Secondo appuntamento del sottoscritto nell’ambito del festival Franco-Italiano di Jazz e Musiche Improvvisate “Una Striscia Di Terra Feconda”, a distanza di appena 24 ore dal concerto di Eric Séva ed Aires Tango del 6 settembre.
Questa volta a calcare il palco della Casa Del Jazz c’erano altre due formazioni di spessore, il duo francese NoSax NoClar composto da Julien Stella e Bastien Weeger ed un “supergruppo” con alcuni dei musicisti più rinomati nell’ambito del jazz italiano come Rosario Giuliani, Fabrizio Sferra e Dario Deidda, a cui si è aggiunto il sax alto di Géraldine Laurent. L’arrivo in scena dei due ragazzi francesi è sobrio e silenzioso, con la tenue oscurità del palco che si illumina appena attraverso lo sguardo dei fari posti al di sopra di esso.
Il loro è un linguaggio musicale peculiare ed onirico, un’alternanza costante tra le voci ora tenui ora squillanti dei due strumenti a fiato che si amalgama in un flusso sonoro di assuefacente bellezza. Si respira la sabbia del deserto e si viaggia con lo sguardo e l’ascolto ad orizzonti trasversali, coniugando il minimalismo con l’irruenza tipica del sax e del clarinetto. E’ un suono libero che sembra non percepire confini di sorta e riesce così a protrarsi negli angoli più ignoti della mente, alimentando quel senso di scoperta e meraviglia che solo la musica riesce a creare. Finita la prima parte della serata gli echi della strada si fanno largo tra quello del flebile vento, mentre i due ragazzi raccolgono i loro strumenti per lasciare il posto al secondo concerto in programma.
Inutile soffermarsi sulle qualità di musicisti come Giuliani, Sferra o Deidda, le loro composizioni ed i tanti concerti in giro per l’Italia, e non solo, parlano in loro vece di quanto essenziale è stato ed è il loro apporto alla musica jazz nazionale. Come accennavo all’inizio la serata in oggetto ha visto l’aggiunta al trio italiano di una straordinaria sassofonista francese, Géraldine Laurent, che è andata ad affiancare Rosario nei fiati con un secondo sax alto. Nel corso dei brani in scaletta sarà sovente lo svolgersi tra loro di un elettrizzante e coinvolgente dialogo sonoro, che, come all’interno di una linea telefonica, si è mosso avanti e indietro lungo un lungo filo fatto interamente di note.
Il loro è un incontro che nasce a distanza e parte da lontano, avendo entrambi registrato per l’etichetta francese Dreyfus Jazz, come ricorda lo stesso Giuliani citando altresì uno dei fondatori della stessa, Francis Dreyfus, venuto a mancare nel 2010.
Immancabile l’omaggio ad una leggenda del sax come Charlie Parker (lo scorso 29 agosto è stato il centenario della sua nascita avvenuta a Kansas City nel 1920) con il brano “Anthropology”, un tributo eccezionale che ha esaltato ancora di più le doti interpretative di tutti e quattro i musicisti presenti ed ha rimarcato l’importanza avuta da parte di uno dei padri fondatori del Bebop.
E poi, in precedenza e a seguire, brani dello stesso Giuliani e di Géraldine, con il basso di Deidda e la batteria di Sferra a guidare una sezione ritmica imprevedibile e sferzante. Il ricordo di concerti come questo è forse il regalo più prezioso che la musica di questa serata porta in serbo, un dono che andrebbe soffiato sul mondo come fosse la candela su di una torta, lasciando che siano sempre più una necessità, in futuro, la partecipazione ad eventi come questo. Nonostante le incertezze ed oltre qualsiasi paura.
Articolo del
08/09/2020 -
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