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Ne abbiamo parlato e discusso in tutte le salse. Berlin è l’album cui Lou Reed è più legato. Il disco per il quale si sentì tradito dai suoi presunti fan (scoraggiati dall’assenza di hit come “Walk On The Wild Side” e “Perfect Day”) e dalla critica, che all’epoca dell’uscita fece a pezzi il songwriter newyorkese e la sua intima e dolorosa storia in musica e parole. Fu un colpo tremendo, che riassorbì solo dopo lunghi anni, fatti di ripicche nei confronti della casa discografica e di profonde discese negli inferi delle droghe e degli eccessi più disparati e disperati. Ne venne fuori con altri capolavori, e con le unghie e con i denti come solo i più grandi. Ma questo di Berlin è sempre stato un sassolino che bisognava tirar fuori dalle scarpe.
“Sono molto dispiaciuto di non poter essere presente all’esordio del mio amatissimo film Berlin. Circostanze personali l’hanno reso impossibile. Vorrei però poter ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di un sogno che ebbe inizio una trentina di anni fa e giunge al suo apice stasera con la visione di gelosia e splendore che ho immaginato così tanti anni fa” così parlò Lou Reed in occasione della prima mondiale del film Berlin durante il Festival di Venezia del 2007. Più di anno dopo, arriva negli scaffali il dvd di questa opera per chiudere finalmente il cerchio di “questa riflessione di un Otello di strada” (descrizione dello stesso Reed). Come già detto, di questo progetto ne abbiamo già parlato in abbondanza (recensendo il cd live e i concerti del tour) e in questa sede, prima di concentrarci sui contenuti del film e del dvd, può bastare ricordare che in tutti questi anni si è sempre parlato dell’idea di realizzare uno spettacolo teatrale basato su Berlin. Possibilità accontonata poi in favore un lavoro ibrido: da una parte concerto nella concezione più classica e rock del termine (salvo la presenza sul palco di orchestra e voci bianche) e dall’altra proiezione, alle spalle dei musicisti, di un cortometraggio con attori professionisti, ispirato ai testi dell’album del ’73. A raccogliere tale progetto e a metterlo su pellicola è Julian Schnabel (affermato regista di “Prima che sia notte” e “Lo scafandro e la farfalla”), il quale ha filmato le due date di esordio dello spettacolo realizzate a New York nel dicembre 2006. Il risultato finale è più che buono, senza eccellere particolarmente nella ricerca infinita di equilibrio tra le atmosfere del cortometraggio e la rappresentazione dei musicisti durante l’esecuzione dei brani (i quali a loro volta sembrano eccessivamente legati, e poco sciolti e dinamici come invece erano apparsi durante le tappe del tour italiano l’anno dopo). Lou Reed non è (più) un animale da palscoscenico, e qui Schnabel dimostra una grande maestria nel riuscire ad immortalare le espressioni dello scavato e duro viso del cantante, impegnato nella sincera recitazione dei suoi sofferti testi. Scelta che però si ritorce contro durante “Sweet Jane” nei titoli di coda, che mostrano un Reed più che annoiato nell’ennesima riproposizione del suo brano più noto, andando così a rovinare leggermente l’atmosfera creatasi (e non intaccata dagli altri due brani extra, Candy Says, duettata con Antony, e Rock Minuet, che nonostante siano slegati dal contesto riescono efficacemente a rimpolpare la set list). Per concludere, la confezione del dvd è decisamente scarna, così come il contenuto di extra che nell’edizione italiana sono completamente assenti (mentre all’estero, per quanto miseri, sono presenti quantomeno i trailer, una galleria fotografica e un’intervista a Lou Reed). Infine i sottotitoli con i testi delle canzoni sono solo in inglese, non favorendo così a tutti la comprensione della storia narrata. Resta in ogni caso un documento prezioso e ben fatto (e decisamente più consigliato rispetto alla controparte sonora pubblicata recentemente dalla Matador Records), testimonianza di un lavoro che finalmente, dopo trent’anni, trova la giusta e meritata gloria.
Articolo del
01/12/2008 -
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