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Ci sono gruppi che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del Rock non solo per la musica prodotta ma per i simboli lasciati sul campo che tracciano un periodo ben definito e caratterizzato da avvenimenti che hanno veramente cambiato la vita delle persone nei fatti. Questo discorso vale in particolare per i Clash, protagonisti dell’Inghilterra alle prese con una profonda ristrutturazione nella società e una ridefinizione dei rapporti sociali, alle prese con una disoccupazione crescente, con profonde divisioni economiche e un preoccupante rigurgito di fenomeni di razzismo. In mezzo a queste problematiche alla metà degli anni ’70 si inserì musicalmente la nascita del Punk e i Clash degli inizi ne furono pienamente protagonisti. Per raccontarlo in prima persona hanno deciso di fare la loro cronistoria con la pubblicazione di questo “artbook” che prende semplicemente il titolo “The Clash” perché scritto direttamente dai protagonisti Jones, Simonon e Headon con la partecipazione postuma del compianto Joe Strummer, forse la vera anima della band. Per gli appassionati di tutto quello che circonda la vita di una gruppo rock, il libro propone quelle curiosità care agli addetti ai lavori ma merce rara per i fans: scalette dei concerti, locandine originali delle serate, appunti dei musicisti e ritagli dei giornali e delle fanzine musicali dell’epoca, anche se sono le bellissime foto a tutta pagina a farla da padrone. Come dicevamo il libro è strutturato in sequenza temporale con una introduzione che racconta però l’inizio della fine con la definitiva uscita di Topper Headon nel 1982 e quella di Mick Jones dell’anno seguente; furono quindi una band compatta per solo sei anni, ma bastarono per lasciare il segno. Per gli amanti delle biografie ecco a seguire in originale l’abstract fatto da ogni componente della band come introduzione al resoconto dettagliato della propria storia. Joe Strummer:“I called myself Joe Strummer because I can only play all six strings at once once, or none at all” Mick Jones:“I decided that I’d go to art school in order to meet other musicians and get a grant so I could buy some equipment” Paul Simonon:“I wanted to be Pete Townshend, the bloke who throws his arms around and jumps up and down” Topper Headon:“Drumming became my first addiction. I’d play for eight hours a day” E’ con gli avvenimenti del 1976 che parte la vera e propria avventura musicale dei Clash. La disco e gli Abba sono al top delle classifiche ma in alcune cantine e pub di Londra sta nascendo un nuovo fenomeno musicale e Kings Road è la vera protagonista delle nuove tendenze della moda e della musica dal vivo. Nel mese di luglio in un piccolo locale di Sheffield i Clash fanno il loro ufficiale debutto come supporter dei Sex Pistols. Attraverso un dialogo diretto, una specie di autointervista a più voci il libro fa rivivere gli inizi della band, la nascita delle prime canzoni e l’emozione del debutto live sulla scena musicale british. L’interesse attorno al gruppo cresce e lo testimonia un articolo apparso sul “Sounds” magazine dal titolo“La prima band capace veramente di spaventare i Sex Pistols”. Da qui si parte attraverso il lungo viaggio dei tour, con il resoconto delle singole date e le impressioni e i ricordi si mescolano con le vite dei protagonisti, con gli avvenimenti storici e gli incontri con altri artisti della scena musicale londinese e britannica. I Clash sono ancora un fenomeno locale ma tutto lascia prevedere che il gran salto è molto vicino. Il primo vero banco di prova è l’”Anarchy in the UK Tour” del dicembre ’76 dove la band si esibisce con i Johnny Thunders Heart Breakers, The Damned e Sex Pistols, a dire il vero un esordio molto travagliato con una lunga serie di date cancellate. Ma il 27 gennaio del 1977 arriva la svolta, benchè all’inizio fossero stati presi accordi con la Polydor, la band si trova letteralmente