Ora che tutto si sta per concludere lo si può finalmente dire ad alta voce: it was a good year. E’ stata un’ottima annata, per dirla con Ridley Scott. Come già il 2008 infatti, anche il 2009 non ha deluso quanto a PEZZI (o CANZONI o MP3 o TRACKS che dir si voglia) che hanno rappresentato l’adeguata colonna sonora di questi nostri tempi: difficili e contrastati - certo che sì - ma anche straordinariamente vivaci ed eccitanti. Il bello è che (come già nel 2008) anche quest’anno i revival – questa sorta di zavorra che ci stavamo portando appresso sin da inizio secolo – sembrano avviarsi verso una trista marginalità e, si spera, finanche alla definitiva estinzione. Ne è conseguito che i brani che ci hanno accompagnato durante il 2009 hanno avuto in larga maggioranza un sapore innegabilmente inedito, contemporaneo. Oserei quasi dire “di avanguardia”. Ma non lo dico.
E anche quest’anno si è (come al solito, giusto in tempo utile) conclusa la nostra annuale poll redazionale che come tutti sapete consiste in: A) recuperare anche telefonicamente e andando sul posto le TOP 10 individuali di tutti i pigri e/o recalcitranti collaboratori di Extra! Music Magazine; B) “pesare” le suddette liste con criteri non proprio scientifici ma quasi; C) compattare il tutto fino a giungere alla (da 4 anni ormai) tradizionale classifica delle singole 10 TRACKS o CANZONI o MP3 o PEZZI che dir si voglia, che nel 2009 ci sono piaciute di più e/o sono state le più innovative e/o le più emozionalmente coinvolgenti.
Ci si chiede – sempre più insistentemente, a dire il vero – perché dalle nostre parti, a differenza di quanto accade altrove un po’ dappertutto, non si faccia la classifica dei migliori Album altrimenti detti Long Playing. Le motivazioni sono molteplici. Intanto, noi per primi siamo certissimi che non freghi niente a nessuno sapere se la nostra redazione ritiene l’ottavo degli Animal Collective meglio del secondo degli Horrors o viceversa, o se “Veckatimest” dei Grizzly Bear si è piazzato due o tre posizioni più in alto di “Lungs” di Florence & The Machine. Ci sono già le pagine elettroniche di Pitchfork per questo, o quelle cartacee di Rolling Stone (edizione U.S.A., naturalmente), o ancora tante altre testate di livello transnazionale e di assoluta autorevolezza: a voi la scelta. Siamo convinti che sia meglio - per noi e soprattutto per voi - coltivare con passione e abnegazione un piccolo nostro orticello, che nel caso in questione è rappresentato dal “meglio” dei brani singoli. “Oggetti” da tre / quattro / cinque minuti di durata al massimo, che alla fine della fiera, rappresentano il principale motivo per cui la musica pop riesce a coinvolgerci ancora così tanto. Anche perché – e qui, senza alcuna vergogna, taglio e incollo parola per parola quanto già scritto in passato – “gli Album dalle nostre parti sono ritenuti roba del secolo scorso, buoni solo per le recensioni in quanto consentono di avere una più larga panoramica degli artisti o delle band trattate. Gli Album passano (e spesso ascoltati nella loro interezza annoiano), le Canzoni restano. E’ questa la filosofia (di ritorno) del nuovo Millennio, a cui aderiamo pienamente e convintamente”.
Ma bando alle ciance e andiamo a rivelare chi è il successore di “Time To Pretend” dei MGMT, vincitore della nostra POLL nel 2008, di “All I Need” dei Radiohead, n.1 nel 2007, e di “Steady As She Goes” dei Raconteurs, dominatore nel 2006. Fiato alle trombe, rullo di tamburi ed entrino di gran carriera nani e ballerine: nel 2009 il nostro PEZZO preferito è stato...
n. 1) Grizzly Bear – Two Weeks (da “Veckatimest”)
Merito (o colpa: fate vobis) della pubblicità della nuova Peugeot 5008, che l’ha reso onnipresente nella seconda parte dell’anno? Possibile, ma comunque noi l’avevamo già capito da mesi che “Two Weeks” era un brano assolutamente “infectious”, come usa dire in quel di Brooklyn, luogo d’origine degli autori Grizzly Bear. Per usare la lingua di Dante: “irresistibile”, con il suo melànge di gospel e di armonie alla Beach Boys declinati in modalità indie, il tutto magnificato dagli interventi vocali del leader Edward Droste, una delle rivelazioni del 2009. “Two Weeks” ha stregato un po’ tutti, al contrario del pur acclamato (da gran parte della critica) secondo album dei Grizzly Bear “Veckatimest” che – per fare un esempio – il nostro recensore Marco Jeannin ha trovato eccessivamente “ruffiano”. Ecco come lo ha descritto lo scorso ottobre:
“I dodici pezzi che compongono il disco sono un buon esempio di come un album nel 2009 debba essere strutturato per fare breccia nel cuore del critico e dell’appassionato più intrippato. C’è tanta melodia, molto ariosa e colorata che prende spunto dal folk e dalla psichedelia, mitigata da quell’immancabile piglio indie da band di livello e da un sacco di buone idee in tema di arrangiamenti, spunti floreali anni Sessanta che creano atmosfere innegabilmente affascinanti ed intelligenti.”
