Il 27 settembre la Sub Pop ha pubblicato ”White Roses, My God”, il debutto solista di Alan Sparhawk. Sebbene sia ovviamente (e giustamente) conosciuto per i suoi trent'anni nella leggendaria band Low, uno sguardo ai numerosi progetti collaterali di Sparhawk in questo stesso arco di tempo mostra come egli abbia sperimentato di tutto, dal punk al funk, dal lavoro di produzione all'improvvisazione.
I Low stessi non si sono mai accontentati di un suono o di un approccio fisso. La band è sempre stata una collaborazione, una conversazione, una storia d'amore tra Sparhawk e sua moglie, Mimi Parker, che è stata la cofondatrice, la batterista, la co-leader vocalist e il suo cuore pulsante e insostituibile. La Parker è morta nel 2022 dopo una lunga battaglia contro il cancro. Non c'è dubbio che “White Roses, My God” sia un disco nato dal dolore. Tuttavia, sarebbe riduttivo, persino sciocco, considerare il dolore come l'unica fonte o il limite finale di questo album teso, brillante, provocatorio, emozionante, la cui audace sperimentazione è alimentata da testi profondi e ritmi propulsivi. White Roses, My God è un esorcismo il cui scopo non è bandire lo spirito ma liberarlo.
Registrato ai 20 Below Studios di Duluth, MN, “White Roses, My God” è stato coprodotto e ingegnerizzato da Alan Sparhawk e Nat Harvie, mixato da Nat Harvie e masterizzato da Heba Kadry. L'album contiene i singoli ’Get Still’ e ’Heaven’, oltre all'uscita odierna dell'emozionante brano di debutto, ’Can U Hear’, il cui video è stato diretto da Rick Alverson. Tracklisting: 1. Get Still 2. I Made This Beat 3. Not the 1 4. Can U Hear 5. Heaven 6. Brother 7. Black Water 8. Feel Something 9. Station 10. Somebody Else’s Room 11. Project 4 Ever
Articolo del
01/10/2024 -
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