(foto di Danilo Antolini e Claudio Penna)
LA TRAGÉDIE DE CARMEN
di Marius Constant, Jean–Claude Carrière e Peter Brook da Carmen di Georges Bizet, Henri Meilhac, Ludovic Halévy e dalla novella di Prosper Mérimée direttore Natalia Salinas regia Francesca Lattuada scene e luci Lucio Diana costumi Bruno Fatalot Carmen Martiniana Antonie Don José Diego Godoy Escamillo Gianluca Margheri Micaëla Lucrezia Drei Zuniga, Lillas Pastia, Garcia Filippo Gonnella Carmen II Lise Pauton Carmen III Elodie Chan Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini” nuovo allestimento Fondazione Teatro delle Muse
(Ancona--Teatro delle Muse 15 ottobre 2023)
Per il secondo titolo d'opera al teatro delle Muse, si è scelta "LA TRAGÉDIE DE CARMEN", uno spettacolo poco frequentato e quindi di particolare interesse. Il regista Peter Brook si avvicinò alla Carmen nel 1981 e scrisse lo spettacolo con la collaborazione di Marius Constant che ridimensionò l'opera in un atto unico per orchestra da camera di 15 elementi e Jean–Claude Carrière che scrisse un libretto con vario materiale proveniente dalla novella di Mérimée, inserendo il ruolo di Michaela che era assente e tagliando le scene più corali, focalizzando l'attenzione sulle dinamiche tra i protagonisti. La regista Francesca Lattuada realizza uno spettacolo dove mette al centro la parola, i risvolti psicologici All'inizio dell'opera campeggiano le parole dantesche "Lasciate ogni speranza voi ch'entrate", quasi una premonizione dell'inferno che li attende, di una storia popolata da un'umanità selvaggia e spietata.
I personaggi sembrano quasi ingessati, come delle marionette o animali ammaestrati al servizio di Carmen, nonostante in alcuni momenti ci sono dei balletti a vivacizzare la storia. Le scene di Lucio Diana sono semplici e dirette, illuminate da luci fredde, quasi chirurgiche. Un lungo specchio opaco occupa il fondo della scena e al centro si apre per fare entrare i personaggi. Il pavimento è rosso acceso e rappresenta i due sentimenti dell'opera:. La passione amorosa e il sangue di vendetta. I costumi di Bruno Fatalot sono bianchi candidi, accompagnati dalle scarpe rosse. Il vestito di Micaela è più raffinato e rappresenta il mondo borghese di appartenenza. Carmen ha gli interni del vestito rossi, capelli lunghissimi biondi, un velo sul viso truccato di bianco che fa pensare ad una bellezza marmorea e allo stesso tempo gelida, molto lontana dalla consueta sensualità del personaggio. Il mezzosoprano Martiniana Antonie nel ruolo della protagonista ha convinto pienamente. Una voce bronzea , a suo agio anche nelle tessiture più alte, oltre che lucida interprete.
Diego Godoy è un credibile Don José , canta con correttezza, senza troppe forzature. Gianluca Margheri è un Escamillo tutto muscoli e voce, molto d'impatto sulla scena. Lucrezia Drei è una splendida Micaela con una voce limpida e solida. L'attore Filippo Gonnella ha interpretato le parti recitate di Zuniga, Lillas Pastia, Garcia. Necessarie per la riuscita dello spettacolo le due contorsioniste Lise Pauton , Elodie Chan , che interpretavano il prolungamento del personaggio di Carmen e che con lei costituiscono una trinità corporea e spirituale. Alla guida dell'Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini”, ridotta a 15 elementi ( due violini, viola, violoncello, contrabbasso, flauto e ottavino, oboe e corno inglese, fagotto, corno, tromba, trombone, timpani, percussioni, arpa) c'era Natalia Salinas che ha trovato i giusti colori ad una partitura che si spoglia degli elementi più folkloristici e lascia spazio ai momenti più raffinati, a tratti desertici, ma sempre di ottima maniera.
Pubblico soddisfatto a fine recita, anche per l'occasione di aver visto qualcosa di diverso dalla consueta Carmen tutta colori e confusione. Si chiude così una buona stagione d'opera, peccato solo per la sua breve durata. Non resta che aspettare il prossimo cartellone, che sicuramente non deluderà gli affezionati di questo teatro.
Articolo del
16/10/2023 -
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