Un cartellone ibrido che va da Shakespeare e Koltès alle ultime tendenze creative, tra arte digitale e rap, con quattordici titoli in programma per un totale di settanta eventi in varie suggestive location. In appendice, anche un appuntamento straordinario al Teatro Basilica di Roma, Quartieri dell’Arte - dal 10 settembre al 7 novembre - torna ad animare e ‘interpretare’ le location più suggestive della Tuscia viterbese, dal castello di Graffignano al ‘borgo fantasma’ di Celleno - per il lancio della sua XXVI stagione ha scelto un luogo raro e magico di Roma: il Venerabile Collegio Inglese, la più antica istituzione britannica al di fuori del Regno Unito. Fondato dal cardinale William Allen nel 1576 il Collegio – solitamente non accessibile al pubblico - è testimone dei grandi fermenti del Rinascimento ed è tutt'ora sede di formazione e riflessione religiosa. Sito unico in Italia e nel mondo, collega la Capitale al Teatro elisabettiano e ai misteriosi scenari dell'epoca, ma soprattutto ai destini incrociati delle cerchie michelangiolesche e shakespeariane che da sempre attraversano l’originale progetto artistico del festival ideato e diretto da Gian Maria Cervo, votato a valorizzare la relazione tra nuove tendenze drammaturgiche e tradizione.
“Al centro del programma” – racconta Cervo nella sua introduzione - “c’è ‘La guerra dei teatri’, ciclo di riscritture che si rifà alla disputa elisabettiana che vide coinvolti i giganti della commedia cinque-seicentesca inglese come Jonson, Dekker e Marston e che forse coinvolse anche William Shakespeare. La disputa raccolse tantissimo dalle suggestioni culturali, dagli stimoli e perfino dai vocaboli di alcune delle figure che animarono il dibattito religioso rinascimentale che ebbe in Viterbo uno dei suoi punti focali. La riscrittura della disputa, messa in atto da drammaturghi e autori di varie generazioni (il più giovane poco più che diciottenne, quello senior avendo da poco superato i 60 anni) risuona con una serie di spettacoli esemplari delle pratiche del teatro contemporaneo, dall’installazione teatrale alla riscrittura informata, dal teatro-documentario alle drammaturgie che confinano col performativo. Ci sono i linguaggi nuovi, c’è il rap, la trap, c’è zoom, ci sono app sperimentali concepite ad hoc per alcuni degli eventi ma sorprendentemente ci sono anche eco del lavoro di Strehler, parte del vissuto di alcuni attori e registi presenti nel programma e c’è l’omaggio reso a maestri assai più remoti del teatro universale, in difesa di questa ultima grande stazione dell’esperienza live. In questo senso vorremmo che con “guerra dei teatri” si intendesse anche guerra al fianco dei teatri e dentro i teatri, che spesso si trasformano in antri e labirinti dove si incontra l’ignoto e insieme ad esso si sfida la routine.”
Gli spettacoli
Il festival si apre sabato 10 settembre al Castello Baglioni di Graffignano proprio con “La guerra dei Teatri” , un testo di Gian Maria Cervo con contributi di Francesca Olivi, di Antonio Piccolo (autore della traduzione dell’”Amleto” in napoletano citata nel testo) e del giovane rapper Dado, per la regia di Flavio Albanese. Sarà l’overture di una maratona - in replica a Viterbo l’11 e il 12 settembre, e al Palazzo Gallo di Bagnaia dal 27 al 30 ottobre - che comprenderà di volta in volta alcuni agili allestimenti legati al tema: la riscrittura del “Satiromastix” di Dekker firmata da Simone Corso con la regia di Marinella Anaclerio; “What You Will” di Francesco Salerno, una rivisitazione del testo di John Marston con Matteo Bertolotti e Andrea Palermo, per la regia di Marco Bellocchio; ispirati a Ben Jonson saranno “Cynthia’s Laundry” di Roberto Cavosi, diretto da Riccardo Festa con l’interpretazione di Anna Paola Vellaccio, e “Il Poetastro”, testo di Gian Maria Cervo con Michele Altamura e Gabriele Palocà, che saranno anche registi e protagonisti della pièce; mentre in “Epilogo di una guerra” di Gian Maria Cervo e Simone Corso, per la regia di Riccardo Festa, saranno di scena tutti e 3 gli autori, per rievocare “Eastward Ho!” , l’opera satirica che nel 1605 sancì la pacificazione tra Jonson, Dekker e Marston. Gli eventi saranno realizzati con la preziosa collaborazione dell'Accademia di Belle Arti di Roma, coordinati dai responsabili del Comitato Artistico, Victor Albano e Irene de Sanctis. Uno degli appuntamenti più attesi del festival sarà il ritorno a Viterbo (11 settembre) della mitica Fura dels Baus. Gli spettatori saranno protagonisti assoluti del nuovo evento proposto da Pep Gatell appositamente per Quartieri dell’Arte, rinarrazione di un evento nato come digitale e ispirato alla ”Tempesta” di Shakespeare: “La tempestad en la casa” . Guidato, in presenza, dallo stesso Gatell, il pubblico potrà interagire con gli attori in video grazie all’app Kalliope, e usare elementi di attrezzeria messi a disposizione dal festival o portati da casa, su precisa indicazione del regista.
