E’ in scena fino al 25 marzo, al Teatro Sala Umberto di Roma, La Bastarda di Istanbul, un testo teatrale liberamente tratto dal romanzo della scrittrice turca Elif Şafak .
Serra Ylmaz, già attrice feticcio del conterraneo Özpetek, ci aveva abituato alle sue interpretazioni cariche di quella drammaticità comica che ricalca le vicissitudini del quotidiano, ma l’intero spettacolo ne è pregno. Ad un primo approccio superficiale si snocciola allo spettatore la narrazione del quotidiano di una famiglia turca sui generis.
Gulsum la mamma, Banu la sorella veggente, Cevriye la bacchettona, Feride la malata più o meno immaginaria, Zeliha la ribelle e Mustafa, l’adorato figlio che per sopravvivere alla sorte che aleggia sui Kazanci, che vuole tutti i maschi morti al compiere dei 41 anni, viene spedito in America come un Willy Principe di Bel Air del Medio Oriente. Mustafa intreccia la sua vita con quella di Rose, stereotipo dell’americana pacchiana ed ex moglie di un uomo armeno con cui ha avuto Amy. A km di distanza anche le donne di casa Kazanci mangiano, discutono, si confrontano e si ritrovano davanti all’inaspettata gravidanza di Zeliha. Asya, la figlia che nascerà da lei e da un uomo che continuerà a tenere nascosto, sarà la bastarda del titolo.
Per uno strano scherzo del destino Asya e Amy accorceranno le distanze geografiche e mentali facendosi colonne della macrostoria che viene impartita allo spettatore: il conflitto tra Turchi e Armeni. Ma in scena viene raccontato molto altro: la ricerca delle proprie origini, il senso di appartenenza formale, la bilancia turca perennemente in bilico tra progresso e arretratezza, la ricerca della verità in un climax ascendente permeato di emozioni contrastanti che sembrano trovare finalmente pace solo col sopraggiungere di quella eterna.
La chiave di lettura è indubbiamente donna. Donna è la sete di conoscenza che spinge Amy ad affrontare un viaggio intercontinentale verso l’ignoto, donna è l’irrequietezza di Zeliha costretta a subire gli sguardi indagatori e molesti dei suoi concittadini per il suo abbigliamento occidentale, donna è la maledizione che affligge questa famiglia, donna è la soluzione finale della vicenda, donna è la morte. A completare il quadro le musiche di Johnny Cash e le meravigliose animazioni video scenografiche di Giuseppe Ragazzini che contribuiscono a caratterizzare il contesto sociale di Istanbul fuori dalle mura di casa Kazanci.
La Bastarda di Istanbul è uno spettacolo fondamentale, un’insolita narrazione in terza persona che mantiene sempre viva l’attenzione dello spettatore e che sembra essere stata accolto favorevolmente dal pubblico che ha regalato alla compagnia il sold out perenne. Uno spettacolo che irride il male nella sua banalità ed esorta ed esalta la pace e la cooperazione tra popoli, messaggio più che mai attuale e necessario soprattutto per i giorni che viviamo.
(foto articolo di Beatrice Ciuca)
Teatro Sala Umberto Via della Mercede, 50 Roma Tel. 06 6794753 – www.salaumberto.com 15 - 25 marzo 2018 LA BASTARDA DI ISTANBUL con SERRA YILMAZ, VALENTINA CHICO, RICCARDO NALDINI, MONICA BAUCO MARCELLA ERMINI, FIORELLA SCIARRETTA, DILETTA OCULISTI, ELISA VITIELLO
video-scenografie di Giuseppe Ragazzini
costumi Serena Sarti - luci Alfredo Piras - elementi scenici Tuttascena
riduzione e regia di ANGELO SAVELLI
Articolo del
23/03/2018 -
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