Impossibile non restare stupiti di fronte alla sensibilità artistica e al talento di Lindsay Kemp, il cui teatro fu segno di scandalo e di provocazione dai primi anni Settanta in poi (ricordiamo 'Flowers' da una rilettura del romanzo d’esordio di Jean Genet). Adesso il coreografo, ballerino, mimo e regista inglese ha 77 anni ma non ha alcuna intenzione di sottrarsi alla scena, il suo mondo, la sua ragione di vita.
Il suo ultimo allestimento, intitolato 'Kemp Dances' , è in realtà un mosaico fatto di quadri diversi, che vedono sul palco lo stesso Kemp accompagnato nel ruolo di narratore da David Haughton, suo collaboratore storico, da Daniela Maccari, da Ivan Ristallo e da James Vanzo in qualità di ballerini. Uno spettacolo di grande intensità, che procura emozioni, basato su una serie di 'Inventions And Reincarnations', racconti danzanti in parte nuovi, altri invece già presenti nel repertorio di Kemp ma rielaborati di recente.
Si comincia con 'La favola del soldato', fiaba moraleggiante su musiche di Stravinsky, un’opera che mescola con una semplicità quasi infantile gli intrecci amorosi con la tragedia della guerra. Kemp è il Diavolo, una figura che ha il compito di gettare luce sui lati più nascosti della natura umana, divorata da avidità e vuota ambizione. La seconda parte dello spettacolo si articola su sei momenti diversi: ''Mi Vida', con musiche di Arvo Part e di Gregorio Paniagua in cui trovano spazio le acrobazie della Maccari, di Vanzo e di Ristallo; 'Ricordi di una Traviata', in cui la protagonista Violetta rivive nel corpo maschile di un anziano Kemp, ma con una delicatezza e sensualità senza pari con le note del canto di Maria Callas sullo sfondo; 'La Femme En Rouge', su musiche di Maurice Jaubert e con Daniela Maccari ed Ivan Ristallo in evidenza; 'Frammenti dal Diario di Vaslav Nijinsky', un vero piccolo capolavoro, su musiche di Carlos Miranda, con un Lindsay Kemp che riempie la scena nel ruolo del “pazzo Nijinsky”, novello Icaro che vuole essere Dio; 'Il Cigno', ovvero il canto muto del cigno Cinderella, interpretato da Daniela Maccari, e infine 'L’Angelo', per un finale in crescendo sulla musica del Requiem di Giuseppe Verdi e con lo stesso Kemp in scena nel ruolo di Onnegata, un piccolo angelo dotato di ali immense che trascende qualsiasi identità sessuale e che decide di stabilirsi sulla Terra per diventare simbolo di rinascita e di nuova speranza.
Lindsay Kemp sembra non avvertire il peso del tempo che passa, si muove all’interno delle sue figure con lo sguardo innocente di un bambino, utilizza il suo corpo, l’espressione dl suo volto per raccontare gioia, stupore o al contrario momenti di disincanto. Il suo Teatro Danza è fato di continue metamorfosi, trasformazioni, nel tentativo di abbracciare la vita tutta, senza distinzioni di genere, senza cliché. Lo stesso Kemp ha dichiarato di sentire forte nella sua arte il richiamo alla pittura di Marc Chagall per uno spettacolo che si presenta come un collage visionario in cui un forte afflato spirituale si fonde con pulsioni materiali e sensuali all’interno di quel gioco talvolta drammatico che è comunque parte del percorso della nostra esistenza. Infiniti applausi.
Articolo del
16/03/2015 -
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