Debuttare all’Ariston per ripartire
(Foto di Chiara Mirelli)
Rieccoci qui, a un anno da una pandemia mondiale che ha fatto saltare tutti gli equilibri e a due settimane dall’inizio della settantunesima edizione del Festival della canzone italiana che si svolgerà dal 2 al 6 marzo.
Questo dato di fatto è stato da poco ufficializzato e preceduto, come sempre, da un bel po’ di polemiche. Non c’è Sanremo senza polemiche, certo, anche se queste si sono focalizzate più sulle norme da applicare per evitare il contagio da Covid-19 che sulla gara. Critici musicali, leoni da tastiera, “storici” del Festival non sembrano essersi soffermati molto sui cantanti o gli ospiti, ma mancano ancora due settimane. Tra un bando per la selezione del pubblico annullato, tamponi obbligatori ogni 72 ore, premi e riconoscimenti che saranno consegnati su quattro ruote tramite appositi carrelli e sala stampa dislocata, la gestione del Carrozzone sanremese di quest’anno sarà un’ardua impresa.
Credo però che sia importante non annullare la kermesse musicale per cercare di offrire un’occasione d’intrattenimento (se fosse intelligente non guasterebbe) e di riflessione sul nostro Paese e soprattutto per far lavorare tutte le maestranze, troppo spesso rimaste nell’oblio, dimenticate e ignorate nel corso della pandemia. E proprio degli effetti psicologici della pandemia parla l’ultimo singolo La depressione è un periodo dell’anno di uno dei cantanti in gara, Willie Peyote, nome d’arte risultato dalla fusione del personaggio animato Willy il Coyote (e dal diminutivo inglese del suo nome reale) e della pianta allucinogena del Peyote. Guglielmo Bruno, torinese classe 1985, nel pezzo non perde mordente e non rinuncia al flow, al rap, a una non troppo velata critica sociale e politica.
Sulla stessa linea di denuncia tagliente, condita da un pizzico di cinismo e di sana ironia, sembra svilupparsi la canzone che Willie canterà a Sanremo, intitolata Mai dire mai (la locura) . Il rapper, come dichiarato a Sorrisi e Canzoni TV, promette di aprire una frattura rispetto ai soliti brani sanremesi e alla sua stessa discografia e, forse, ci sta già ripensando, poiché prova gioia e pentimento allo stesso tempo, stati d’animo comprensibili per un debuttante dell’Ariston, ancor di più se proveniente da una scena non abbastanza conosciuta al grande pubblico, ma anche curiosità del dietro le quinte e voglia di ripartire.
Come spesso accade nel percorso di artisti indipendenti, c’è sempre un momento in cui la loro musica riesce ad arrivare anche in cima alle classifiche. Per Willie, è stato l’album Iodegradabile (la cui copertina è tra le più autoironiche e autocritiche dei suoi dischi), uscito nel 2018, a portarlo nella Top 5 dei dischi più venduti e ascoltati in Italia. Grande successo per il brano La tua futura ex moglie che, mixando vari generi musicali, entra subito in testa ed è accompagnato da un video cinematografico in bianco e nero, con tanto di finale stile gangster e titoli di coda.
Il 2018 è stato un anno fortunato per il rapper che si è esibito sul palco del Concerto del Primo Maggio e ha collaborato con i colleghi torinesi Subsonica nel singolo L’Incubo che parla della quasi impossibilità del compiere una scelta, pubblicato nel 2019. Prima di avvicinarsi al rap, Willie Peyote è partito dal punk rock, pubblicando due EP, L’erbavoglio con gli S.O.S. Clique nel 2008 e Quattro San Simoni e un funerale, disponibile sul suo sito nel 2015. Ha realizzato un album live, Ostensione della Sindrome "Ultima Cena" nel 2019 e quattro dischi in studio (Il manuale del giovane nichilista nel 2011, Non è il mio genere, il genere umano nel 2014, Educazione Sabauda nel 2015 e Sindrome di Tôret nel 2017) che hanno definito la sua identità musicale.
Chissà che Willie Peyote non ritorni ai generi musicali del debutto o non cambi nuovamente pelle, sicuramente a Sanremo sorprenderà, anche durante la serata delle cover (una lista fantasma, che ricorda il risultato di Tecla delle Nuove Proposte dell’anno scorso, caricata sul web dopo la conferenza stampa, è stata prontamente cancellata) dedicata quest’anno alle canzoni d’autore, che gli permetterà di esprimere la sua anima più cantautoriale. La categoria Nuove Proposte vede otto partecipanti, cominciamo col presentare i primi due. Avincola, nome d’arte di Simone Avincola, cantautore romano nato nel 1987, è in gara con la canzone Goal che parla della voglia di vivere la propria vita da protagonista, anche se si entra in campo solo al novantesimo minuto.
Nel 2008 ha pubblicato l’EP Il giullare e altre storie, attirando l’attenzione della critica, seguito dagli album Così canterò tra vent'anni del 2014, Km 28 del 2015 e Turisti, che uscirà dopo il Festival. Tra i vari premi ricevuti, ci sono il Premio Botteghe d’Autore del 2010, ma anche riconoscimenti per la sua esperienza da regista: il premio MEI Cinema per il docufilm Stefano Rosso - L'ultimo Romano del 2013 e il David di Donatello 2020 per il video della canzone Miami a Fregene. Davide Shorty, all’anagrafe Davide Sciortino, è un cantante siciliano classe 1989.
È stato membro di diverse band, tra cui i Combomastas’ con cui pubblica gli EP Piccolo (2007) e Shorty VS The Supa Produsa (2010), gli Retrospective for Love, creatasi grazie agli incontri fatti durante il periodo di vita londinese, con cui realizza l’EP, dalle influenze hip-hop e soul, Retrospective For Love EP (2014) e l’album Random Acitivities of A Heart (2017) e il collettivo Funk Shui Project, con cui collabora negli album Terapia di Gruppo (2018) e La Soluzione (2019) e la riedizione La Soluzione Reebot (2020). Come solista, Davide Shorty si è classificato terzo a X Factor nel 2015, ha realizzato l’EP omonimo nel 2015 e il disco Straniero nel 2017.
A Sanremo canterà Regina, brano che evidenzia la sua tecnica vocale e la sua completezza stilistica ma che lo invecchia un po’.
Articolo del
17/02/2021 -
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