Dal 15 al 29 settembre sarà ospitata nei suggestivi locali di Viterbo Sotterranea un’installazione speciale nata dalla collaborazione tra Quartieri dell’Arte e CSS Udine, creata da Mario Martone a partire dal testo teatrale del drammaturgo franco-maghrebino Bernard Marie Koltès, “Nella solitudine dei campi di cotone” . È un’installazione sonora e abitabile in forma di labirinto, riallestita per l’occasione da Fabrizio Arcuri, con un intervento di Teho Teardo per il paesaggio sonoro. Nel suo attraversamento echeggia il racconto di uno dei testi più perturbanti di Koltès, con le voci inconfondibili di Claudio Amendola e Carlo Cecchi, per un formidabile incontro con l’Altro.
Prima a Roma (TeatroBasilica, 29 settembre) con la regia “storica” di Pierpaolo Sepe e poi a Viterbo (Spazio Unindustria, 6 ottobre) – in un formato di presentazione di A.I. Art torna “FREETIME” commedia di Gian Maria Cervo e dei Fratelli Presnyakov, con l’intervento di Nicola Bremer e dell’artista visivo Vincenzo Marsiglia, che concepiscono un nuovo progetto di allestimento prodotto dal Festival con Teatrul de Nord Satu Mare (Romania). Sorta di equivalente teatrale ante-litteram di “Don’t Look Up” , lo spettacolo è una commedia multiverso che racconta la brutalità della società globale.
Si chiude con due serate all’insegna dell’impegno ecologico. Di scena, “Un nemico del popolo” di Ibsen (Teatro dell’Unione di Viterbo, 5 novembre), rivisitato e diretto da Nina Nikolikj, con gli attori del Teatro Nazionale di Macedonia, uno spettacolo nato nell’ambito del progetto europeo ”Woh - The Ways of The Heroes, dedicato alle storie di chi lotta quotidianamente per la tutela della natura, e “Contemporary Superheroes” di Riccardo Festa (Ecomuseo di Bomarzo, 7 novembre) trasposizione teatrale di una graphic novel sviluppata da Andrea Palermo (in arte Arpo) - grazie a una collaborazione con l’editor Nika Gavroska - e dalla disegnatrice Natasa Andonova, che insegna ai giovanissimi a ridisegnare l’ambiente attraverso le loro pratiche quotidiane.
Tra gli altri eventi in cartellone, ricordiamo la vigilia delle idi di marzo raccontata dal ciabattino di Bruto in “Giulio” di Aleksandros Memetaj (Teatro San Leonardo di Viterbo, 22 settembre) con la regia di Yoris Petrillo, e il sesto episodio del progetto radiofonico ”Sparizioni, realizzato da Muta Imago durante il lockedown: “Fly Me to the Moon” , un road-podcast live attraverso i crateri lunari diretto da Riccardo Fazi (Spazio Unindustria di Viterbo, 5 novembre). Uno spazio particolare sarà dedicato ai reali venti di guerra che attraversano l’Europa, con l’evento “Gogol era ucraino” , una protesta contro la guerra in Ucraina che coinvolgerà, insieme agli artisti italiani, alcuni degli attori rifugiati russi operanti presso lo Steps Theatre di New York e ucraini in Polonia collegati via Zoom con un palcoscenico italiano, a Viterbo l’11 settembre e a Celleno dal 13 ottobre.
QUARTIERI DELL’ARTE Festival Internazionale di Teatro XXVI Edizione Viterbo – Dal 10 settembre al 7 novembre 2022
INFO E PRENOTAZIONI:
quartieridellarte.it/
e-mail: ufficiostampaquartieridellarte
Articolo del
09/09/2022 -
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