L’attesissima tournée Rea-Mannoia si è aperta a Roma, sul palco della sala Santa Cecilia all’Auditorio di Roma: un evento speciale che offre al pubblico la possibilità di immergersi in una performance musicale coinvolgente.
Un balsamo per un momento di tensione e conflitti internazionali, per calmare e elevare lo stato d'animo
Fiorella Mannoia, classe ’54, figura iconica nella musica italiana, voce romana profonda e performer viscerale, cinque volte al Festival di Sanremo e due premi della critica, nominata Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, torna a piedi scalzi sul palco, suggerendo il suo caratteristico desiderio di connessione e autenticità con il pubblico. La sua collaborazione con Danilo Rea, tra i piú talentuosi pianista jazz nel panorama italiano attuale, sembra essere la combinazione perfetta per portare in scena questo recital straordinariamente malinconico e felice al contempo. L’operazione all’ernia del disco sembrerebbe aver momentaneamente frenato le sue danze ma non la sua incredibile vitalità.
30 anni dopo il loro primo incontro fra i palchi dei concerti, i due decidono di inscenare questo viaggio musicale nostalgico, che rivive alla storia della musica “leggera” italiana, che di leggero sembra avere ben poco. Una Madrina e un Padrino d’onore che incantano un pubblico commosso, partecipativo, finalmente libero di cantare le più belle canzoni del passato.
“È doveroso ricordare i musicisti che non ci sono più: di canzoni così non ne scrive quasi più nessuno”: così la Mannoia, da sempre la voce di una coscienza che mal sopporta le ingiustizie e grazie alla musica inneggia alla giustizia, tocca i cuori degli spettatori, con la sua necessità di irrompere, disturbare, rassicurare.
Danilo Rea apre la performance con una lunga improvvisazione, un suo elemento costante che definisce il suo personale fraseggio, ricco di tecniche jazzistiche, in un percorso melodico che sembra l'indice di tutto il concerto, incantando con la sua agilità esecutiva. Nell'omaggio che il duetto rende alla musica nostrana, i 90 minuti ripercorrono le melodie e le strutture medley che oggi sembrano pressoché snobbate. Il tema centrale è l'Amore, inteso in senso romantico, ma anche universale, a tratti patriottico.
L'esecuzione emotiva ed impeccabile spazia da Battiato “La cura” a De Gregori “La Donna Cannone”, si diverte sull’ironia di Fossati, gioca sul “Via con me” di Conte, lasciandosi permeare dalla lingua spagnola,"Besame mucho" e "Quizás quizás quizás ", per tornare al desiderio di ciò che non è qui, come "Messico e Nuvole," e ciò che non è più, come "La Tosca." Come due ragazzi che non vogliono smettere di giocare, i due escono e tornano sul palco per ben due bis, accolti con gli occhi umidi e le voci riscaldate del pubblico, che ha cantato e lascia la sala grato e felice.
Articolo del
06/11/2023 -
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