Il Teatro alla Scala di Milano propone ogni anno, sia per quanto riguarda l’opera sia per il balletto, un calendario di appuntamenti sempre più ricco. Il 2020 ha portato con sé un evento importante per la Stagione di Balletto: dal 23 gennaio all’8 febbraio, è in scena lo spettacolo “Serata Van Manen – Petit”, un omaggio a due personalità di rilievo della danza mondiale: Hans Van Manen e Roland Petit.
Il primo è uno dei grandi maestri della coreografia olandese, ottantotto anni e più di 125 creazioni alle spalle, il secondo, francese, classe 1924, scomparso purtroppo nove anni fa, ha fatto la storia della danza con i titoli celebri: Carmen e Le Jeune Homme et la Mort.
Il 1° febbraio il pubblico ho potuto assistere ad uno spettacolo, di circa due ore, in cui la grande danza è l’assoluta protagonista. Tutti i danzatori del Corpo di Ballo della Scala, diretto da Frédéric Olivieri, hanno dimostrato una tecnica impeccabile e soprattutto una maturità artistica a servizio del genio creativo dei due coreografi.
Nel corso della serata ci sono state alcune esibizioni di rilievo ad esempio lo splendido passo a due, evocativo ed intenso, tutto al maschile dal titolo Le combat des anges (di Petit) eseguito dai danzatori Claudio Coviello – il primo ballerino della compagnia – che interpreta Saint Loup e Morel che è impersonificato dal valido danzatore Marco Agostino. Un balletto che punta a disegnare un dolente e malinconico addio tra due anime sulle note dell’Elegie di Gabriel Fauré.
Un altro quadro che merita una menzione speciale è sempre un passo a due Sarcasmen (di Van Manen) ispirato dall’omonima pagina di Sergej Prokof’ev in cui Claudio Coviello danza insieme a Nicoletta Manni la prima ballerina del Teatro alla Scala. I due artisti si muovono abilmente sul palcoscenico sfruttando in modo impeccabile le logiche dello spazio attraverso dinamiche conflittuali, espressive e anche ironiche. La coreografia è molto convincente. Claudio Coviello è grintoso e, oltre ad avere una tecnica perfetta, riesce a catalizzare l’attenzione del pubblico per tutto il lavoro.
Nel pubblico era presente anche la regina della danza Carla Fracci che, come altri addetti ai lavori e non, attendeva il momento apice della serata ossia l’esibizione Le Jeune homme et la Mort (di Petit) in cui la danza diventa un soggetto esistenzialista di Jean Cocteau sulla Passacaglia organo in do minore di Bach. I protagonisti di questo quadro sono l’étoile internazionale Roberto Bolle (presente nelle serate del 24, 25, 28, 31 gennaio e 1 febbraio) e la bravissima Nicoletta Manni. Da una parte Bolle presenta un fisico scultoreo ed un’interpretazione marcata e dall’altra la prima ballerina che, indossando un caschetto nero impersonifica la Mort, si dimostra determinata e in perfetta sintonia con il suo incredibile partner.
In tutte e cinque le performance lo spettatore è riuscito a leggere le diverse sfumature presenti nel balletto grazie soprattutto alla temperatura emotiva che i danzatori sono riusciti passo dopo passo a a portare in scena con sapienza e dedizione
(la foto delll'articolo è di Marco Brescia & Rudy Amisano)
Articolo del
07/02/2020 -
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