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Davide Tosches
Sulla terra
2020
Private Stanze
di
Giuseppe Celano
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Cantautore piemontese con tre dischi alle spalle e uno fresco d’uscita forte di soluzioni armoniche diverse, più aperte e fruibili senza per questo snaturare l’essenza del suo autore né il modo di vedere il (proprio) mondo, a volte molto diverso da quello degli altri ma simile nelle problematiche odierne.
Le undici canzoni di Sulla terra sono ballate d’amore, ebbene sì, che scomodano anche Lennon a quota quattro della tracklist, intrise di sonorità e forti di un songwriting vicino al song-like format classico ma non per questo scontato o prevedibile (Nel nero di notte).
Elettriche e tastiere sostengono fermamente il gioco condotto da un Tosches melodico che alza il tiro esercitando così una maggiore forza gravitazionale per arrivare agli ascoltatori di oggi, resi ancora più lontani dal distanziamento sociale, attraverso una reazione pari per forza e diversa per direzione, opposta alla divisione sociale adottata contro il propagarsi dei contagi.
Violino, violoncello e pelli appena accennate si presentano alla corte della melodia, obliqua in Le notti scure, su cui la voce sembra combattere con sé stessa nel continuo tentativo di trovare soluzioni diverse e scoprirsi quanto basta per non odiarsi (La luna tra i rami).
Un capitolo a parte merita Diana, ballad killer dall’approccio vincente il cui giro armonico dell’intro avrà dato non pochi problemi al cantautore ricordando palesemente le atmosfere di Imagine. La sua antagonista melodica è Pioggia, uno dei singoli dell’album, che con il suo andamento maestoso in crescendo potrebbe facilmente irretire nuovi ascoltatori. Insieme a La ragazza che piange compongono un tandem che non lascia scampo.
Da tempo Tosches aveva in mente di fare un disco così, di virare verso qualcosa di diverso capace di mutare, senza deformare, il suo approccio musicale. Ci è riuscito, non senza sforzi e lotte interne. Sulla terra è un album diverso, teso nel tentativo di spiccare il volo verso la notorietà, non a discapito della qualità, a quella Davide non rinuncerebbe in nessun caso.
Scritto, prodotto, arrangiato e registrato da Davide Tosches al Confine del bosco, Cavagnolo (TO) partendo da un pianoforte degli anni '20, un quaderno per scrivere i testi e la necessità di cantare.
Questo disco è (per me) un nuovo inizio. Messaggio ricevuto, forte e chiaro.
Articolo del
26/11/2020 -
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