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Quinta puntata della serie di interviste ispirate dal libro di Graham Jones Last Shop Standing – Whatever Happened To Record Shops? - vedi RECENSIONE - sulle condizioni in cui versano le rivendite di dischi che operano al di fuori delle grandi catene.
Intervista rilasciata da Marco di Vinyl Magic 3 (Roma)
1. Da quanto tempo esiste il negozio?
M: Da tre anni circa.
2. Quante persone ci lavorano? M: Due.
3. Com’è nata l’idea di aprire un negozio di dischi?
M: Dalla passione per la musica in generale e per il vinile in particolare.
4. I rapporti con le case discografiche? Nel libro, Jones mette in evidenza che le major favoriscono le grandi catene (gli ipermercati) ai danni dei “pesci piccoli”, completamente trascurati. Confermate o smentite la sua asserzione?
M: Confermiamo assolutamente questa tesi, infatti non abbiamo alcun rapporto con le grosse case discografiche, anche perché preferiamo privilegiare un certo tipo di musica che non rientra nel target delle major.
5. Veniamo agli acquirenti di dischi: nel vostro negozio entrano più clienti “occasionali” o abituali? Sui guadagni incidono di più le spese dei primi o dei secondi?
M: Seppure tra mille difficoltà, nell’arco di tre anni ci siamo creati un discreto giro di clienti fissi, che naturalmente incidono molto sui nostri guadagni; comunque, continua a visitarci clientela di passaggio.
6. Età media dei clienti? È vero che gli adolescenti si accontentano di file scaricati dalla Rete?
M: Da una parte forse è vero che oggi la maggior parte degli adolescenti preferisce scaricare file da Internet, ma per esperienza possiamo dire che ci sono anche molte persone adulte (che hanno vissuto in pieno il periodo d’oro del vinile, quando i Cd non esistevano) che entrano nel negozio e incredule ci chiedono se i vinili (quei vecchi “cosi”) siano ancora sul mercato! Più che un fatto di età, crediamo sia un problema da attribuire soprattutto alla mancanza di cultura musicale (e artistica in generale) che attanaglia il nostro paese.
7. Scelta dei titoli da tenere in negozio e dei generi musicali trattati: è influenzata dai vostri gusti personali? Dalle recensioni di testate specializzate (quali?)? Prendete in considerazione le hit-parade? M: Naturalmente le scelte sono molto influenzate dal gusto personale, ma oltre alle nostre preferenze, tendiamo a privilegiare i generi più underground. Non ci riferiamo alle hit-parade, e ogni tanto leggiamo qualche recensione su riviste specializzate. Preferiamo ascoltare nuovi gruppi/nuovi dischi su Internet.
8. Quali dischi avete venduto di più negli ultimi mesi?
M: Calibro 35 e i classici, Pink Floyd, Genesis, Hendrix...
9. Le richieste più stravaganti ricevute? M: Un disco di Madonna, di cui l’acquirente aveva già tre copie. La particolarità della nostra è che emanava un profumo particolare pur essendo ancora sigillata! Il cliente ci ha detto che alcune copie erano state stampate appositamente con tale “essenza”, e lui cercava proprio quella!
10. Avventori bizzarri? M: Una signora, dopo alcuni minuti passati dentro al negozio a guardarsi intorno, si è rivolta a noi chiedendoci: “Ma non vendete elettrodomestici?”
11. Il disco, o i dischi, di cui mai avreste sperato di sbarazzarvi, che tra l’altro siete riusciti a vendere a un prezzo folle?
M: Un disco natalizio della RCA italiana, Auguri dalla RCA, venduto alla modica cifra di 150 euro!
12. Internet: quanto ha inciso sui ricavi del negozio? Il Web va demonizzato? Lo utilizzate per reperire dischi, anche per le vostre collezioni personali? Vendete dischi on line?
M: Il Web è una risorsa importantissima, non solo per la vendita, ma soprattutto per la pubblicità e per le preziose informazioni che non si trovano da nessun’altra parte, e che sono fondamentali per il nostro lavoro. Noi vendiamo on line tramite il nostro sito e anche come negozio su e-Bay. Ogni tanto acquistiamo pure qualche pezzo per noi.
13. Ha senso concepire ancora un negozio di dischi come spazio di scambio culturale?
M: Sì, è l’unico modo che abbiamo per opporci ai grandi magazzini/supermercati musicali che spuntano come funghi in ogni città.
14. Secondo Jones a sopravvivere saranno le rivendite in grado di adattarsi ai tempi che cambiano. Portando esempi concreti, l’autore intravede uno spiraglio di luce nella scelta di specializzarsi in determinati generi musicali, di ampliare la gamma di prodotti esposti senza snaturare il negozio (ad esempio, con uno stock di strumenti musicali), di sfruttare le potenzialità di Internet per il commercio on line. Visione semplicistica? Soluzioni troppo onerose?
M: Per sopravvivere bisogna eliminare tutta la musica commerciale, perché chi la cerca non viene da noi ma va, appunto, nei centri commerciali. Specializzarsi in un genere può andare bene dando spazio anche a gadget e vestiario. Altrimenti crediamo sia meglio ampliare la scelta musicale da offrire al pubblico, senza snaturarsi e seguendo, come già detto, un certo tipo di musica non distribuita dalle grosse etichette.
15. Dieci titoli da portare su un’isola deserta?
1) Pink Floyd, The Dark Side Of The Moon 2) Led Zeppelin, Led Zeppelin II 3) Fabrizio De André, Storia di un impiegato 4) King Crimson, In The Court Of The Crimson King 5) Jimi Hendrix, Are You Experienced 6) Deep Purple, In Rock 7) John Coltrane, A Love Supreme 8) Neffa & i messaggeri della dopa, 107 elementi 9) Catapilla, Catapilla 10) The Doors, The Doors
--------------------- Vinyl Magic 3 Via Marruvio, 18 00183 Roma 06/70497511 http://www.vinylmagicroma.it
GIA' PUBBLICATE:
Intervista "Last Shop Standing" #1: Hellnation (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #2: Rock Bottom (Firenze)
Intervista "Last Shop Standing" #3: Soul Food (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #4: Backdoor (Torino)
Articolo del
05/03/2010 -
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