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Di sicuro queste operazioni editoriali sui cosiddetti “mostri sacri” della musica rischiano di diventare un icona alla memoria di un passato che non può più rinascere e i Pink Floyd non sono l‘Araba fenice, anzi è ben certificata la fine della loro gloriosa storia per come la conosciamo e per ammissione diretta degli stessi membri della band. Forse anche l’autore del libro ne è consapevole da farne un titolo chiarificatore ”ECHOES - Storia completa dei Pink Floyd”. Merita comunque rispetto il lavoro fatto da un vero appassionato della prima ora, perché Glenn Povey è un grande studioso rock, amante soprattutto della musica degli anni ‘70, che ha dedicato la sua vita allo studio dei Pink Floyd, è stato fondatore di una fanzine dedicata alla band, “Brian Damage”, edita fra il 1985 e il 1993 e in seguito ha lavorato nell’industria musicale come impresario e promoter del Canterbury Fayre rock festival. Già nel 1997 pubblicò la prima parte delle sue ricerche in un libro, edito in una versione italiana sempre dalla Giunti nella collana “Bizarre” dal titolo “Pink Floyd - Un sogno in technicolor” scritto in collaborazione con Ian Russell che si focalizzava in particolare sulle esibizioni live dei Pink Floyd, dagli esordi underground della Londra psichedelica anni ‘60 ai mega show degli anni ‘70 e ‘80, per terminare con la discussa esibizione di Venezia sulla piattaforma galleggiante di fronte a Piazza San Marco. Lo scopo di “Echoes”, per Glenn Povey è “di offrire una rappresentazione ampia, minuziosa e illustrata della carriera professionale dei Pink Floyd nel suo insieme” e prova a fare luce sulla loro carriera dagli esordi faticosi nelle tournees affrontate per crearsi un seguito sino ad arrivare al successo planetario con l’uscita nei primi anni ’70 di ”The Dark Side Of The Moon” che in qualche modo fu l’inizio di una riduzione delle esibizioni live ma contemporaneamente ne accrebbe il ritorno commerciale. La separazione con Roger Waters, il ritorno sulle scene sotto l’ala di David Gilmour coincisero con la nuova vita dei Pink Floyd fatta di spettacoli faraonici nei luoghi più belli e inaccessibili al mondo, fino allo scioglimento definitivo del 1994, l’inizio delle carriere soliste per i due amici/nemici e un inaspettata “reunion” al Live 8 vissuta sempre da protagonisti ma considerata dallo stesso Povey il loro “canto del cigno”. Il lavoro di ricerca fatto per ricostruire tutte le fasi della loro vita è stato di grande utilità per lo scrittore perché lo ha obbligato a scovare le testimonianze nei meandri delle biblioteche e degli archivi di mezzo mondo e questo gli ha permesso di venire in possesso di particolari inediti, che in qualche modo alimentano il primo capitolo sul periodo pre Pink Floyd e l’ultimo sulle carriere artistiche dei singoli componenti della band che precede la discografia completa. Non vi sono interviste ai componenti della band e i fatti si concatenano sulla base dei documenti, delle fonti variegate e delle testimonianze scritte all’epoca che hanno inoltre permesso di rendere giustizia a molte inesattezze pubblicate nel tempo e quindi di dare il giusto equilibrio al quadro storico. La sequenza del racconto diventa inevitabilmente temporale, le fasi storiche scandiscono i periodi di vita della band: 1962-1965 “Remember when you were young” è la fase adolescenziale, i primi passaggi dal vivo alle feste da ballo, le cantine, i pub; 1966-1967 “Streaming through the starlit skies” racconta con immagini dei ticket e delle locandine originali le prime serate da cartellone ufficiale come “Pink Floyd Sound” e poi definitivamente come “Pink Floyd”, la prima registrazione per la Emi di “The Piper At The Gates Of Dawn”, la prima partecipazione in TV a “Top Of The Pops” e il tour con Jimi Hendrix; 1968-1969 “Set the controls for the heart of the sun” si apre con una foto della formazione a cinque con Syd Barrett che si esibirà per l’ultima volta con la band il 20 novembre 1968 a Hastings, è un periodo intenso per il susseguirsi di sedute di registrazione e date live, un tour europeo con diversi concerti annullati, in questi due anni escono “A Saucerful Of Secrets”, “More” e ”Ummagumma”; 1970-1971 “The sound of music in my ears” li introduce nel gotha del cinema d’autore con i brani dedicati alla colonna sonora di ”Zabriskie Point”, tour in Nord America, Europa e Giappone, escono ”Atom Heart Mother” e ”Meddle”; 1972-1973 “Playing different tunes” nella cucina di Nick Mason la band si riunisce e decide di comporre i nuovi brani che verranno poi proposti in gran parte nelle date del tour estivo, sono le basi per la nascita di ”The Dark Side Of The Moon”, nuovi tour in Nord America e Giappone e collaborazioni con il Roland Petit Ballet Show, esce anche ”Obscured By Clouds”; 1974-1975 “Running over the same old ground” periodo di consolidamento mondiale con un tour in Francia, in Inghilterra e in Nord America, esce ”Wish You Were Here”; 1976-1977 “A certain unease in the air” un anno di transizione senza live, l’uscita di ”Animals” e la partenza del nuovo mastodontico tour pieno di effetti scenici; 1978-1985 “The show must go on” il rischio della bancarotta per errate speculazioni finanziarie, i primi veri litigi, l’uscita dell’album ”The Wall” e il “Wall tour live”, l’addio di Roger Waters, esce ”The Final Cut”; 1986-1993 “A new machine” nonostante le minacce legali di Waters che aveva dato le dimissioni dai Pink Floyd con la clausola di “membro uscente” non si esaurisce la vena creativa del gruppo che pubblica “A Momentary Lapse Of Reason” a cui fa seguito un tour mondiale, escono inoltre ”Delicate Sound Of Thunder” e “The Division Bell”; 1994-2008 “The nights of wonder” ormai ogni idea diventa sperimentazione pura nell’uso delle nuove tecnologie e gli spettacoli raggiungono livelli sbalorditivi con “The Division Bell Tour”, in questo periodo esce il cd ”Pulse” e varie raccolte, tra cui ”Echoes – The Best of Pink Floyd”, “Is There Anybody Out There? The Wall Live: Pink Floyd 1980-1981” e l’album celebrativo per il 30° anniversario di "The Dark Side Of The Moon”, nella notte di sabato 2 luglio 2005, durante il Live 8 ad Hyde Park, la band suona assieme per l’ultima volta, il 7 luglio dell’anno successivo muore Syd Barrett e il 15 settembre del 2008 lo segue il tastierista Rick Wright. Si chiude un epoca. Sono rimasto un nostalgico, quindi mi emoziono ancora al solo pensiero di poter sfogliare un libro colmo di immagini e racconti, pagine scritte che trasudano sentimento e ricerca storica, la volontà di dare un qualcosa in più che il web o un notebook non hanno ancora la capacità di lasciare nel cuore.
Articolo del
18/01/2010 -
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