trasbordata da un momento all’altro nella sede di Soho della CBS per la firma del contratto con la Columbia Records davanti al boss Maurice Oberstein e da quell’episodio scaturisce il polemico titolo della fanzine “Sniffin’Glue”: il Punk rock è morto il giorno in cui i Clash hanno firmato con la Columbia. Il racconto prosegue in maniera abbastanza omogenea alternando le fasi della loro carriera con le uscite dei dischi (singoli, b-side ed LP) corredate di bozze/copertine/disegni/articoli e foto inedite seguite dai tour promozionali con relativi luoghi, date e scalette dei brani suonati e la sequenza è rigorosamente storica quasi bibliografica per la precisione dei dettagli con tanto di note a piè pagina, una vera tesi universitaria sui Clash fatta però dagli stessi protagonisti ma fortunatamente non auto celebrativa. Il 1979 è invece l‘anno della consacrazione per la band, che dopo centinaia di concerti in giro per il vecchio continente e gli Stati Uniti fa uscire London Calling un album doppio che riesce con forti pressioni sulla casa discografica a far vendere al prezzo di uno. Il disco entra direttamente al n.9 in classifica in Inghilterra e al n.27 negli U.S.A., inoltre nel 1980 viene votato Best Album del ‘79 dalla rivista musicaleRolling Stone. E’ il periodo migliore dal punto di vista creativo per la band che ormai ha quasi definitivamente abbandonato le influenze punk per la ricerca di suoni alternativi, sempre rock’n’roll ma che risentono decisamente del periodo trascorso in America. Pochi si sarebbero aspettati la scelta di fare uscire un doppio Lp che avesse poi un così forte successo, ma nessuno immaginava che solo un anno dopo il 12 dicembre 1980, i Clash avessero in mente di alzare la posta addirittura producendo Sandinista un triplo Lp sempre al prezzo di un singolo, ben sei facciate di pura contaminazione musicale, lasciando tutti stupiti. Se per Joe Strummer la motivazione principale è stata ideale, cioè un tentativo di coprire tutte le sfere esistenziali e le esperienze vissute durante i viaggi, per Paul Simonon è la summa delle preferenze musicali di ognuno all’interno della band; ma la dichiarazione più concreta è di Mick Jones: “Ho sempre pensato ad un disco per chi vive su una piattaforma petrolifera o in una stazione al circolo Polare e non può certo andare spesso in un negozio a comprare dei dischi (ndr - internet ancora non c’era). Quindi ho dato loro qualcosa da ascoltare che racchiudesse tutti i possibili stili musicali, come un bel gran libro”. Più chiaro di così! Le vicende successive sono segnate da rapporti sempre più complessi con la casa discografica non certo a proprio agio con le scelte economiche e di marketing fatte in particolar modo con l’uscita dell’ultimo disco triplo, ma anche con i produttori e all’interno della band qualche incomprensione comincia ad affiorare, specialmente nei comportamenti poco affidabili tenuti dal batterista Topper Headon. Il 1982 è l’anno di uscita di Combat Rock, forse Lp di maggior successo planetario in fatto di vendite, trainato dalla forza radiofonica del loro singolo di maggior successo”Rock the Casbah”. Con la fama al top la band aveva partecipato negli U.S.A. come supporter al tour negli stadi degli Who ed era stata invitata nel maggio del 1983 come headline ad un festival in California organizzato da Steve Jobs, il guru della Apple e celebrato come la “Woodstock per la Computer Generation”, ma c’era nell’aria la sensazione che qualcosa stava per disgregarsi e fu l’inizio della fine.
Ndr. Il libro viene venduto in Italia al prezzo di catalogo di 52 Euro, ma al momento il cambio effettivo con la Sterlina è quasi alla pari, quindi chi capita a Londra o ha un amico che ci va, può trovarlo in originale al prezzo di 30 sterline nelle librerie e addirittura a 18 sterline in offerta nella sezione libri del negozio della HMV di Oxford Street.
Articolo del
17/01/2009 -
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