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BIG THIEF – ‘Incomprehensible’
I Big Thief pubblicheranno il loro sesto album in studio, ”Double Infinity”, il 5 settembre 2025. Adrianne Lenker, Buck Meek e James Krivchenia anticipano l’uscita con il brano d’apertura del disco, ’Incomprehensible. “Double Infinity” segue l’album nominato ai Grammy del 2022, “Dragon New Warm Mountain I Believe In You”, ed è stato registrato lo scorso inverno ai Power Station di New York. Per tre settimane consecutive, il trio ha percorso in bicicletta le strade gelate tra Brooklyn e Manhattan, incontrandosi nella sala rivestita in legno dei Power Station. Insieme a una comunità di musicisti (Alena Spanger, Caleb Michel, Hannah Cohen, Jon Nellen, Joshua Crumbly, June McDoom, Laraaji, Mikel Patrick Avery, Mikey Buishas), hanno suonato per nove ore al giorno, registrando dal vivo – simultaneamente – improvvisando arrangiamenti e facendo scoperte collettive. “Double Infinity” è stato prodotto, registrato e mixato dal collaboratore di lunga data Dom Monks.
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Ujig feat. Lorenzo Cimino – ‘DeeDoo’
”Delta” il nuovo album degli Ujig, fiore all'occhiello dell'etichetta Luminol Records specializzata in post-progressive, spicca per la personalità carismatica e le sonorità dal respiro internazionale. Gli Ujig sono tornati a tre anni di distanza da “Ujigami” con questo quarto album impreziosito dalla partecipazione straordinaria di tre giganti della musica italiana come Fabrizio Bosso, Paola Folli e Lorenzo Cimino. Ancora una volta a cavallo tra jazz contemporaneo, eclettismo fusion e ricercatezza progressive, il quartetto milanese ha realizzato “Delta” in due session in luglio, agosto e novembre 2024 ma i sette brani che lo compongono hanno una storia significativa nel percorso del gruppo, poiché risalgono all'indomani della registrazione di “Ujigami”, nel 2021. Animato da una insopprimibile urgenza espressiva, “Delta” rappresenta un’evoluzione artistica e concettuale per la band, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni sonore e significati profondi, umanistici. Dichiarano a tal proposito gli Ujig: «Riteniamo che uno degli scopi principali della musica, oltre al sostegno della spiritualità, sia condividere emozioni ed idee e offrire differenti prospettive tra gli esseri che condividono lo stesso spazio e lo stesso tempo. “Delta” è nato infatti dalla presa di coscienza che il mondo contemporaneo stia rendendo l'uomo sempre di più schiavo dei numeri. Il valore delle cose e degli uomini viene assimilato ai numeri che genera, sia il conto corrente bancario, ma anche il numero degli stream di un artista. La musica ci dà la possibilità di essere liberi di giocare con i numeri, come dovremmo fare nella nostra vita di tutti giorni».
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Calibro 35 – ‘Exploration (Making Of)’
A pochi giorni dall’uscita del nuovo album Exploration – fuori il 6 giugno per Record Kicks – i Calibro 35 pubblicano il video del making of del disco. Il video è interamente girato negli storici studi di registrazione a Roma di Piero Umiliani, il Sound Work Shop, che ha accolto la band proprio per la realizzazione di questo nuovo lavoro. Un vero tempio della produzione artistica di uno dei maggiori compositori per di musica per il cinema, da sempre nell’ideale pantheon musicale dei Calibro. “Forti dell'amicizia che ci lega con la famiglia Umiliani, siamo venuti ad usare questo studio abbastanza leggendario che è un po' il tempio del jazz italiano, perché è stato foriero di molte colonne sonore tra le quelle che ci piacciono di più” afferma Massimo Martellotta. Nel making of i Calibro 35 raccontano la loro passione per la musica suonata con gli strumenti, musica intesa come materia cui dare una forma, così “come la pellicola per il cinema, o come il marmo per uno scultore” come commenta Enrico Gabrielli. Ma soprattutto – alternando ai commenti, i momenti in cui suonano alcuni brani della tracklist – evocano la genesi e lo spirito di un album che è un viaggio di esplorazione verso gli sconfinati territori del jazz. Esplorazione à la Calibro, s’intende. “Per noi il jazz è un'attitudine, è libertà, è una condizione mentale” dice Fabio Rondanini che aggiunge: “abbiamo evitato di provare troppi pezzi prima, abbiamo cercato quasi di registrare l'esatto istante in cui anche noi stavamo imparando a suonare i brani ed è anche per questo, insomma, che è rimasto un ampio margine di improvvisazioni nella registrazione”. Gli fa eco Tommaso Colliva: “L'improvvisazione che si trova nel disco è decisamente più libera, quasi come gettarsi col parapendio. Cosa che non avevamo mai fatto prima”.
