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Maud Le Pladec
Live @ Auditorium Parco Della Musica, Roma - 1-2/10/2022
di
Silvia Cinti
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Direttrice dal 2017 del Centre Chorégraphique National d’Orléans la coreografa francese Maud Le Pladec atterra per la prima volta al Romaeuropa festival proponendo il lavoro coreografico: “Twenty-seven perspectives”.
In realtà questa esibizione è stata creata nel 2018, prima della pandemia. “Abbiamo interrotto il tour a causa del covid. Abbiamo ripreso a girare quest’anno” ha puntualizzato Le Pladec. In “Twenty-seven perspectives” la regista ha trasposto in movimento, con la collaborazione del musicista Pete Harden, una sinfonia coreografica. La partitura in questione è la Sinfonia n. 8 di Franz Schubert. “Io mi sono appropriata della musica di Schubert e ho cercato di farne una traduzione sulla scena anche dal punto di vista visivo” ha affermato la regista. Lo spettacolo, svoltosi presso la sala Petrassi dell’Auditorium, in due repliche il 1 e il 2 di ottobre, può tradursi nella relazione tra il balletto contemporaneo e una ricomposizione post-minimalista di un capolavoro classico.
Cinque uomini e cinque donne di provenienze diverse: Régis Badel, Amanda Barrio Charmelo, Olga Dukhovnaya, Jacquelyn Elder, Simon Feltz, Maria Ferreira Silva, Aki Iwamoto, Daan Jaartsveld, Louis Nam Le Van Ho e Noé Pellencin hanno danzato su una scenografia pensata come una pagina bianca, un foglio arricciato ai lati in cui la musica e la danza si materializzano mano a mano. Lo show della durata complessiva di un’ora è iniziato poco dopo le 18. All’inizio alcuni interpreti sono seduti in prima fila e solo ad un certo punto salgono sul palco. Successivamente mentre sono eseguiti degli assoli il resto della compagnia tornerà più di una volta a collocarsi in platea come un qualunque spettatore. I dieci ballerini indossano abiti comodi e i piedi sono rigorosamente scalzi. Il gruppo balla le 27 prospettive ricavate dalla partitura melodica. Il tappeto sonoro appare e scompare continuamente. Tutti i performer seguono le differenti variazioni e il modo in cui queste si trasformano. Ognuna/o di loro ha le proprie frasi e una propria traiettoria che inizialmente si sovrappone a quella degli altri creando sempre più incroci.
Più si va avanti, più ci si avvicina alla vera composizione di Schubert, più queste traiettorie confluiscono in un’unica soluzione artistica. I protagonisti dimostrano una certa intensità di movimento. La presenza scenica è più forte da parte dei ragazzi. In generale un po’ a tutti è mancata un po’ l’espressione del volto. Molto belli i momenti di passo a due uomo-donna e anche i quadri in cui c’erano degli scambi di prese tra alcuni membri della compagnia. Si percepisce che è stato fatto un grosso lavoro da parte di tutti per giungere ad un certo livello di affiatamento.
Sebbene qualche piccola imprecisione la performance è stata gradevole e apprezzata da tutto il pubblico.
Articolo del
05/10/2022 -
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