Key-lyrics (per chi si è imbattuto spesso in quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi):
Save up all the days, a routine malaise Just like yesterday, I told you I would stay Would you always, maybe sometimes Make it easy, take your time…
n. 2) Animal Collective – In The Flowers (da “Merriweather Post Pavilion”)
Stravotata anch’essa, la band del Maryland ha condotto un appassionante testa a testa con i Grizzly Bear fino al’ultimo giorno utile, e ha dovuto mollare solo in prossimità del traguardo. Conquistano comunque un prezioso 2° posto, anche in virtù dell’innovativo “Merriweather Post Pavilion”, album pieno zeppo di brani memorabili. Alla fine la preferenza è andata alla sognante “In The Flowers”, ma anche il singolo “My Girls” ha riscosso un massiccio apprezzamento. Gli ha nuociuto forse una eccessiva sovraesposizione, dovuta alla data di uscita dell’album: i primi di gennaio. Degli Animal Collective, che sono stati indubbiamente tra i campioni del 2009, il sottoscritto scriveva quanto segue nella recensione pubblicata ai primi di marzo:
“[…] il collettivo del Maryland (qui in formazione a tre con Avey Tare, Panda Bear e Geologist, senza quindi Deakin lasciato per qualche ragione in panchina) ha realmente confezionato una sequenza di brani di primissima qualità che possiedono tutti – ma proprio tutti – gli ingredienti per essere definiti the sound of 2009: psichedelia innanzitutto, ma anche tanto - più del solito - pop (tanto da far pensare ad una nuova inedita declinazione del dream-pop anni '80), elettronica, tecnologia, ritmi obliqui e melodie da capogiro che vantano un padre nobile nel miglior Brian Wilson epoca “Pet Sounds” e “Smile”.”
E ancora:
[…] se si escludono i due indubbi vertici rappresentati da “Bluish” (stupenda sognante canzone) e di “My Girls” (il primo singolo) e l’unico nadir della tediosa “Guy’s Eyes”, il resto di “Merriweather Post Pavilion” si mantiene su un livello – altissimo – piuttosto omogeneo.”
Key-lyrics (per chi ritiene che nessun uomo dovrebbe vivere senza aver sperimentato almeno una volta la sana anche se noiosa solitudine della wilderness, scoprire di dover dipendere da se stessi e per questo tirar fuori la vera forza interiore):
So the dancer who gets wild to the deep reveling rhythm But I am always away for weeks that pass slow like mind gets lost Feeling envy for the kid who danced in spite of anything And we’re out in the flowers and feel better …If I could just leave my body for the night…
n. 3) Pearl Jam – Just Breathe (da “Backspacer”)
E’ stato uno dei grandi ritorni del 2009, quello della band di Seattle fronteggiata da Eddie Vedder. E potevano i Pearl Jam mancare dalla nostra Top10, considerando anche il fatto che tradizionalmente è una delle band più amate dai nostri critici (anche al di sopra dei propri meriti? Può darsi…)? Di “Backspacer” sono piaciute anche la potente “The Fixer” e la commovente “The End”, ma alla fine ha prevalso la malinconica “Just Breathe”, brano di cui il nostro Andrea Belcastro, nella sua recensione di fine settembre, scriveva che “...con il suo arpeggio richiama direttamente le pagine migliori di Into The Wild”", per poi concludere, su “Backspacer” nel suo complesso:
“C’era chi si aspettava molto, c’era chi non si aspettava proprio nulla e qualcun altro che aveva previsto un disco senza infamia e senza lode. Ma al nono album in studio, ai Pearl Jam probabilmente sarebbe stato davvero crudele (tenuto conto delle difficoltà passate) chiedere qualcosa migliore dell’onestissimo album che possiamo stringere ora tra le mani. Backspacer è un disco di spessore, con momenti altissimi di puro godimento adrenalinico ed altri di elevato e commovente lirismo, ma non è un capolavoro, perché mancano quei brani che ti spezzano le gambe e il cuore e purtroppo, invece, trovano spazio anche composizioni di dubbio valore.”
