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L’ultimo nome internazionale che ha partecipato al festival di Sanremo è quello di Dua Lipa nel 2020, poi anche con la scusa delle restrizioni dovute all’arrivo del Covid 19, non è stato possibile programmare superospiti nel 2021 e si è fatta una scelta autarchica anche per questa edizione. In realtà, secondo qualche spiffero giornalistico, la pandemia è stata la scusa per operare un netto taglio dei budget che sarebbero stati necessari a coprire ospitate di artisti internazionali di un certo livello.
Lo stesso Amadeus ha spiegato che le restrizioni per il covid hanno resto troppo complicato l’inserimento di ospiti. “Purtroppo il covid ci ha messo in difficoltà e mi dispiace che gli ospiti internazionali non ci siano” – ha spiegato – “Ci sono state trattative e anche la volontà, ma poi la paura di muoversi, i numeri sui contagi, la necessità di confermare mesi prima ha bloccato tutto e allo stato attuale non sono in grado di dare nomi internazionali. La colpa è della pandemia, non degli artisti né nostra. In passato ci avevamo provato con Dua Lipa, ma non è stato possibile farlo in altre occasioni. Ho molto rispetto delle decisioni altrui, che scindono dal rapporto personale. Non ho nessuna delusione per chi pensavo venisse e non è venuto”.
Per chi ha un po' di memoria storica soprattutto delle edizioni degli anni ottanta e novanta, l’apparizione degli ospiti internazionali era uno dei grandi elementi di attrattiva per un pubblico orientato ad un ascolto diverso degli allora cantanti italiani, in un’era della storia della musica in cui era inevitabili sentirsi provinciali rispetto all’esplosione di talenti e di miti del rock e del pop targati UK e USA.
Ed ecco che, anche per alzare l’appeal di un evento televisivo trasmesso in Eurovisione, la RAI ha aperto il portafoglio e ha ingaggiato in molti casi il meglio della musica internazionale del momento. Da Freddie Mercury nel 1984 che con i Queen salì sul palco del Teatro Ariston contrariato dall’obbligo di cantare in playback a Jennifer Lopez nel 2010 che forse è stata l’ultima grande star ad irradiare Sanremo.
Nel corso delle sue precedenti 71 edizioni, al Festival sono passate tra le più grandi pop star di tutti i tempi. Barry White nel 1977 è il primo superospite della storia della rassegna sanremese (dove cantò “I’M Qualified to Satisfy You). Nel 1978, quando a vincere furono i Mattia Bazar con “…E dirsi ciao”, a rendere il tutto più digeribile fu l’apparizione di Grace Jones con la sua memorabile interpretazione de “La vie en rose”. E l’anno dopo quando ad alzare la Palma del vincitore fu tale Mino Vergnaghi a surriscaldare il pubblico ci pensò Tina Turner con “Root, Toot Undisputable Rock’n’roller”. I Kiss non sono mai stati sul palco di Sanremo ma nel 1982 in collegamento con lo Studio 54 di New York suonarono “I”. Una ‘diretta’ che fece a suo modo storia, con l’inviata che gli consegna un Telegatto ai Kiss.
Scalpore e divertimento nel 1983 per l’arrivo del superospite Peter Gabriel al massimo della sua esperienza solista. Nel bel mezzo di “Shock the Monkey”, Gabriel si lanciò con una fune tra il pubblico schiantandosi nelle prime file, per fortuna senza alcuna conseguenza, ma solo un incredibile scalpore televisivo per quello che all’epoca apparve con un gesto dissacratorio.
L’edizione del 1984, che vide vincitori Al Bano e Romina Power, nella giornata conclusiva apparve sul palco Freddy Mercury con i Queen nel pieno di un successo globale. Fu anche l’anno dei Culture Club, di Bonnie Tyler con “Total Eclipse of the Heart”, ma anche Paul Young.
All’apice del loro successo, e già molto amati in Italia, i Duran Duran precedettero con “Wild Boys” l’annuncio della vittoria dei Ricchi e Poveri con “Se m’innamoro”. Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor ed Andy Taylor che di li a poco avrebbero compiuto il primo scioglimento della formazione storica, furono braccati dalle fans come mai prima d’allora s’era visto a Sanremo. Simon rimediò anche la rottura di un piede ma la sua esibizione rimarrà storica perché perse il microfono continuando ‘miracolosamente’ a cantare in playback.
Il 1986 registrò la scoperta di uno dei grandi interpreti della musica italiana del futuro. Con “Adesso Tu” Eros Ramazzotti fu proclamato con ampio distacco vincitore del festival e ad arricchire la serata finale ci fu Sting che si avviava alla sua carriera solista dopo i Police. Furono presenti in quell’edizione gli Spandau Ballet con “Fight for ourselves”, i Mr. Mister con “Broken wings”, ma soprattutto i Double con uno dei tormentoni dell’epoca: “The Captain of her heart”. L’anno dopo è la celebrazione di Morandi, Tozzi e Ruggeri che stravincono con “Si può dare di più ma a dare scandalo è l’esibizione di Patsy Kensit con gli Eight Wonders. Alla cantante inglese di ruppe l’abito monospalla e dovette cantare “Will you remember?” nell’imbarazzo di non perdere il vestito. Quell’anno all’Ariston ci furono anche gli Europe con “The Final Countdown”.
Una delle edizioni memorabili ed irripetibile rimarrà quella del 1997: David Bowie con “Little Wonder” fu annunciato da Mike Bongiorno come “talmente grande da essere l’unico cantante al mondo quotato in borsa”. Il nuovo millennio si apre con l’ospitata degli Oasis sul palco di Sanremo con “Go Let in Out”. Nel frattempo il mondo della musica e della tv sta velocemente cambiando anche a causa dell’esplosione del web. “Reperire” musica è diventato più semplice e anche il Festival di Sanremo è uscito da tempo dalla sua dimensione provinciale grazie alla progressiva crescita della musica nostrana. Gli ultimi colpi grossi della RAI si possono concentrare nell’edizione del 2002 grazie alla presenza di Britney Spears con “I'm Not a Girl, Not Yet a Woman” e quella di Jennifer Lopez nel 2010 quando Jenny from the Block risveglia il pubblico dell’Aristo al ritmo dei suoi successi in un medley pazzesco. Prima di concedersi in un’intervista confidenziale con la padrona di casa, Antonella Clerici. E arriviamo al 2022. Chi sono i superospiti di questa edizione? Il mondo è talmente cambiato che la punta più alta si è già raggiunta la serata di apertura della 72esima volta del Festival. I Mäneskin hanno consacrato sul palco del Teatro Ariston una vera e propria chiusura del cerchio. In questo momento la musica italiana ha il suo asso nella manica e il gruppo romano rappresenta a livello globale la più grande attrattiva live e televisiva. Su il sipario, quindi, e sempre viva sanremo
Articolo del
02/02/2022 -
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