Quest’anno, a Sanremo, s’incontreranno artisti con carriere molto lunghe o con esperienze da poco iniziate. Aiello ha pubblicato un EP e un album, stessa cosa per Random, il duo Coma_Cose due EP, un album e una raccolta, due cantanti sono in gara in quanto ultimi vincitori delle Nuove Proposte dello stesso Festival e del talent Amici, Madame è una delle poche donne tra le esordienti all’Ariston, ha collezionato un bel po’ di singoli e di collaborazioni con i discografici e i rapper più in voga del momento, ma non ha mai pubblicato un vero e proprio disco.
Un Sanremo abbastanza giovane, come Fulminacci, pseudonimo di Filippo Uttinacci, cantautore romano classe 1997 che ha pubblicato un solo album, intitolato La vita veramente (2019), uscito anche in una riedizione in vinile con l’aggiunta del singolo inedito San Giovanni. Il singolo omonimo e la canzone Borghese in borghese hanno lanciato uno tra i quindici migliori dischi del 2019 secondo il quotidiano La Repubblica. Un esordio che non è passato inosservato, tanto da portare Fulminacci al Festival della canzone italiana due anni dopo e da fargli ottenere importanti riconoscimenti: nel 2019 è stato l’artista dell’anno secondo i Rockol Awards e il miglior giovane dell’anno per il Meeting delle etichette indipendenti (MEI).
Nel 2020 il suo album è stato decretato, dal Forum del giornalismo musicale, migliore opera prima e premiato con la Targa Tenco. Il cantautore, nell’ambito della promozione del suo disco, ha preso parte a diversi festival, tra cui il Poplar Festival, il Goa-Boa Festival, con base a Genova, e il Flowers Festival di Torino, dove, tra l’altro, ha condiviso il palco con La Rappresentante di Lista, band in gara a Sanremo 2021. È anche salito già due volte sul palco (virtuale nell’ultima edizione) del Concerto del Primo Maggio, nel 2019 e nel 2020. Fulminacci è uno degli artisti della Maciste Dischi, casa discografica indipendente che, negli ultimi anni, ha portato al successo diversi emergenti e che, alla fine del 2019, ha organizzato un concerto a cui hanno partecipato tutti i propri artisti.
Il ragazzo è piuttosto spigliato ed è apparso in diverse trasmissioni televisive, tra cui Le Iene. Le sue canzoni sembrano spensierate, ma sono capaci di unire leggerezza, giri di chitarra acustica e ritornelli scanzonati a giochi di parole e testi che parlano direttamente ai giovani d’oggi, descrivendone ansie, situazioni, problemi amorosi e non (Tommaso, La soglia dell’attenzione) e ai loro genitori (Borghese in borghese). Al Festival di Sanremo Fulminacci canterà Santa Marinella, che, come lo stesso arista ha affermato a TV Sorrisi e Canzoni, rappresenta una piccola sfida, in quanto racconta una storia che non l’ha riguardato in prima persona ma che gli è stata raccontata. Il titolo si riferisce al comune balneare del Lazio e rinvia alla vicinanza di questa nuova generazione di cantautori alla scena della capitale e della sua provincia.
Il testo, scritto da Fulminacci stesso, utilizza un linguaggio giovanile, a tratti gergale, e sembra parlare di una rassegnazione amorosa e di disillusione, che non frena la voglia di incontrarsi ancora, magari per caso. Nella terza serata, quella dedicata alle cover, il cantante ha deciso di omaggiare Jovanotti, cantando Penso Positivo, brano che ha segnato i giovani degli anni 90. Il cantante e polistrumentista Roy Paci e Valerio Lundini, comico, brillante conduttore e autore televisivo, nonché “distrurbatore” a L’AltroFestival dello scorso anno, lo accompagneranno.
Folcast, all’anagrafe Daniele Folcarelli, è un cantautore romano del 1992. Il suo nome d’arte, scelto, come ha spiegato lui stesso, per non palesarsi davvero, è formato dalle prime lettere del suo cognome (Folc) e delle lettere “ast”, scelte semplicemente perché gli piaceva come suonavano nell’insieme. È laureato in chitarra pop al Conservatorio e ha all’attivo un EP intitolato Folcast (2016) e l’album Quess (2017). Le influenze musicali del cantautore spaziano dal soul, al rock, al pop e si avvertono nella canzone che porterà a Sanremo, intitolata Scopriti.
Il brano vede l’arrangiamento degli archi di Rodrigo D’Erasmo ed è prodotto da Tommaso Colliva e, come lo stesso Folcast ha dichiarato, vuole spronare le persone che attraversano un periodo di perdita e stallo, dopo una fase di riflessione e introspezione, a reagire riprendendo la propria vita in mano. Gaudiano, cognome e nome d’arte di Luca Gudiano, è nato a Foggia nel 1991. La musica l’ha portato a Roma prima e a Milano poi e l’ha salvato. Nel 2020 pubblica i singoli Le cose inutili e Acqua per occhi rossi, lato A e lato B del suo disco d’esordio. Gaudiano all’Ariston porta un pezzo, Polvere da sparo, che parla della sua storia personale. Il brano, sincero, a tratti rappato, ha un testo forte accompagnato da un ritmo sostenuto ed è sia una dedica al papà di Luca, morto nel 2019 per un tumore al cervello, sia un modo per esorcizzare il dolore e la rabbia che il lutto ha comportato.
Articolo del
24/02/2021 -
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