Key-lyrics (per chi pensa che alcune persone hanno delle vibrazioni che vengono dritte dal cuore vibrante del sole):
Yes, I understand that every life must end, uh-huh As we sit alone, I know someday we must go, uh-huh Oh I'm a lucky man, to count on both hands the ones I love Some folks just have one, yeah, others, they've got none Stay with me... Let's just breathe...
n. 4) Florence & The Machine – Rabbit Heart (Raise It Up) (da “Lungs”)
Un album nel complesso semideludente, quello dell’inglesina mezza americana Florence Welch e del suo gruppo The Machine (“Lungs”). Magari crescerà negli anni a venire: per il momento, dalla sua, Florence ha doti vocali al di sopra della media (tanto che qualcuno si è spinto a paragonarla a Kate Bush) e tre-quattro pezzi pop di assoluto livello, in primis la gioiosa “Rabbit Heart” assai votata dalla nostra redazione. Così scriveva il nostro Degio De Giorgis nella sua recensione dell’album di Florence & The Machine:
“"Lungs" sin dalla prima canzone riesce ad incuriosire per le melodie semplici, dirette, ma colme di passione; l'uso poi di archi e pianoforte, valorizzano ogni brano. "Dog Days Are Over", "Kiss With A Fist", il primo singolo "Rabbit Heart (Raise It Up)", "Drumming" e "Cosmic Love" sono i pezzi che si discostano dal resto del cd, in quanto risultano canzoni meno introspettive e sicuramente più accattivanti."
Lo scorso 16 ottobre Florence & The Machine approdavano in data unica ai Magazzini Generali di Milano, riscuotendo notevole successo. Era presente il nostro Marco Jeannin che evidentemente ammaliato dalla bella Florence riportava:
“Per ogni pezzo c’è un boato d’accompagnamento che metterebbe in imbarazzo chiunque. Non la rossa dal cuor di leone, evidentemente a proprio agio sul palco con quelle movenze da post adolescenza che la rendono ancora più sexy e magnetica di quanto già non sia. Rabbit Heart (Raise It Up) , Drumming Song, Cosmic Love e You’ve Got The Love le più acclamate in un set che registra pochissime sbavature – ovviamente audio a parte – e diversi picchi di bravura.”
Key-lyrics (per chi ama troppe cose e si ritrova sempre confuso e impergolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipita):
Here I am a rabbit hearted girl Frozen in the headlights It seems I’ve made the final sacrifice
We raise it up this offering We raise it up
n. 5) U2 – Magnificent (da “No Line On The Horizon”)
Ormai l’abbiamo capito e ci siamo rassegnati: gli U2 saranno sempre con noi, implacabili, non si faranno mai da parte fino all’ultimo dei loro e/o nostri giorni. Infatti, anche nell’anno in cui Bono e Co. hanno realizzato uno dei più sfocati album della loro carriera, riescono ugualmente a piazzare un brano nella nostra Top 10. Che poi, va detto, “Magnificent” è canzone di pregevolissima fattura, il classico pezzo in stile U2 che non ti riesci più a levare dalla mente con tutti gli ingredienti giusti (voce di Bono, chitarra di The Edge ecc.) al posto giusto. Bravi loro, e bravo il nostro Andrea Belcastro che nella sua recensione pubblicata in anteprima (credo mondiale) il 20 febbraio, sentenziava:
“Togliamoci subito il sassolino dalla scarpa e diciamo che, se alla fine della fiera, il brano che più esalta e rimane impresso nella mente è “Magnificent”, per la quale tutto si può dire tranne che sia una canzone che si discosta dal più tipico sound u2ico da stadio (il chitarrone reverberato di The Edge non può che far accendere diverse lampadine) allora il dado - delle illusioni infrante - è presto tratto.”
