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"Siamo felici della nostra storia, di tutto quanto fatto e scritto, di 13 album e 10 milioni di dischi venduti e siamo estremamente felici di annunciare che questo sarà l'ultimo tour dei Litfiba". Così Piero Pelù ha commentato la decisione di chiudere gli oltre quarant’anni di storia di una delle formazioni più importanti della musica italiana. Il tour si aprirà il 26 aprile 2022 a Padova, poi farà tappa a Napoli, a Roma, Firenze e Milano, con l'ultima data fissata per il 25 maggio all'Alcatraz.
"La giusta conclusione di una lunga storia - chiosa Renzulli - che si concluderà con una grande festa". Perché nel tour 'L'ultimo girone', che partirà il 26 aprile da Padova, i Litfiba proporranno brani da tutti i loro lavori di studio e una scaletta che cambierà per un terzo a ogni data, ripercorrendo la storia di una band sempre controcorrente, anche nell'addio.
"Sembra che uno oggi non debba mai essere appagato, noi - dice Piero - siamo in controtendenza, non ci aggrappiamo alla poltrona, lasciamo spazio anche ad altri. Siamo semplicemente felici di ciò che abbiamo fatto, siamo contenti di dire ciao con il sorriso, volendoci bene e suonando, perché siamo animali da palcoscenico ed è ciò che ci ha uniti in quel 1980". La mente vola a quegli anni: "Eravamo cinque 'raccattati', tutti con esperienze diverse e abbiamo iniziato - ricorda il frontman - a costruire un suono, una storia, dei racconti. Eravamo estremamente curiosi, con un livello di incoscienza totale, si suonava e basta. Poi abbiamo iniziato con le grandi scommesse, come suonare all'estero quando in Italia solo pochissimi ci consideravano".
Tutto era iniziato con un primo concerto alla Rokkoteca Brighton di Settignano il 6 dicembre per un chacet da 150mila lire. Sul palco Ghigo Renzulli (chitarra), Piero Pelù (voce), Antonio Aiazzi (tastiere), Gianni Maroccolo (basso) e Francesco Calamai (batteria). "Quella sera, al nostro primo concerto, ci mettemmo in tasca la spaventosa somma di 12mila lire a testa, che al giorno d'oggi corrisponderebbe occhio e croce a 30-40 euro circa". Da allora, con continui alti e bassi interni e cambi di line up, i Litfiba hanno pubblicato 13 album in studio, il primo nel 1985, Desaparecido, "17 Re" (1987), pietra miliare nella storia del rock italiano, e "Litfiba 3" (1988). Poi “Pirata” e la svolta del 1990: Maroccolo e De Palma passano ai CCCP, e i Litfiba del duo Pelù-Renzulli iniziano a lavorare sulla Tetralogia degli elementi (fuoco, terra, aria, fuoco e infinito): "El Diablo", "Terremoto", "Spirito", "Mondi Sommersi".
Nel 1999 la rottura più dolorosa tra Pelù e Renzulli e poi dopo dieci anni la ripresa dei concerti insieme. E pensare che tutto era nato per caso, anzi, per un errore. Ghigo Renzulli aveva appena lasciato i Cafe' Caracas, la band punk rock in cui ha suonato anche Raffaele Riefoli, per tutti Raf. Pochi giorni dopo venne chiamato da un bassista, Gianni Maroccolo che gli chiedeva informazioni a proposito dell'annuncio di una ricerca di musicisti per una band. Si scoprirà dopo che il Federico alla ricerca di gente non era Ghigo ma Fiumani, della band dei Diaframma. Ma ormai il destino era segnato. La curiosità Un leggero velo di mistero ha avvolto la band a proposito del nome. Per molti anni si è detto che avesse un significato dal sapore campanilista: 'L'ITalia, FIrenze e BAsta'. Invece no. Nasce dal passato di Ghigo da operatore telex. La lettera 'L', infatti, era la sigla della chiamata del sistema Iricon usato dal telex, IT stava per Italia, FI per Firenze, e BA per via de' Bardi, a Firenze, dove si trova la cantina di Renzulli dove i Litfiba sono nati
Articolo del
13/12/2021 -
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