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Blu Man Group
Blu Man Group
2017
di
Claudio Prandin
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I Blue Man Group sono un collettivo di “performance art” nato a New York nel 1991 dalla folle idea di tre amici che hanno voluto creare uno spettacolo innovativo fondendo musica e teatro, ritmi e skecth di mimo, vernici colorate e luci stroboscopiche, recitazione e tecnologia. Dopo tanti anni spesi sul palcoscenico i membri fondatori non compaiono più nelle esibizioni LIVE ma vengono sostituiti da diversi performer; in questa tournèe i protagonisti sono Barney Felix Haas, Thom Rackett e Joe Woolmer e salgono sul palco indossando le consuete maschere in lattice blu che li omologano e li privano dell’identità ma non ne diminuiscono l’espressività; senza proferire parola si esibiscono in sketch teatrali mimati o in sessioni ritmiche in cui suonano gli strumenti più vari come diversi tipi di tubi in PVC e bidoni di latta.
Onestamente è strano che uno spettacolo così famoso e apprezzato in tutto il mondo da più di 25 anni arrivi in Italia solo ora, ma anche per questo le esibizioni al teatro degli Arcimboldi di Milano rappresentano un evento imperdibile. Sabato 18 Novembre 2017 hanno eseguito due spettacoli, uno alle 16:30 e uno alle 21:30. In quello pomeridiano la platea era piena di bambini e di ragazzi a sottolineare la giocosità del progetto. Come in tutti questi spettacoli, agli spettatori delle prime due file sono stati consegnati degli impermeabili per evitare di bagnarsi e questo ha generato un tantino di imbarazzo tra il pubblico ignaro di ciò che sta per accadere. La scenografia introduce gli argomenti dello show con la presenza di tubi in plastica pluricromatici, luci blu a disvelare il centro di un palco offuscato da angoli bui e una band relegata nei piani alti a suonare dal vivo una musica molto ritmata e carica di energia utilizzando batteria, percussioni, tastiera e una chitarra elettrica.
Un gioco di luci stroboscopiche accompagna i vari sketch che suddividono lo spettacolo in brevi capitoli separati tra di loro: inizialmente i tre si lanciano vicendevolmente dei marshmallows direttamente in bocca, li masticano e letteralmente li risputano sotto forma di vernice colorata su bianche tele fatte contemporaneamente vorticare in modo da dipingere un quadro astratto colorato molto bello che poi viene regalato al pubblico.
Durante l’esibizione arrivano due ritardatari; i Blue Man interrompono lo show, li illuminano con un faro mentre le telecamere li proiettano su un grande schermo presente sul palco accentrando su di loro l’attenzione degli astanti e rendendoli protagonisti per qualche minuto. Una delle capacità del trio è infatti quella di coinvolgere la platea o con estemporanee discese tra le file di sedie o chiamando qualcuno del pubblico sul palco, coinvolgendolo suo malgrado nell’azione. La prontezza dei “chiamati” e la loro voglia di giocare insieme al trio rende unico ogni spettacolo.
La parte principale dello show viene delegata ai ritmi; durante tutto lo show, i tre si cimentano a percuotere con le bacchette gli strumenti più vari; da tubi in PVC per esempio, suonano differenti melodie tra cui l’azzeccatissima "Nel blu dipinto di blu". Lo show si dipana tra situazioni comiche, effetti speciali, sincronie perfette tra video proiettati e le diverse performance a sottolineare l’acuta predisposizione per le tecnologie, musica ed effetti sonori. Nel pirotecnico finale compare una sagoma di uomo alto più di quattro metri che viene mosso in modo che sembri ballare; il finale ritrae i Blu Man dietro ai consueti bidoni di latta che contengono all’interno una luce che si riversa contro i coperchi trasparenti sui quali viene versata della vernice che, percossa dai musicisti, schizza coloratamente da tutte le parti.
Lo show risulta divertente, giocoso e soprattutto imprevedibile; ogni scena, ogni situazione lascia esterrefatti tanto che per tutta l’ora e mezza ci si chiede: “Ma come gli è venuto in mente?”. Al termine dello spettacolo il pubblico si alza estremamente soddisfatto per uno show davvero peculiare.
Articolo del
20/11/2017 -
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