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Dati i ritmi frenetici a cui siamo abituati a vivere da tempo, e data la scarsa attitudine alla lettura che fa del nostro paese il penultimo in Europa in quanto a libri letti, avete tempo e voglia di leggere un romanzo di oltre 400 pagine, pubblicato nel 1944 e scritto da uno scrittore il cui nome forse non vi dice nulla? Ovvio, la risposta è no. Ed è anche in parte comprensibile, dato che chi ama leggere sa bene che oggi sono davvero pochissimi gli scrittori in grado di poter comporre romanzi cosi corposi mantenendo quello spessore letterario e quella capacità narrativa necessarie per non abbandonare il libro dopo poche pagine. Ma in questo caso parliamo di uno scrittore, Maugham, forse non conosciuto quanto avrebbe meritato e considerato, a ragione, uno dei più grandi scrittori del Novecento; e parliamo di un romanzo, Il filo del rasoio, considerato uno dei suoi massimi capolavori, che vi farà ricredere.
Maugham, che nel romanzo è voce narrante e scrittore come nella realtà, realizza un affresco della alta borghesia americana. I personaggi sono vari:il giovane Larry, che tornato molto scosso dalla prima guerra mondiale, avrebbe un futuro assicurato nella finanza, che gli garantirebbe denaro e status sociale, e soprattutto gli garantirebbe di portare a termine il suo fidanzamento con Isabel, che vorrebbe sposarlo ma che ama a tal punto che è disposta ad aspettarlo. Perché Larry ha deciso di partire, di andare a Parigi per vivere appieno la sua vita e capire cosa realmente egli desideri fare . Cosi la storia si sposta in Europa, tra Parigi e Londra: il Maugham narrante incontra Larry a Parigi, ma poi questo parte prima per il Belgio per fare il minatore, poi per la Germania con un amico in cerca di nuovo lavoro. Nel frattempo ha rotto il suo fidanzamento con Isabel, la quale ha sposato Gray, che al contrario di Larry sa bene quello che vuole dalla sua vita: ereditata l’agenzia di borsa del padre si dedica a far soldi, tanti soldi che gli permettono di far fare ad Isabel quella bella vita da lei sempre agognata. Poi arriva la crisi del 1929, che farà perdere gran parte dei beni di Gray, ma non gli farà perdere Isabel, che nonostante sia ancora innamorata di Larry, gli rimarrà accanto. Larry, nel frattempo, ha vissuto in India, dove ha incontrato una sorta di sciamano dal quale aveva imparato a trovare il suo equilibrio interiore. Tornato in Europa, Larry cercherà di sposare Sophie, sua vecchia amica, ma non ci riuscirà perché Isabel, da sempre gelosa di lui, lo impedirà.
La grandezza del romanzo è, oltre che nella grande capacità di narrare una storia di ampio respiro sia nel tempo che nello spazio, nella accuratissima descrizione del contesto borghese, delle sue regole, delle sua aspettative, della sua chiusura verso altri mondi e verso altre classi. E in questo contesto Maugham costruisce un personaggio straordinario, quel Larry che è un elemento di rottura in quel contesto dove tutto è prestabilito, dove il binario dell’esistenza di ognuno è già stato tracciato dai suoi predecessori, dove essere vestiti in un certo modo può dare accesso nella elitè cittadina: Larry sente in cuor suo che quel mondo non potrebbe mai bastargli, ha bisogno di altro, ha bisogno di viaggiare, di scoprire orizzonti nuovi, ha bisogno di rompere quegli schemi che lo imprigionano. Sente fin da subito che il suo amore per Isabel non può avere futuro, perché troppa è la distanza di ambizioni e di aspettative che li separa. Ed è l’unico che fino alla fine del romanzo seguirà quel suo istinto e sarà tagliato fuori da quel mondo borghese al quale pure appartiene, e finirà per tornare in America come meccanico di officina. Tutti gli altri personaggi troveranno invece la loro naturale collocazione all’interno del loro mondo, compresi Gray ed Isabel che, ricevuta l’eredità dallo zio Elliot (altro straordinario personaggio) torneranno in America ed avranno fortuna nel settore petrolifero.
Una storia a lieto fine, come lo stesso Maugham la definisce: perché, aggiunge, “noi pubblico amiamo tutti, in cuor nostro, le storie rosee.” Una storia rosa che è comunque una grande storia. Perciò, se la vostra risposta a quelle iniziali domande è ancora no, se non avete tempo trovatelo, e se non avete voglia spero vi sia venuta, perché sarebbe un peccato non leggerla.
Articolo del
10/03/2010 -
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