Key-lyrics (per chi era una volta giovane e aggiornato e lucido e sapeva parlare di tutto con nervosa intelligenza e con chiarezza):
Only love, only love can leave such a mark But only love, only love can heal such a scar Justified till we die, you and I will magnify The Magnificent Magnificent
n. 6) Fever Ray – When I Grow Up (da “Fever Ray”)
Inutile ch’io mi nasconda dietro a un dito: per il sottoscritto l’album solista di Fever Ray, alias Karin Dreijer Andersson (sorella di Olof Dreijer con il quale forma il celebre duo The Knife) è stato il migliore del 2009. Non nego neanche di aver seriamente pensato di taroccare la classifica finale della Top 10 per farvi rientrare almeno “uno” dei tanti immaginifici brani di questa raccolta, ma tanto alla fine è stata la redazione a togliermi dall’impasse (e a mantenere la mia onestà), votando spesso e volentieri per diversi pezzi quali “Triangle Walks”, “Seven”, “Now’s The Only Time I Know”, e – soprattutto – “When I Grow Up”, che alla fine ha ottenuto una leggera prevalenza. Questo il giudizio del sottoscritto sul complesso dell’album “Fever Ray”, nella recensione di recente pubblicazione:
“Aleggia su molti di questi brani (vedi le folgoranti melodie scolpite nel ghiaccio di “Seven”, “When I Grow Up” e “Triangle Walks”) lo spirito di un certo synth-pop britannico degli Anni Ottanta, quello per intenderci dei Normal di Daniel Miller, di The The e perfino degli Ultravox (di entrambe le fasi: sia di quella di John Foxx che di quella a guida Midge Ure). E sempre dal medesimo decennio, la Dreijer recupera l’esperienza dark, quella lasciataci in eredità prima dai Cure e in seguito da Cocteau Twins e Dead Can Dance. Per altri versi invece, “Fever Ray” è il capolavoro che Bjork, pur avendolo sfiorato, non è ancora riuscita a consegnarci: ricordano l’artista islandese l’uso della voce con accenni di isteria e il drumming sintetico secco e spietato. E ancora: l’accento Nordic-English della Dreijer - così simile a quello di Bjork - e le liriche, tipicamente naif eppure molto efficaci nell’accentuare il senso di dislocazione di per sé già espresso perfettamente dalla musica. Ne risulta una parata di brani intoccabili…”
Key-lyrics (per quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune , ma bruciano, bruciano , bruciano come candele romane gialle e favolose, che esplodono come ragni tra le stelle):
When I grow up, I want to live near the sea Crab claws and bottles of rum That’s what I’ll have staring at the seashell Waiting for it to embrace me
n. 7) Bill Callahan – Eid Ma Clack Shaw (da “Sometimes I Wish We Were An Eagle”)
“Il buon vecchio Bill è tornato. Basta il primo, semplice, arpeggio in “Jim Cain” per rassicurarci. Bill Callahan non ha perso il suo smalto, si è solo preso del tempo per riflettere e incidere il disco su cui da anni fantasticavamo. Quella voce calda, più vicina alla narrazione che al canto, ricolloca le cose nel loro ordine”, questo l’incipit del nostro Giuseppe Celano nella sua positiva recensione di “Sometimes I Wish We Were An Eagle”. Un disco ispiratissimo che ad alcuni ha ricordato gli anni d’oro di Leonard Cohen, con le indubbie vette di due canzoni magistrali quali “All Thoughts Are Prey To Some Beast” e “Eid Ma Clack Shaw”. Quest’ultima, con un testo nonsense fenomenale che ha fatto la differenza e che la ha fatta preferire ai più. Ancora Celano:
“Questa seconda uscita solista di Callahan fa centro (“Too Many Birds”), e come il volo leggero e maestoso di un’aquila si allontana velocemente dopo aver colpito i vostri nervi scoperti (“All Thoughts Are Prey To Some Beast”). Unitevi al suo volo alto ed elegante.”
Key-lyrics (per chi si è già dimesso dal tentativo di essere felice):
Eid ma clack shaw Zupoven del ba Mertepy ven seinur Cofally ragdah Show me the way, show me the way, show me the way To shake a memory
n. 8) La Roux – In For The Kill (da “La Roux”)
Non tutti sono rimasti convinti dalla ciuffolona Elly Jackson e dall’autore/produttore Ben Langmaid, britannici sulla ventina che sotto il nome di La Roux hanno spinto alle estreme conseguenze la loro passione per le sonorità sintetiche oltreché ballabili degli Anni Ottanta. E’ indubbio, tuttavia, che alcuni brani del loro album d’esordio sono stati tra i singoloni essenziali del 2009, “In For The Kill” su tutti. L’abbiamo votata in molti. Una delle poche voci dissenzienti è stata quella della nostra Maria Francesca Palermo, che nella sua recensione pubblicata in novembre era rimasta alquanto freddina:
“La grande ricetta che ha permesso ai La Roux di avere successo è, in primo luogo, il revival ‘80s a cui siamo costretti ad assistere oramai da tempo. Non che sia un male ma a tratti rischia di trasformarsi in una sorta di buco nero culturale che risucchia tutto ciò che di buone attualmente esiste in tale campo.”
