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Esistono i libri di Storia. E poi esistono i libri di storie. “1969. Tutto in un anno” di Paolo Conti appartiene a questa seconda categoria. E sceglie di ricostruire quell’anno fatidico, nel suo quarantennale, con dodici storie, dodici flash – uno per mese – che ricostruiscono un fenomeno dell’anno, una tendenza profonda.
Gennaio accende le luci sul calare definitivo della cortina di ferro sulla Primavera di Praga, scempiata l’anno precedente dall’invasione delle truppe “amiche” del patto di Varsavia: la storia da cui partire è quella del suicidio, a mo’ di bonzo, dello studente Ian Palach, benzina e fuoco. Doveva essere il primo di una lunga serie finché i sovietici e i loro compari non se ne fossero andati. All’epoca non si seppe molto altro. E invece... Febbraio si incentra sulla protesta studentesca in Italia, con interessanti confronti con quel che stava accadendo altrove, ad esempio in Giappone (e c’è da sgranare gli occhi). Marzo è straziante: dedicato al caso del povero Ermanno Lavorini, tredicenne rapito e ucciso, per cui fu chiesto un riscatto. Non fu l’unica vittima: partì una caccia al mostro che accusava gli omosessuali della sua Viareggio – con una confusione impressionante (ma quanto siamo sempre stati provincia, in Italia?) tra omosessuali e pedofili, due cose che non c’azzeccano per nulla (come paragonare una persona cui piacciono gli spaghetti e un fucile: appunto, non c’entrano niente) e ci fu anche chi morì per la vergogna dell’outing forzato o per il peso di un’accusa infamante e ingiusta. Aprile: lo sapevate che in Italia ci fu un’impressionante rivolta carceraria? Maggio: il cinema, tra Polanski, Woody Allen, il “Satyricon” di Fellini e quello di Polidoro, “Medea” e “Porcile” di Pasolini. Giugno: facciamoci del male. Leggiamo un attimo che musica italiana dominava le classifiche nostrane, compariamola con quello che succedeva all’estero, linkiamola al fatto che “Pensando a te” di Al Bano, “Lisa dagli occhi blu” di Mario Tessuto, “L’altalena dell’amore” di Orietta Berti, successoni estivi, furono l’espressione musicale del proletariato italiano: e poi pensiamo che questi volevano fare la rivoluzione, ah ah ah. Luglio: l’uomo scende sulla Luna. Gustosissima la ricostruzione della telecronaca Rai dell’evento, con i giornalisti che litigano quasi sul momento dell’allunaggio. Agosto: da Woodstock partono una breve rassegna della musica che c’era allora all’estero e una breve comparazione con l’Italia. Sob. Settembre: l’Autunno Caldo, ovvero la clamorosa e serratissima lotta sindacale che diventò leggenda. Ottobre: la situazione letteraria in Italia. E anche qui c’è da ridere, per non piangere. Novembre è dedicato al divorzio, con la legge approvata dopo anni di discussioni, le polemiche, le restrizioni, la contrarietà del Pci. Dicembre: la strage di Piazza Fontana, le ombre lunghe su Calabresi. Ingiuste? Ancora è un mistero.
Intanto Conti ci ricorda qualche notizia sorprendente sepolta dal tempo. In modo sempre piacevole e accattivante, a tratti appassionante, Conti compone un affresco di una nazione sospesa tra modernità (i mezzi tecnici, il prestigio estero dei cineasti) e Strapaese (la mentalità, le condizioni carcerarie e lavorative, la musica, la letteratura), che è un’istruttiva lezione da meditare per l’oggi. Forse non siamo tornati indietro rispetto a un tempo. Semplicemente non ci siamo mossi di molto, mentre gli altri, beh, gli altri filano. E chi li vede più?
Articolo del
22/06/2009 -
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