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“Il rock’n’roll mi salvato la vita”: quante volte abbiamo pronunciato questa frase? “Chissà cosa sarei stato”, eccetera, eccetera, sottintendendo con questo le più svariate possibilità: dall’avere avuto in sorte una sensibilità diversa, che alla luce di quel che siamo diventati ora come ora non ci piacerebbe, al fare un mestiere diverso – nel caso chi mi legga sia una rockstar o giù di lì. Beh: tutte cazzate. E la visione di questo dvd, che contiene il documentario di Vbs.tv prodotto da Spike Jonze e diretto da Eddy Moretti e Suroosh Alvi, nonché la lettura del libro intervista allegato, firmato da Andy Capper e Gabi Sifre, vi convincerà che ho ragione.
Perché “Heavy Metal in Baghdad”, la storia degli Acrassicauda, l’unica metal band irachena allo scoppio della seconda guerra del Golfo, rende reale nel modo più drammatico possibile il luogo comune con cui ho aperto questa recensione. Perché se non ci fosse stato il rock’n’roll, nella sua versione metal, questi quattro ragazzi iracheni, Firas, Tony, Marwan e Faisal, oggi non ci sarebbero. Sarebbero probabilmente morti accoppati da qualche demente di fondamentalista, o in uno scontro tra milizie, o tra truppe regolari o milizie, o nell’esplosione di qualche bomba. Invece sono vivi, suonano e, grazie a Dio, si sono trasferiti a New York, dove la vita sarà dura per un iracheno, ma pur sempre un paradiso rispetto a quell’inferno in Terra che è Baghdad oggi. Ma “Heavy Metal in Baghdad” non è tutto qui, per quanto il racconto di come Vbs.tv abbia influito concretamente nelle loro vite, perché i nostri erano una metal band, l’unica dell’Iraq, aiutandoli perfino a raggiungere la Turchia dalla Siria (dall’Iraq se ne erano già andati per conto loro, e Vbs.it non è così potente) e gli Usa dalla Turchia, sia già una cosa che valga la pena. Ma c’è qualcos’altro oltre alla possibile distruzione dei corpi che questo bel rockumentary mostra: quella dei sogni. La guerra, con il conseguente caos terroristico e fondamentalista in cui è sprofondato l’Iraq, ha distrutto proprio questo: le aspettative, le speranze, i desideri di un’intera generazione forse di un intero popolo. Saddam era una merda, certo (ed è un’ode all’insulsaggine demenziale del Potere il filmato pre-war che mostra i poveri Acrassicauda costretti a dedicare un pezzo metal al Duce iracheno – l’alternativa era il carcere): ma il presente iracheno è molto peggio, dato che si rischia di essere uccisi per indossare una maglietta degli Iron Maiden o per avere i capelli un pochettino più lunghi del normale. Così, quando gli Acrassicauda intonano la loro “Massacre”, ne hanno davvero tutti i diritti, ché loro i corpi sfondati, le madri che piangono, gli amici e i parenti morti li hanno visti davvero.
Un dvd e un libro notevoli per due aspetti: quello documentario della realtà irachena post-war (e di che vuol dire essere profughi iracheni in Medio Oriente) e quello da meditare per quegli stronzetti che si annoiano delle loro camerette superaccessoriate e si agitano su un palco magari invocando convinti il demonio in un’assurda zingarata black metal. Beh, guardate questo video: e credo che vi manderete affanculo da soli. Volete l’inferno? L’Iraq è laggiù: accomodatevi.
Articolo del
05/02/2010 -
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