E ancora:
“Questo disco non rappresenta né il synth-pop di ieri né quello di domani. Casomai può solo sostituirsi alla funzione che gli scaldamuscoli hanno in pista: dopo il riscaldamento vanno adeguatamente rimossi. Il risultato finale è nel complesso asfissiante.”
Key-lyrics (per chi è hip ma non se la tira, intelligente ma non palloso, intellettuale senza fare il saccente o parlarsi addosso):
I'm going in for the kill I'm doing it for a thrill I'm hoping you'll understand And not let go of my hand
n. 9) Arctic Monkeys – Crying Lightning (da “Humbug”)
E’ una gradita conferma quella degli Arctic Monkeys, peraltro l’unica rispetto alle annate precedenti: la ciurma di Sheffield capitanata dal giovine (ora lungocrinito) Alex Turner infatti tre anni fa con “A Certain Romance” era arrivata terza nella nostra poll 2006. E quest’anno i Monkeys ottengono un pregevole piazzamento in nona posizione con uno dei pochi brani fulminanti di un album (“Humbug”) che avrebbe dovuto fare sfracelli (data anche la strombazzata produzione di Josh Homme dei QOTSA) ma che nel complesso ha abbastanza deluso. Questo il giudizio senza appelli del nostro Andrea Belcastro nella sua recensione dei primi di settembre:
“Dell’eredità hendrixiana, in realtà, nell’ultima fatica di Alex Turner e soci c’è veramente poco o niente, ed, al contrario di quanto affermato da altri avvenenti recensori, la tanto declamata rivoluzione sonora verso i lidi della new-psichedelia è ancora lontana da venire. A partire dalle prime due tracce, “My Propeller” e, soprattutto, il nuovo singolo “Crying Lightning”, che fungono da rispettoso tramite nei confronti del recentissimo passato indie-rock. Per farla breve, la pasta è sempre quella che ha caratterizzato la band nei due precedenti episodi, solo con qualche spennellata sonora in più e una leggera tendenza a rendere maggiormente variopinto la scenografia che sorregge i vari brani.”
Key-lyrics (per chi desidera essere un messicano di Denver, o persino un povero giapponese stremato dal lavoro, tutto fuorché quel che tristemente è, un "uomo bianco" disilluso):
Your past-times, consisted of the strange, And twisted and deranged, And I love that little game you had called, Crying lightning, And how you like to aggravate the ice-cream man on rainy afternoons
n. 10) White Lies – To Lose My Life (da “To Lose My Life”)
Nulla di nuovo, i britannici White Lies. Il tipico fenomeno UK da Anni Zero, dal sound che prende spunto dal post-punk di fine Anni Settanta per rivisitarlo in funzione dancefloor (“indie”, preferibilmente, che fa più “figo”). Nulla di nuovo, ma la loro “To Lose My Life” è stato un singolo pressoché perfetto, ascoltare per credere. Molti nella nostra redazione ne sono stati conquistati, e nulla ha potuto la pesante stroncatura operata dal sempre puntuale Emanuele Tamagnini di Nerds Attack, che a inizio anno aveva avvertito:
“Un prodotto perfetto. Loro destinati nelle interviste a parlare di morte, sofferenza e quant’altro possa scatenare visioni pessimistiche. Ma è patina. Di un sound furbo. Per un paio di brani sembrano i Killers, per un altro i Franz Ferdinand, per un altro ancora gli Editors. Sinceramente a me ricordano i Tears For Fears degli esordi. Con la voce - in alcuni frangenti - molto vicina a quella di Roland Orzabal (’Nothing To Give’ ad esempio è semplicemente stucchevole). Nulla di nuovo. Nulla per cui eccitarsi. Ma solo un piacevole ascolto senza pensieri. Neri possibilmente.”
Key-lyrics (per chi crede che la sua condizione terrena sia piena di una tristezza insostenibile e dà la colpa a Dio anziché a sè stesso):
Let's grow old together, And die at the same time. Let's grow old together, And die at the same time.
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Ed ecco di seguito le Top 10 personali dei collaboratori (interni ed esterni) di Extra! Music Magazine, in rigoroso ordine alfabetico.
