“...sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle”. Con questi abbaianti versi termina la Divina Commedia e con essi Dante, immerso nella luce dell’Empireo, rappresenta il senso della sua opera poetica, ma anche quello dell’intera creazione divina: l’amore è insieme strumento di Dio, e spinta, e moto, e meccanismo dell’Universo intero.
Domenica 29 gennaio al Teatro Pergolesi di Jesi (AN) si è aperta la stagione di Prosa con “Paradiso XXXIII” uno spettacolo teatrale che vede l’attore e regista Elio Germano – il compositore, musicista e sound designer Teho Teardo è curatore della produzione sonora – riprendere questo celebre cantico proponendo al pubblico jesino una nuova rilettura della parte finale, la più decantata, della Divina Commedia di Dante Alighieri. In scena anche Laura Bisceglia e Ambra Chiara Michelangeli, rispettivamente al violoncello e alla viola. La regia della recita è realizzata da Simone Ferrari e Lulu Helbaek i quali sono riusciti a donare allo show armonia, energia e suggestioni anche grazie all’uso di nuove tecnologie, videoarte e scenografie dal forte impatto visivo che si alternavano sul palcoscenico nel corso dell’esibizione della durata complessiva di un’ora. L’evento ha registrato il tutto esaurito.
L’idea di “Paradiso XXXIII” è nata nel settembre del 2020 quando l’eclettico artista Elio Germano lesse l’ultimo canto del Paradiso alla presenza del presidente Sergio Mattarella in occassione dei 700/o anniversario della morte del Sommo poeta. Fu poco dopo quel preciso momento che l’attore decise di riprendere in mano quei versi per sviluppare una nuova performance proponendo allo spettatore non una semplice lettura ma un’esplorazione poetica più ampia e profonda. La commedia debuttò ad ottobre del 2021 al Ravenna Festival.
Dante Alighieri, nel 33esimo canto del Paradiso, si trova nella difficoltà dell’essere umano che prova a descrivere l’immenso, l’indicibile, prova a raccontare l’irraccontabile. Elio Germano e Teho Teardo sono voce e musica di questo interessante viaggio in cui si sogna la bellezza e ci si avvicina al mistero, all’immenso, all’indicibile ricercato da Dante. Durante la rappresentazione ricorre spesso l’immagine del cerchio, simbolo classico di perfezione e completezza, all’interno del quale si riflettono tutte le forme del Creato ed è proprio davanti a questo che il performer romano, con le sue pause calibrate e i suoi respiri affannosi, ci presenta la figura estasiata di Dante, minuscola di fronte alla grandezza del Tutto.
Somma meraviglia. Sono molto intensi i momenti in cui Germano – nel corso dell’esibizione egli non ha solo recitato ma ha rivelato la composizione poetica dispiegandola con impegno e temperamento – si avvicina alle prime file e si siede sui gradini, in un dialogo intimo con il pubblico, a cui dedica infine gli ultimi versi. In “Paradiso XXXIII” avviene un vero e proprio percorso immersivo che coinvolge tutta la platea non solo dal punto di vista uditivo ma anche visivo e sensoriale ed proprio grazie a questa manifestazione cros-smediale che accade qualcosa di magico e incantevole, di inspiegabile, si oltrepassa il concetto di semplice rappresentazione teatrale. D’altronde a teatro possono manifestarsi magie e così e stato.
Articolo del
03/02/2023 -
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