Ute Lemper, la chanteuse dei temi musicali portanti del teatro tedesco dei primi del Novecento, è stata conquistata di recente dagli scritti di Paulo Coelho, in particolare da un libro intitolato 'Il Manoscritto ritrovato ad Accra' che raccoglie riflessioni e pensieri dello scrittore brasiliano diventato simbolo della filosofia new age. Non più Kurt Weil e Bertolt Brecht quindi, ma nuove canzoni strutturate tenendo conto fedelmente nelle liriche dei passaggi più significativi del testo sopra citato, ricavato da una pergamena del 1307, scoperta a Nag Hammadi, in Egitto , dall’archeologo inglese Walter Wilkinson nel 1974. Il manoscritto era redatto in tre lingue: arabo, ebraico e latino e alcune ricerche successive dimostrarono che proveniva dalla città di Accra. Coelho ha inteso trarre dall’opera originaria e trasferire nel suo libro quelli che sono 'I 9 Segreti' della Felicità, parole chiave che accomunano percorsi umani, culturali e religiosi diversi fra loro e che costituiscono il tema centrale della “performance” di Ute Lemper, sorridente e solare più del solito. L’artista vive a New York con i suoi quattro figli da diverso tempo, ma è sempre molto felice quando torna in Europa, in particolare in Itala e si dichiara letteralmente estasiata di fronte allo scenario naturale e architettonico del Parco di Villa Doria Pamphili.
Ma quali sono questi nove segreti? E’ presto detto: la Bellezza, la Solitudine, il Cambiamento, il Successo, il Fuoco, il Sesso, le Virtù del Mondo, l’Amore e il Movimento. C’è materiale a sufficienza per un recital straordinario, in pratica una rilettura in musica dell’opera di Paulo Coelho, che Ute Lemper ha voluto conoscere di persona prima di cominciare a scrivere le nuove canzoni. Arrangiamenti piacevolmente sofisticati - orientati al jazz, alla bossanova, al folk e alla musica etnica - accompagnano una sezione vocale come sempre straordinaria: Ute Lemper sa essere al tempo stesso drammaticamente epica e melodiosa e questa sera sul palco è accompagnata da un gruppo di musicisti che la assecondano in ogni momento del suo show. La sua tour band risulta composta da Henri Agnel, alla chitarra, da Idriss Agnel, alle percussioni, da Romain Lecuyer, al contrabbasso, da Vana Gierig, al pianoforte, da Phillipe Botta, ai fiati e da Victor Villena, al bandoneon. I nove capitoli del libro di Coelho vengono riassunti da una sorta di aforismi musicali quanto mai significativi che indicano come la via giusta sia sempre quella del cuore, come non esista amore se c’è sudditanza o sottomissione, che la solitudine - quando è scelta - non va vissuta con disperazione, che non è necessario avere una intensa “party life” per essere felici, che la vera eleganza è quella interiore, della tua anima, che l’amore non basta dichiararlo a parole, ma va dimostrato, che le cose più straordinarie vanno incontro a quanti vivono con semplicità, con modestia, consapevoli dei loro stessi limiti.
Ute Lemper canta in lingue diverse: inglese, tedesco, francese, portoghese e spagnolo e si scusa apertamente per non aver ancora imparato bene l’italiano. Ma verso la fine della sua esibizione mantiene una promessa fatta ad un caro amico presente fra il pubblico ed esegue in italiano una canzone tratta dal repertorio di Nino Rota. Non poteva mancare infine una citazione dal cabaret berlinese di Kurt Weill, un accostamento quanto mai felice per la carriera artistica della Lemper che proprio nel 1990 con la pubblicazione di 'Ute Lemper Sings Kurt Weill' cominciò a diventare famosa a livello internazionale.
(La foto di Ute Lemper a Roma è di Viviana Di Leo)
Articolo del
07/07/2015 -
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