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Andrea Bagnasco
1) Pearl Jam - Just Breathe 2) Muse - United States Of Eurasia 3) Paolo Nutini - 10/10 4) Pete Doherty - I Am The Rain 5) Grizzly Bear - Two Weeks 6) Muse - Uprising 7) Ministri - Il bel canto (in versione acustica) 8) Pearl Jam - The End 9) Paolo Nutini - Pencil Full Of Lead 10) Impossible Hair - The One Legged Man
Andrea Belcastro
1) Dinosaur Jr. - I Don't Wanna Go There 2) Graham Coxon - Humbleman 3) Lou Barlow - Too Much Freedom 4) Pearl Jam – The Fixer 5) Arctic Monkeys - Crying Lightning 6) Sonic Youth - Antenna 7) Air - You Can Tell It To Everybody 8) Radiohead - These Are My Twisted Words 9) Animal Collective - My Girls 10) U2 - Magnificent
Antonio Benforte
1) Wilco - I'll Fight 2) Eels - That Look You Give That Guy 3) Niccolò Fabi - Solo un uomo 4) Bon Iver - Blood Bank 5) Arctic Monkeys - Cornerstone 6) Depeche Mode - Wrong 7) Cesare Basile - Le canzoni dei cani 8) Pipers - No One But Us 9) White Lies - To Lose My Life 10) La Roux - In For The Kill
Claudio Biffi
1) Pearl Jam - Just Breathe 2) Them Crooked Vultures - Bandoliers 3) Depeche Mode - Wrong 4) Grizzly Bear - Two Weeks 5) U2 – Magnificent 6) Jay-Z feat. Alicia Keys - Empire State Of Mind 7) Florence & The Machine - Rabbit Heart 8) Cougar – Stay Famous 9) Raveonettes – Bang! 10) We Were Promised Jetpacks – Ships With Holes Will Sink
Sara Bracco
1) Grizzly Bear - Ready Able 2) Mew - Beach 3) The Black Heart Procession - When You Finish Me 4) Hildur Guðnadóttir - Erupting Light 5) Peter Broderick - Piano & Toy Piano 6) David Sylvian - Small Metal gods 7) Animal Collective - My Girls 8) Tim Hecker - Borderlands 9) Antony And The Johnsons - Epilepsy Is Dancing 10) Bonnie Prince Billy - Afraid Aint Me
Antonello Cacciotto
1) Ryan Bingham - Dylan's Hard Rain 2) Willie Nile - House Of A Thousand Guitars 3) God Help The Girl - Come Monday Night 4) The Soulsavers - Revival 5) Emmy The Great - MIA 6) Wilco - One Wing 7) Neko Case - People Got A Lotta Nerve 8) The Flaming Lips - Watching The Planets 9) Arctic Monkeys - Crying Lightning 10) Pearl Jam - Force Of Nature
Fredo Cane
1) Animal Collective – In The Flowers 2) Grizzly Bear - Two Weeks 3) La Roux – In For The Kill 4) Arctic Monkeys – Crying Lightning 5) Fever Ray – When I Grow Up 6) Florence & The Machine – Rabbit Heart 7) White Lies – To Lose My Life 8) Bill Callahan – Eid Ma Clack Shaw 9) The Yeah Yeah Yeahs – Zero 10) U2 - Magnificent
Michele Cavagna
1) Pet Shop Boys - All Around The World 2) Animal Collective - In The Flowers 3) Antony & The Johnsons - Epilepsy Is Dancing 4) Bill Callahan - All Thoughts Are Prey To Some Beast 5) Art Brut - Am I Normal? 6) Peter Doherty - Salome 7) White Lies - Farewell To The Fairground 8) Editors - The Boxer 9) Girls - Lust For Life 10) Phoenix - Lisztomania
Giuseppe Celano
1) Sleepy Sun - White Dove 2) Om - Pilgrimage 3) Anthony And The Johnsons - Daylight And The Sun 4) Dan Auerbach - When I Left The Room 5) Church Of Misery - Bllod Sucking Freak 6) Teatro degli Orrori - Padre Nostro 7) Mastodon - The Czar 8) Edda - Io e te 9) Maya Mountains - Fire Entrance 10) Paolo Benvegnù - Nel Silenzio
Simone Cosimi (anche: Inside Art, Excite, DNews, Rockit)
1) Dente - La presunta santità di Irene 2) Them Crooked Vultures - Bandoliers 2) Ministri - Tempi bui 3) Moderat - New Error 4) Taken By Trees - To Lose Someone 5) La Roux - In For The Kill 6) Edward Sharpe And The Magnetic Zeros - 40 Day Dream 7) Animal Collective - My Girls 8) Regina Spektor - The Calculation 9) Florence & The Machine - Rabbit Heart 10) Jarvis Cocker - I Never Said I Was Dee
