Difficile non provare una vera e propria venerazione per Billy Bragg, artista che come pochi altri ha saputo trovare un mirabile equilibrio tra impegno e sentimento, tra attivismo e attenzione alle ragioni del cuore, tra la descrizione lucida e impietosa delle storture della società (non solo di quella inglese) e l’adozione di un atteggiamento ora risoluto, anticonformista e/o “antagonista”, ora ironico e un po’ beffardo, senza mai perdere la profonda umanità e il sincero coinvolgimento nei confronti delle persone e delle vicende narrate nelle sue canzoni (non di rado, anche autobiografiche).
Riascoltati oggi, in questa selezione di registrazioni effettuate per la BBC nel corso di quasi quarant’anni, i brani di Bragg confermano la propria efficacia e la propria freschezza.
Saltano agli occhi l’evoluzione del percorso da lui intrapreso, e l’eterogeneità dei contenuti affrontati: il forte interesse per i problemi politici e sociali (“Between The Wars”, “There Is Power In A Union”, “Days Like These”, “Ideology”, “The Few”, “It Says Here”, “Why We Build The Wall”); le cotte, le pulsioni sessuali di gioventù, le speranze frustrate e gli amori non ricambiati (“Like Soldiers Do”, “The Saturday Boy”, “A Lover Sings”, “Valentine’s Day Is Over”, “This Gulf Between Us”); la critica a pubblicità e consumismo (e oggi diremmo agli stereotipi di genere) di “The Busy Girl Buys Beauty”; il rimpianto per il tempo passato, la malinconia generata da lutti dolorosi, lo spaesamento di fronte alla mutevolezza delle cose della vita (“Tank Park Salute”, “From Red To Blue”, “No-One Knows Nothing Anymore”, “Levi Stubbs’ Tears”, “The Space Race Is Over”, “St. Swithin’s Day”).
Impossibile elencare i momenti migliori, perché non c’è un riempitivo, anche se la scaletta è nutrita (38 pezzi). Strappano il sorriso, però, (o suscitano commozione) soprattutto la vigorosa “A New England” e le dolenti “The Man In The Iron Mask” (con inedito assolo di tromba) e “Between The Wars”; l’urgenza dell’esecuzione di “It Says Here” e la leggiadra “Way Over Yonder In The Minor Key” (con testo di Woody Guthrie); l’ottimismo di “The Boy Done Good” (scritta con Johnny Marr) e la voce di Bragg, tremolante in “Goodbye, Goodbye” e profonda in “I Ain’t Got No Home”; “Accident Waiting To Happen”, in una riuscita rilettura per due chitarre elettriche (e degno di essere ricordato il gioco di parole “You’re a dedicated swallower of fascism”, che rimanda con grande creatività alla "Dedicated Follower of Fashion" dei Kinks).
Infine, due composizioni che da sole valgono il prezzo del biglietto: la già citata “Tank Park Salute”, in un arrangiamento per sei corde e tastiera che ne accentua l’intensità (si può rimanere impassibili all’ascolto di un brano – e di un testo – del genere?), e la sempre meravigliosa, nella sua mestizia travolgente, “Levi Stubbs’ Tears” (qui in versione cantato e due chitarre).
Acquisto imprescindibile per i fan (che però non potranno sbarazzarsi dell’album di Peel Sessions uscito nel 1991: alcuni dei pezzi lì contenuti non figurano in questo Best Of Billy Bragg at The BBC 1983 – 2019)
Articolo del
27/11/2019 -
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