Francesco Brandi - diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia e insignito del prestigioso premio Franco Enriquez 2018 per la migliore drammaturgia - porta in scena il monologo Nato postumo, appassionante e di straordinaria delicatezza, di cui è autore e regista, al Teatro Franco Parenti di Milano dal 30 ottobre al 18 novembre
Gino in una notte d’estate decide di alzarsi in piedi. E di reagire con le uniche due cose che gli sono rimaste: la bici e le parole.
Gino, postino di paese, è il protagonista di questa storia dolcissima e feroce. La storia di un giovane uomo che non ha più nulla da perdere e tenta di salvarsi per l'ultima volta - o forse, davvero, la prima - incidendo il racconto della sua esistenza disperata su un nastro magnetico. Il resoconto di errori e delusioni, ma anche gli atti di estremo coraggio, le piccole gioie illusorie e le conquiste effimere di un antieroe. Un diario d'estate onesto e di cuore, lo sfogo di una brava persona che si è sempre fatta da parte, autocondannandosi al dolore. Perché il dolore è il tuo destino e lo devi accettare se sei nato povero e in provincia, non sei colto, né ricco, e nessuno vuole ascoltarti, figuriamoci amarti. Né i tuoi genitori, né Martina, la donna che sei convinto di amare, perché è stata l'unica che ti abbia mai prestato attenzione.
Il grande problema del mondo è l’omissione di soccorso. Che è di tre tipi: verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo e la sua civiltà. Quante volte ce ne siamo macchiati, per paura, pigrizia, sciatteria, ignavia, incapacità? Quante volte ce ne macchieremo ancora?
Perché non esprimerti, omologarti, subire rassegnato, inconsapevole, solo, ma tutto sommato sereno, significa morire ogni giorno. E dopo lo capisci, dopo un po' l'anima in gabbia si fa sentire nei modi più assurdi, urla, ti toglie tutto per farsi vedere. Ti toglie anche la mente. Anzi, forse quella te la toglie per prima. E quando te ne accorgi devi scegliere in fretta se salutare tutti e uscire di scena con stile, oppure soccorrerti. Da solo. Come puoi, con le uniche forze e risorse che ti sono rimaste. Smettere di stare fermo e zitto e cogliere l'occasione per lasciare da parte, finalmente, la ragione e dare spazio e voce al cuore.
E allora rinasci. O nasci. Ti riscatti e inizia una nuova esistenza, imperfetta come te, caro Gino, ma che ti porterà a instaurare un rapporto positivo o perlomeno di compromesso con te stesso e con il mondo. E a sperimentare l'amore vero.
Ambientazione vintage, curatissima e studiata in ogni dettaglio, così come la colonna sonora, di tutto rispetto. Riferimenti a L’ultimo nastro di Krapp di Beckett e alla poetica di Tim Burton. Atmosfera intima, fiabesca, malinconica, ironica, a tratti carica di magia, di vita che pulsa, incarnata dal personaggio, stravagante e tenero. Ci si commuove, ci si emoziona, si riflette, si sorride. La quarta parete viene rotta spesso da Brandi, che - forte anche della sua esperienza in fatto di comicità e improvvisazione – interagisce con il pubblico in sala a cui riserva, inoltre, una graditissima sorpresa finale.
Nato postumo è in scena a Milano fino al 18 novembre al Teatro Franco Parenti, realtà teatrale di altissimo livello, che con le sue produzioni da tempo sa valorizzare questo giovane attore e drammaturgo che convince con talento, amore e garbo.
NATO POSTUMO
di e con Francesco Brandi
regista assistente Gabriele Gattini Bernabò
scene Alberto Accalai
luci Domenico Ferrari
costumi Simona Dondoni
sarta Caterina Airoldi
Una produzione Teatro Franco Parenti Via Pier Lombardo, 14 Milano Tel. 02 59995206 - biglietteria@teatrofrancoparenti.it www.teatrofrancoparenti.it
con il sostegno di Siae
in scena fino al 18 novembre - Sala Treno Blu
(foto Noemi Ardesi)
Articolo del
16/11/2018 -
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