Luca D’Ambrosio (per gentile concessione di www.musicletter.it)
1) Pink Mountaintops - Closer to Heaven 2) Barzin - Soft Summer Girls 3) The Leisure Society - A Short Weekend Begins With Longing 4) Wilco - You and I 5) Terry Callier - Hidden Conversations 6) M.Ward - For Beginners 7) Kings of Convenience - Mrs. Cold 8) Wye Oak - For Prayer 9) Andrew Bird - Anonanimal 10) The Pains Of Being Pure At Heart - Young Adult Friction
Giancarlo De Chirico
1) Iggy Pop - I Want To Go To The Beach 2) Antony & The Johnsons - One Dove 3) Dinosaur Jr - Over It 4) Peter Hammill - Undone 5) Bill Callahan - Eid Ma Clack Shaw 6) Barzin - Queen Jane 7) Fever Ray - When I Grow Up 8) Grizzly Bear - Two Weeks 9) Monsters Of Folk - Dear God 10) Hope Sandoval - Trouble
Degio De Giorgis
1) Teatro degli Orrori – A sangue freddo 2) Florence & The Machine – Rabbit Head (Raise It Up) 3) Telefon Tel Aviv – Your Mouth 4) Mado Diao – Dance With Someone 5) Bachi da pietra - Servo 6) Ebony Bones – The Muzik 7) Data Rock – Do It Your Way 8) Animal Collective – My Girls 9) Crooked Vultures – New Fang 10) Bill Callahan – Eid Ma Clack Shaw
Bianca De Luca 1) Robbie Williams - Bodies 2) Kings Of Convenience - Mrs Cold 3) Amy Mcdonald - This Is The Life 4) Green Day - 21 Gungs 5) Mark Knopfler - Remembrance Day 6) Noisettes - Never Forget You 7) The Fray - Enough For Now 8) Empire Of The Sun - Walking On A Dream 9) Holly Williams - Gone With The Morning Sun 10) Michael Jackson - This Is It
Enrico De Turris
1) Paolo Nutini - 10/10 2) Funky Pushertz - Dieci 3) Them Crooked Vultures - Gunman 4) Negrita - Salvation 5) Pearl Jam - The Fixer 6) Alessandro Mannarino - Tevere Grand Hotel 7) Ben Harper - Shimmer & Shine 8) Skunk Anansie - Tear The Place Up 9) Glasvegas - Geraldine 10) Il Teatro Degli Orrori - E' Colpa Mia
Marco Di Milia
1) Il Teatro degli Orrori - A sangue freddo 2) Julie's Haircut - The Devil In Kate Moss 3) Dente - La presunta santità di Irene 4) Paolo Benvegnù - Io e il mio amore 5) Calibro 35 - Tutta Donna 6) Placebo - Ashtray Heart 7) The Zen Circus - Gente di merda 8) Giorgio Canali & Rossofuoco - M.me et Mr. Curie 9) Pearl Jam - The Fixer 10) Florence & The Machine - I Gotta Love
Francesco Donadio
1) Bill Callahan – Eid Ma Clack Shaw 2) Fever Ray - When I Grow Up 3) Grizzly Bear - Two Weeks 4) Animal Collective – In The Flowers 5) La Roux – In For The Kill 6) Petits Fours - Fort Wayne 7) Arctic Monkeys – Crying Ligthning 8) Richmond Fontaine - Maybe We Were Both Born Blue 9) Fever Ray – Triangle Walks 10) White Lies – To Lose My Life
Geordie Echo
1) Gossip - Heavy Cross 2) DID - Time For Shopping 3) Les Fauves - Funeral Party 4) Apaloosa - Tg 5) Gossip - Love Long Distance 6)Comaneci - Not 7) Bob Dylan - Must Be Santa 8)Comaneci - Green 9)DID - Crazy Yes 10) Velvet feat. Beatrice Antolini - Confusion Is Best
Marta Esperti
1) Danger Mouse & Sparlehorse – Just War 2) Grizzly Bear – Two Weeks 3) Kasabian – Fire 4) Animal Collective – My Girls 5) Wilco - Wilco (The Song) 6) White Lies - Unfinished Business 7) Franz Ferdinand – Bite Hard 8) Noah & The Whale – The First Days Of Spring 9) Mumford & Sons – Little Lion Man 10) Bud Spencer Blues Explosion – Tiepido
Valentina Gianfermo
1) Porcupine Tree - Remember Me Lover 2) Peter Hammill - Undone 3) Luminal - Il fiume 4) Tori Amos - Give 5) Regina Spektor- Eet 6) Surgery - Das Ende meiner Welt 7) No Keys - Underwater 8) Polvo - Lucia 9) Underdog - Like People 10) Betty Ford Center – Psychovicious
