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OHT di Filippo Andreatta, Arvo Part, Orchestra di Musica Contemporanea del Parco della Musica
Curon / Graun live @ Auditorium , Parco della Musica, Sala Petrassi, Roma 17 novembre 2018
di
Giancarlo De Chirico
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E' possibile rappresentare in musica la storia di un paese alto atesino sommerso dalle acque nel lontano 1950? Ci hanno provato, con ottimi risultati, nell’ambito del Roma Europa Festiva, gli OHT (Office for a Human Theatre) di Rovereto sotto la guida di Filippo Andreatta. Sebbene la performance fosse priva di testo recitato e di canto, e tutto fosse affidato alle immagini che scorrevano su uno schermo posizionato al centro del palco, l’impatto è stato fortemente drammatico ed emotivo.
Un testo scorrevole introduce gli spettatori al riepilogo dei fatti di cronaca, là dove il paesino di Curon viene sacrificato e sommerso dalle acque per lasciare spazio al lago artificiale di Resia. Solo il campanile di una chiesa medievale resiste a tale scempio (che comunque non ha comportato perdita di vite umane) e tuttora rimane come unico testimone di quello che non c’è più e vigila - in un certo senso - sul ricordo di un paesaggio violato. La mancanza di un testo teatrale recitato viene sostituita in maniera decisamente coraggiosa da una colonna sonora molto evocativa che vede l’esecuzione di brani come l’oratorio “Fratres” e “Cantus in Memoria di Benjamin Britten”, entrambi scritti da Arvo Part.
Le partiture musicali sono stata suonate dal vivo dall’Orchestra di Musica Contemporanea del Parco della Musica mentre scorrevano sullo schermo i video realizzati da Armin Ferrari, un supporto visuale alla drammaticità della musica. Una performance della durata di soli cinquanta minuti, ma straordinariamente intensa, una rappresentazione che ci invita a riflettere sul rapporto ambiguo fra Uomo e Natura. Altro tema della rappresentazione teatrale è costituito dall’elogio del Silenzio, racchiuso come è nell’immagine fissa di quel campanile, oggetto immobile, radicato nel mondo, silenzioso e fermo. Lo spettacolo è stato introdotto dall’esecuzione di “Serenade” una composizione del 1978 firmata da Valentin Sylvestrov, musicista ucraino coetaneo di Arvo Pärt, esponente di rilievo della musica meditativa e di quelle atmosfere rarefatte che hanno costituito l’anima dell’intera rappresentazione
(foto di Viviana Di Leo)
Articolo del
21/11/2018 -
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