica, i dischi dei genitori, sono stati per lei un rifugio, da sempre, fin da quando era bambina. A dodici anni d’età partecipa ad una trasmissione tv con la sua classe e scopre di sentirsi a suo agio sul palco. Frequenta allora una scuola di teatro, ma viene cacciata a causa del suo carattere ribelle. Di notte a casa imita i dischi che ascolta, e comincia a cantare. Adora il mondo dello spettacolo, vorrebbe diventare una giornalista dello show biz, ma in realtà è la Musica la cosa che ama di più. “E’ l’unica cosa dignitosa della mia vita” confesserà più tardi. Qualche anno dopo un suo demotape finisce fra le mani di Nick Godwin, manager A&R (Artist and Repertoire). Si comincia a parlare di lei, se ne intravedono potenzialità e competenze. E’ comunque decisivo l’incontro con Simon Fuller, che era stato il produttore delle Spice Girls e che comincia ad occuparsi di lei dopo averne intuito le enormi possibilità ed il talento. Infatti nel suo libro Peter Fruit sostiene che Amy sia “un personaggio costruito al 70 per 100” e che è stata gettata come in un vortice all’interno della scena musicale internazionale , la stessa che ha distrutto Joss Stone e che ha costretto Norah Jones a fare del cinema. Gli innumerevoli alti e bassi della carriera artistica, sempre strettamente legata alla sua esistenza personale, sono la chiave del titolo di “Su e giù con Amy Winehouse”, dove si parla anche delle classifiche di vendita dei dischi e della sua improvvisa notorietà. Nell’ottobre del 2003 Amy Winehouse pubblica “Frank”, il suo debut album, ma è solo una ragazzina capricciosa e perennemente imbronciata, al suo esordio, non certo la femme fatale del successivo “Back To Black”, del 2006. Amy è felice soltanto sul palco, per il resto odia tutti, e quando si sente troppo sola, comincia a bere. “Se non ti aiuti da sola, nessuno ti aiuta” sostiene Amy, che “muore cento volte”, anche a causa del rapporto d’amore drammatico e straziante che la lega a Blake, l’uomo che ha sposato e con cui litiga spesso e volentieri. I due si lasciano e si riprendono mille volte. “Sono meglio nei dischi che nella vita reale” confessa Amy ed in effetti sarete tutti al corrente dei suoi problemi con la droga, dei suoi arresti, dei tour annullati. Amy sa anche essere amabilmente provocatoria, fino al punto che una volta si addormenta durante un’intervista. Ciò nonostante vince ben cinque Grammy nel 2008 e conquista la copertina di “Vogue”.
Adesso in Inghilterra si parla così tanto di Amy Winehouse che è diventata la cartina di tornasole per tutto ciò che è giusto e per tutto quello che non lo è. E’ proprio vero quel che dice Peter Fruit all’interno di questo libro davvero interessante: “Se Amy ti sfiora, non ti molla più!”
Articolo del
26/09/2008 -
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