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“Ti uccido”: una voce roca e spaventosa al telefono, e la vita del protagonista di “Un ingannevole dubbio”, nuovo romanzo di Luca Francioso (www.lucafrancioso.com), chitarrista-scrittore calabrese, ma padovano d’adozione, precipita in un baratro senza fondo. Un breve thriller (92 pagine, 10 €), edito dalla patavina Tracciati (www.tracciati.eu), che si fa leggere con piacere.
Nella vicenda del protagonista senza nome (e che quindi potrebbe essere chiunque di noi) l’ipotesi che un serial killer è seriamente destabilizzante. Licenziato in mattinata dal suo studio legale per scarsa efficienza, con un matrimonio in pezzi, una moglie separata che vuole il divorzio e si farà tutelare dall’ex datore di lavoro, e un amante che si sente trascurata, nella mente del Nostro si rompe qualcosa: chiama l’assassino “il Diavolo”, non riesce a farsi aiutare dalla polizia, si ferisce piuttosto seriamente da solo. Ed è solo l’inizio. Come per tutti i thriller, non si può raccontarne i particolari, ma i pezzi del puzzle che si presenta al lettore, che si addentra nella vicenda guidato dalla voce narrante del protagonista, tranne per il prologo e per l’epilogo, alla fine si compongono perfettamente. Tante sono le suggestioni presenti nel romanzo: Dostoevskij (“Delitto e castigo”, “I fratelli Karamazov”), Hitchcock, Omero (l’amante si chiama Hélène), la tragedia greca. E un forte senso religioso. In fondo, nella vicenda di quest’uomo che sta perdendo tutto, scivola sempre più in un baratro senza fondo e vede nemici (il Diavolo) in tutti e dovunque, quello che manca è proprio Dio. Non a caso, fin dall’inizio del romanzo il Nostro si chiude in casa, nel buio più assoluto, osserva il mondo esterno dallo spioncino, col risultato di vederne soltanto dettagli deformanti, rifiuta l’aiuto di chiunque.
Solitudine, tenebre, mancanza di una visione d’insieme, di una comunanza di vita e di affetti con altre persone: la vicenda di “Un ingannevole dubbio” si presenta a doppia lettura, pur essendo autosufficiente nella sua natura di thriller, e punta un dito accusatorio sui nostri tran tran quotidiani. E poi, il dubbio e l’inganno non sono opera del Demonio? Una buona prova. Uno scrittore in crescita.
Articolo del
16/03/2009 -
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