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GIORGIO POI – ‘Les jeux Soint Faits’
Cosa accade dopo un’esplosione? Schegge, scintille, pezzi sparsi che cercano un senso nel caos. L’energia si disperde, le particelle si separano, poi qualcosa di nuovo prende forma. È il principio del Big Bang: dalla frattura nasce l’armonia, dopo la rottura tutto tenderà a ricomporsi. Così si muove ”Schegge”, quarto album di Giorgio Poi, in uscita oggi 2 maggio, una nuova storia musicale fatta di frammenti lanciati in traiettorie inedite. L'album è accompagnato dal video del singolo ’Les jeux sont faits’, diretto da Gaspard Millet: un viaggio tra le strade di Parigi che restituisce una narrazione sospesa di un luogo o di un amore esploso troppo in fretta. Nato da una fase di trasformazione profonda, “Schegge” raccoglie scintille di vita e sentimenti in collisione traducendoli in un suono stratificato e in una narrazione poetica e visionaria.
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ARCADE FIRE – ‘Year of the Snake’
Composto da 10 nuove tracce e della durata di 42 minuti, ”Pink Elephant” è prodotto da Win Butler, Régine Chassagne e Daniel Lanois. Se ascoltato nella sua interezza, “Pink Elephant” invita l'ascoltatore a un'odissea sonora – una ricerca della vita – che esiste nella percezione dell'individuo, una meditazione sia sull'oscurità che sulla luce, sulla bellezza interiore. Gli strati di questa epopea condensata si dispiegano per rivelare nuove dimensioni a ogni ascolto. Eccone un assaggio con il video di ’Year of the Snake’. Tracklist: 1. Open Your Heart or Die Trying 2. Pink Elephant 3. Year of the Snake 4. Circle of Trust 5. Alien Nation 6. Beyond Salvation 7. Ride or Die 8. I Love Her Shadow 9. She Cries Diamond Rain 10. Stuck In My Head
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Calibro 35 – ‘Reptile Struts’
Colpito da radiazioni atomiche, il ramarro si è trasformato in Godzilla. Da simbolo di rigenerazione a immagine di distruzione: un passo brevissimo e inquietantemente attuale. Il video di ’Reptile Strut’ è un vertiginoso mosaico (tele)visivo di footage, riprese della band in studio, inserti grafici e animazione, in cui la maestosità della mostruosa creatura – fra le più celebri invenzioni del cinema di fantascienza di tutti i tempi – è la traduzione visuale della maestosità musicale di una traccia dall’impronta jazz/rock, granitica e cangiante al tempo stesso, che gioca sulla straordinaria interazione fra i musicisti, sulla compattezza di basso e batteria, sulla chitarra funky, sulle evoluzioni dei fiati e sulla dimensione quasi onirica delle tastiere. “Il videoclip trasporta visivamente la forza musicale dei Calibro – la loro energia pura – traendo spunto da un secolo di trasformazione di Godzilla, per dimostrare come un simbolo del passato possa parlare chiaramente del presente. La ritmicità visiva muove fisicamente il suono nello spazio, distrugge le illusioni, le percezioni, i livelli di consapevolezza. Attraverso l'esperienza trascendente della musica ci ricolleghiamo all'energia della Forza Vitale nella speranza di manifestare una nuova realtà” sottolinea l’autore Matteo Castiglioni a proposito di un video, fortemente segnato da estetiche del cinema degli anni ’60 e ’70, che gioca in senso post moderno con la decostruzione e la ricontestualizzazione degli immaginari.
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