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Risate agrodolci nell’omaggio al dialetto e a Gilberto Govi: Tullio Solenghi grande protagonista con “Pignasecca e Pignaverde”.
“Dovrebbero insegnare il dialetto nelle scuole”, ha detto Tullio Solenghi in chiusura dello spettacolo “Pignasecca e Pignaverde”, in scena il 30 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo.
Il maestro delle risate eleganti e del teatro italiano (nonché della televisione) ha tributato un omaggio al suo dialetto, il genovese, e a un altro maestro del passato, Gilberto Govi, che per primo portò in scena la commedia firmata da Emerico Valentinetti con la Compagnia Comica Genovese.
Uno spettacolo godibilissimo non solo per i liguri, ma comprensibile da un pubblico eterogeneo, grazie all’alternanza con le parti in italiano e all’ottima dizione di tutto il cast, in grado di scandire al meglio ogni battuta.
La commedia in due atti, produzione Teatro Sociale di Camogli e Teatro Nazionale di Genova, è diretta dallo stesso Tullio Solenghi, vede l’artista quasi irriconoscibile grazie al trucco e parrucco di Bruna Calvaresi.
Solenghi interpreta l’avarissimo Felice Pastorino, che conta ogni singolo centesimo della spesa, custodisce gelosamente pasti avanzati, cerca di ospitare meno possibile a pranzo e cena per risparmiare e, soprattutto, non pensa all’amore della figlia ma vuole “maritarla” a un ricco e anziano cugino.
Eppure se si scava nel suo apparentemente assurdo comportamento, si percepisce tutta la tragicità di questo personaggio. Dietro al suo spasmodico attaccamento alle palanche e agli oggetti, si cela in realtà un amore viscerale per la figlia e la paura di perderla lontano in America (tanto che, alla fine, accetterà il suo nuovo amore pur di vederla felice) perché, in fondo, lui è sempre un papà.
Nel cast anche Claudia Benzi (la moglie Matilde, che cerca di proteggere i sentimenti della ragazza), Laura Repetto (la figlia Amalia), Matteo Traverso (lo “squattrinato” Eugenio Devoto che poi cambierà radicalmente la sua posizione economica), Stefano Moretti (l’argentino Manuel Aguirre, che offrirà a Eugenio un nuovo lavoro), (il padrone di casa Isidoro Grondona ma anche aiuto regista della pièce), Stefania Pepe (la serva Lucia, interpretata con molta verve) e Mauro Pirovano (Alessandro Raffo, il vecchio cugino). Un plauso a tutto il cast e in particolare a Pirovano, nome noto del teatro e tv italiana, che ha saputo dare il giusto colore al suo personaggio, facendo da ottima spalla comica a Solenghi, ma alternando anche un sentore malinconico.
Interessante il progetto scenografico do Davide Livermore, che ambienta tutto nella casa di Pastorino nei toni del grigio.
Bella la scena finale aggiunta, un omaggio a Sanremo e al Festival 1958, allo stupore per le prime televisioni, dove trionfò
“Volare” di Domenico Modugno, che chiude lo spettacolo con un ballo romantico tra i due giovani mentre le luci del nuovo magico apparato illuminano i volti della famiglia
Articolo del
02/11/2025 -
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