Ancora un coprifuoco al rumore del mondo, ancora un luccicare di stelle alla Casa Del Jazz.
Roberto Gatto torna nel magnifico parco di Villa Osio, nell’ambito del programma di rilancio della musica live di Cdj Reloaded, soffermandosi su quello che è stato per lui un genere musicale molto importante nel proprio percorso di crescita artistica: il Progressive Rock. Un progetto, quello di “Progressivamente”, che nacque proprio alla Casa Del Jazz 12 anni orsono con anche un album all’attivo ed una formazione completamente differente (tranne che per John De Leo) da quello presente nella serata odierna: Maurizio Giammarco, Fabrizio Bosso, Gianluca Petrella, Danilo Rea, Roberto Cecchetto, Francesco Puglisi.
Nomi di grande prestigio che hanno dato a quell’esperimento di più di un decennio fa un gusto particolarmente speziato ed invitante, un uscio aperto su di un mondo affascinante e complesso come quello del progressive rock che meritava ancora attenzione da parte del grande batterista romano.
Nella nuova formazione trovano spazio alcuni talentuosi musicisti, anche allievi dello stesso Gatto al Conservatorio come il chitarrista Andrea Molinari: al Sax e all’elettronica live troviamo Marcello Allulli, alla tromba Alessandro Presti, al piano e tastiere Alessandro Gwis, al basso elettrico ed elettronica Pierpaolo Ranieri, e per finire John De Leo alla voce.
Nel repertorio c’è, come facilmente intuibile, alcuni dei brani più noti di band come Genesis, Yes, King Crimson, i quali vengono rielaborati attraverso le competenze e gli stili dei nuovi arrivati, con il risultato che anche pezzi come Watcher Of The Skies o Matte Kudasai svelano inedite sfumature di suono e coinvolgimento.
E’ lo stesso Gatto a presentare i brani in scaletta (tra i quali spicca anche qualche sua composizione come “Lysergic”), non prima di un salto indietro negli anni attraverso un racconto sincero dei tanti aneddoti che lo hanno portato ad amare questo genere, da quando cominciò ad ascoltare i dischi di musica jazz e classica di suo padre, fino ad approdare poi al periodo dei primi anni 70, in cui scoprì, attraverso il passaparola degli amici, questi gruppi pressoché sconosciuti all’epoca in Italia: Soft Machine, Emerson Lake & Palmer, Curved Air e tanti altri.
E poi i primi concerti del genere, come quello dei Genesis al Piper definito da Roberto Gatto come un vero e proprio shock, in un parallelismo tra rock e jazz che ha poi continuato ad essere presente con eguale passione in tutta la sua discografia futura.
“Progressivamente” è dunque uno splendido regalo che Gatto ha voluto farsi e fare, a noi come a sé stesso, nel desiderio di ricreare sul pentagramma dell’anima, ancora una volta, le note di quel meraviglioso decennio che vide il rock progressivo al suo apice, ovvero gli anni 70.
Articolo del
24/07/2020 -
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