Dopo una carriera artistica lunga dieci anni, durante i quali si è diplomata in clarinetto al Conservatorio di Musica di Santa Cecilia, ha insegnato musica in carcere presso l’Istituto di Rebibbia Femminile qui a Roma e ha inciso diversi album solisti, Agnese Valle ha deciso di pubblicare un disco essenzialmente come interprete e di dedicare un intero spettacolo dal vivo a quegli artisti “maschi” che nel tempo sono stati per lei fonte di ispirazione.
Sia il disco che il recital sono intitolati “I Miei Uomini” ed è stato davvero interessante ascoltare la “performance” di Agnese, alle prese con un progetto elaborato e complesso, in cui musica e narrazione si sostengono a vicenda. Con lei sul palco della Casa del Jazz troviamo Annalisa Baldi, alla chitarra elettrica, Simone Ndiaye, al basso e alle tastiere e Luca Libonati, alla batteria che hanno dato vita ad un concerto molto articolato che ha dedicato molto attenzione agli arrangiamenti dei vecchi brani riproposti da Agnese Valle, rivisitati in chiave elettronica.
Gli “uomini” del titolo non sono altro che quei musicisti ed autori che Agnese ha sempre considerato come suoi punti di riferimento, ma che sono stati oggetto di una rilettura al femminile, di una nuova interpretazione di canzoni nate al maschile. Agnese si è dimostrata all’altezza del compito, ha dato molta energia alle sue interpretazioni e non si è sottratta al confronto con i “grandi” della canzone d’autore italiana, smontati e poi rimontati a suo piacimento.
Per esempio, “La Valigia dell’Attore”, brano del 1997 di Francesco De Gregori, è diventata “Salto Nel Buio”, mentre “Autogrill”, canzone del 1983 di Francesco Guccini, è stata trasformata in “L’Incontro”. E ancora “Baratto” di Renato Zero è diventata “Pezzi di Ricambio” così come “Telefonami Tra Vent’Anni” di Lucio Dalla è stata riproposta come “In Un Mondo Migliore”.
Uno show sempre improntato ad un pop di qualità, uno spettacolo vivace e gustoso, che ha presentato anche un brano inedito, intitolato “L’Attesa e la Pazienza - La Fioraia”, composizione scritta per lei da Pino Marino, presente anche come regista de “I Miei Uomini”, una forma piuttosto originale di teatro-canzone che non ha nulla da invidiare a progetti simili del nostro passato.
La serata ha avuto il pregio di abbattere confini sonori legati ad una certa epoca culturale e di ripresentare canzoni già molto note in una forma diversa, decisamente più moderna e anche più godibile.
Articolo del
18/12/2024 -
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