Esposta al Museo dell’Ara Pacis di Roma nella mostra Lucio Dalla. Anche se il tempo passa è l’intera vita di quello che è stato uno degli artisti più influenti della scena italiana.
Nato a Bologna il (noto) 4 marzo 1943, Lucio manifesta sin da tenera età le sue doti artistiche, dapprima mostrandosi alla sua famiglia come paroliere, ballerino e intrattenitore e, poco dopo, entrando a far parte insieme a Marzia Vaccari, della compagnia teatrale Primavera D’Arte fondata da Bruno Dellos.
“Briciola”, come veniva soprannominato, impara da bambino che l’arte è un gioco e questa definizione farà parte della sua filosofia, se così può essere definita, fino ai suoi ultimi giorni.
Nel percorso espositivo sono presenti diverse immagini dell’infanzia a Bologna, un piccolo momento dedicato alla prematura morte del padre (quando Briciola aveva solo 7 anni) e le foto delle estati a Manfredonia con sua madre, quelle che hanno forgiato in lui una personalità colorata e luminosa.
“Ero un bambino prodigio. A 3 anni cantavo, ballavo, facevo giochi di prestigio. Ero un comico fondamentale per la compagnia. Poi a 15 anni ho smesso per motivi evidenti: non ero più né bambino, né prodigio”. Una sua frase umoristica, non proprio corrispondente alla realtà, perché in adolescenza Lucio viene folgorato dal fascino della musica, una forma d’arte che lo porterà a un successo ancora più grande.
Non è semplice definire in modo univoco il suo stile musicale, poiché nel corso degli anni si affaccia su generi diversi, senza perdere la sua impronta caratteristica. Entra quasi per gioco nei Flippers, poi diventa un cantautore a sé stante, collabora con centinaia di artisti e ne scopre altri che gli saranno grati per sempre.
Lucio Dalla e Roma
La sua prima volta a Roma nel 1960, quando suona con la Second Roman New Orleans Jazz Band, non è molto fortunata. La seconda invece, quando due anni dopo ritorna con i Flippers (band prodotta dalla RCA Italia su consiglio di Ennio Morricone) è quella giusta. In questo periodo la sua visione della Capitale diventa quasi Felliniana. Non è attratto dal fattore Città Eterna, piuttosto dalla provvisorietà e visionarietà che fuoriescono quando si assaporano le strade del Centro, di Trastevere e delle periferie. Proprio nel suo periodo a Trastevere, Dalla compone al pianoforte La Sera Dei Miracoli, un brano che diventerà leggenda.
Roma introduce Lucio anche nel mondo del cinema che sarà una costante della sua vita. Inizia da Questo pazzo, pazzo mondo della canzone di Bruno Corbucci e Giovanni Grimaldi, passando per Al di Là delle Nuvole di Antonioni e Wenders, per finire con Pinocchio, film d’animazione diretto da Enzo D'Alò del 2012.
Anche il teatro è una parte importante di tutta la carriera di Dalla. “Il mio lavoro consiste nel convincere la gente ad abbandonare la purezza, che è supposta, per partecipare a una sorta di contaminazione” a dimostrazione che da sempre rifiuta, anche sul palcoscenico, qualsiasi regola artistica.
Gli abiti, i quadri e gli oggetti
Nel percorso sono presenti anche abiti di scena, quadri dipinti da amici famosi (Mimmo Paladino, Milo Manara, Dario Ballantini ecc.), la sua bellissima collezione di cappelli, le pellicce e gli abiti regalati da Fendi e Armani, la pianola che ha usato durante l’ultimo concerto, a Montreux, città dov’è morto il 1° marzo 2012.
Per info e biglietti: MOSTRA EVENTO LUCIO DALLA
Articolo del
09/10/2022 -
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