Giuseppe “Il Console”
1) This Immortal Coil – Teenage Lightning 2) Telefon Tel Aviv – Birds 3) Port-Royal – Balding Generation (Losing Hair As We Lose Hope) 4) Moderat – Rusty Nails (Shackleton Remix) 5) Telefon Tel Aviv – You Are The Worst Thing In The World 6) This Immortal Coil – Tattooed Man 7) Pete Doherty – A Little Death Around The Eyes 8) Fever Ray – Now's The Only Time I Know 9) Piano Magic - Recovery Position 10) Hugh Cornwell – The Pleasure Of Your Company
Marco Jeannin
1) Converge - Wretched World 2) Phoenix - Rome 3) Pearl Jam - The End 4) Jonsi - Boy Lilikoy 5) Mono - Ashes In The Snow 6) Mumford And Sons - Little Lion Man 7) Animal Collective - My Girls 8) The Antlers - Kettering 9) Fuck Buttons - Flight Of The Feathered Serpent 10) Alice In Chains - When The Sun Rose Again
Elisabetta Lanzillotti
1) Robbie Williams - Deceptacon 2) Pete Yorn & Scarlett Johansson - Relator 3) Lily Allen - Fuck You 4) Jay-Z - Empire State Of Mind 5) Grizzly Bear - Slow Life 6) Bat For Lashes - Daniel 7) The Killers - Spaceman 8) The Crystal Method - Divided By Night 9) The Temper Trap - Sweet Disposition 10) Nitin Sawhney - Last Train To Midnight
Arianna Mossali
1) Heaven And Hell - Bible Black 2) Alice In Chains - Your Decision 3) Epica - Unleashed 4) AC/DC - Anything Goes 5) Foo Fighters - Wheels 6) Hammerfall - Any Means Necessary 7) U2 - Magnificent 8) Kings Of Leon - Use Somebody 9) Shelter - The Swimmers 10) Monsters - Hurricane Bells
Maria Francesca Palermo
1) Animal Collective - In The Flowers 2) The Twilight Sad - I Became A Prostitute 3) Grizzly Bear - Two Weeks 4) The Dodos - Two Medicines 5) Port-Royal - Nights In Kiev 6) Micachu And The Shapes - Just In Case 7) Ty Segall - Cents 8) The Horrors - Sea Within A Sea 9) Yacht - The Afterlife 10) Maisie - Io Non Protesto, Io Amo
Benedetta Palombi
1) Franz Ferdinand – No You Girls 2) Muse - Uprising 3) Radiohead - These Are My Twisted Words 4) Pearl Jam- The Fixer 5) Editors - Papilon 6) Foo Fighters - Wheels 7) White Lies - To Lose My Life 8) Gossip - Heavy Cross 9) Killers - Spaceman 10) Chris Cornell – Long Gone
Renzo Stefanel
1) Grizzly Bear - Two Weeks 2) The Yeah Yeah Yeahs - Zero 3) Phoenix - Lisztomania 4) Bat For Lashes - Daniel 5) Amari - Cronaca vera 6) Dente - La presunta santità di Irene 7) Kasabian - Underdog 8) Gossip - Heavy Cross 9) The Horrors - Whole New Way 10) U2 - Magnificent
Emanuele Tamagnini (per gentile concessione di Nerds Attack!)
1) Three Mile Pilot - Planets 2) Maserati - Monoliths 3) Brett Anderson - The Hunter 4) Massive Attack - Splitting The Atom 5) Viva Voce - Devotion 6) Dan Auerbach - When The Night Comes 7) Fever Ray - Triangle Walks 8) Mew - New Terrain 9) The Black Crowes - I Ain't Hiding 10) Speech Debelle - Better Days
Valentina Tonini Del Furia
1) White Lies - Death 2) Giorgio Canali & Rossofuoco - Tutti gli uomini 3) Afterhours - Il paese è reale 4) The Pains Of Being Pure At Heart – Everything With you 5) Editors - Papillon 6) Coldplay – Viva La Vida 7) The Dead Weather - Treat Me Like Your Mother 8) The Killers - Human 9) Girls – Hellhole Race 10) Kate Perry – Hot’n’cold
Eugenio Vicedomini
1) Scott Matthew - For DicK 2) The Flaming Lips - Evil 3) Pivot - Fool In Rain 4) Mummers - Wonderland 5) The Antlers - Kettering 6) Mew - Beach 7) Soulsavers - The Seventh Proof 8) Franco Battiato - Inverno 9) Airbag - Prelude 10) Audiotransparent - Prison Yell
Articolo del
23/12/2009 -
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