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E’sabato. E’ arrivata l’estate. Infatti non c’è molta gente in giro. Mi avvicino all’ingresso dell’Auditorium dove fervono i lavori di allestimento del palco della Cavea, ma non sono qui per un concerto. Sono qui per la mostra fotografica sui Pearl Jam Five Horizons, la prima al mondo dedicata a questa band e per questo anche da loro stessi “benedetta” e sponsorizzata attraverso il loro sito ufficiale. Circa 70 fotografie esposte nel foyer e nei quattro corridoi laterali, dove si possono ammirare diversi momenti di live e/o photo sessions firmate da 13 fotografi, alcuni dei quali di fama mondiale, e che hanno seguito la band come loro fotografi ufficiali. E’ il caso in particolare di Lance Mercer, principale contributore della mostra, che li ha seguiti fin dagli inizi negli anni ’90 diventando un amico intimo della band, fino ad arrivare ai più recenti ritratti di Steve Gullick e Danny Clinch.
Giammaria De Gasperis, curatore della mostra insieme a Paola Contino, racconta che ci sono voluti più di dodici mesi di lavoro, nei quali hanno ideato e progettato la mostra, hanno contattato i fotografi, raccolto e selezionato le foto, e provveduto ad incorniciarle per poi trovare una location che migliore non si poteva: l’Auditorium, luogo della musica per eccellenza.
A margine è stato concepito anche un contest partito il 19 marzo, rivolto a tutti i fans dei Pearl Jam ai quali è stato chiesto di inviare i loro scatti ai PJ nel corso degli anni durante live o backstage; la giuria composta da Dave Krusen (primo batterista dei PJ), Fernando Apodaca, Jason Mueller, Ananda Moorman, Jesse MacDonald (tutto il team del video Life Wasted), Rupert Bottaro (curatore di Moby Dick /Radio2) e Claudio Todesco (giornalista di Jam e autore della biografia dei PJ Long Road) e dal Five Horizons Team, ha decretato vincitrice la foto del boliviano Fernando Nuñez.
Come potete immaginare si tratta di un progetto molto ambizioso che fino ad ora ha avuto un ottimo riscontro in termini di visite e di pubblicità sui maggiori quotidiani e riviste musicali. E questo è solo l’inizio poiché la mostra è stata già richiesta da altre città nel mondo, per approdare, speriamo presto, anche a Seattle, casa dei PJ. Una cosa nata in Italia che potrebbe fare il giro del mondo, è una cosa di cui essere orgogliosi. Ottimo lavoro, complimenti a tutti quelli che hanno contribuito a realizzarlo. E quindi il mio consiglio è questo, che andiate all’Auditorium per un concerto oppure no, trovate un’ora del vostro tempo per fare due passi ad ammirare queste fotografie, tutte molto intense, e vi verrà voglia, con l’aiuto del sottofondo, di riascoltare qualche disco dei Pearl Jam e immergervi nelle atmosfere grunge che li contraddistinguono.
Articolo del
26/06/2013 -
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