Sarà stata la sovrapposizione con la festa di Halloween, ma la prima della nuova edizione del Rocky Horror Show di Richard O’Brien che si è svolta al Teatro Olimpico di Roma è stata l’occasione per uno straordinario raduno “gothic-dark” ed è stato anche l’elogio della diversità e il trionfo dell’eccesso.
A pensarci bene ci voleva un’occasione del genere perché - anche se la trama dello show è ben conosciuta così come le sue canzoni trainanti - il party gioioso e liberatorio delle “creature della notte” e dei transessuali ci fa pensare a degli obiettivi sociali faticosamente raggiunti che oggi però vengono rimessi in discussione. Ma torniamo allo spettacolo, un “musical” che è in circolazione dal 1973, ma che non smette di intrattenere, di divertire e di sorprendere! Sarà almeno la quarta volta che lo vedo e non mi annoio mai, sia per la bravura del cast inglese messo insieme da Christopher Luscombe, il regista dell’opera, sia per la grande partecipazione del pubblico presente in sala che risponde a tono ad ogni stimolo ed è sempre pronto ad alzarsi e mettersi a ballare!
Lo spettacolo è interamente in inglese, non solo nelle parti cantate ma anche nei dialoghi. Forse un handicap per qualcuno, ma di certo una gioia per le nostre orecchie, abituate alla versione originale. Unica eccezione il ruolo del narratore per il quale è stato scelto Claudio Gregori , il nostro amato Greg , che esordisce in italiano, ma viene subito cacciato dietro le quinte, per poi tornare con un inglese volutamente pomposo e altisonante (anche se non privo di scivoloni gravi in fatto di pronuncia , tipo il suono riservato a parole come “driven” e “answered”). Molto bravi i due promessi sposi : Richard Meek, nella parte di Brad e Haley Flaherty in quella di Janet, assolutamente straordinario Cristopher Luscombe nel ruolo di Riff Raff , il maggiordomo, mentre su tutto e tutti domina la scena il bravissimo e carismatico Stephen Webb , nel ruolo di Frank ‘N Furter , il padrone di casa, lo spumeggiante “Sweet Transvestite” di una delle canzoni guida dell’opera.
Da non dimenticare inoltre Joe Allen nel ruolo di Eddie, il rock’n’roller che esegue “Hot Patootie Bless My Soul” prima di essere ucciso con una sega elettrica dallo stesso Frank, il suo ex amante. Il “climax” dello show viene raggiunto ancora una volta con l’esecuzione di “Time Warp”, una canzone che non invecchia mai e che si trasforma in un ballo trascinante che ha contagiato generazioni diverse negli anni, a partire dal 1973. La scelta di uno spettacolo itinerante si è rivelata quanto mai indovinata e il pubblico italiano ha avuto la possibilità di godere di uno show incredibilmente folle, bizzarro e a tinte forti, e di cantare a squarcia gola brani come “Dammit Janet”, “Can Make You A Man”, “Touch-a Touch-a Touch Me” e “Super Heroes”. Il cast torna sul palco per ringraziare il pubblico e regala loro un’altra esecuzione di “Time Warp” con Stephen Webb che strappa i pantaloni al narratore Greg che si ritrova così anche lui in guêpière a cantare un inno di libertà di amore e di trasgressione, ingredienti di cui si sente molto la mancanza. Spettacolo da non mancare!
Articolo del
02/11/2022 -
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