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Trans Europe Express
Una puntata culturalmente alta questa settimana. Lungo la rotta del nostro Trans Europe Express incontriamo due anime colte che hanno investito anni dentro la ricerca… ricerca di radici antiche da una parte e radici di sé stessi dall’altra. Prima ospite è Alessia Luongo che ci riporta a quella Largo di Castello a Napoli nel XVII secolo. Un disco come “Largo di Castello – balli e canti su colascione e chitarra battente alla maniera antica” che riporta alla luce non solo strumenti di una tradizione antica come la chitarra battente o il colascione, ma anche e soprattutto quel certo modo di suonarli e tutte quante le mille connessioni che la forma canzone aveva con il teatro, la commedia buffa e le maschere. E poi spostiamoci a Venezia con la splendida Miranda Cortes: la fisarmonica è il centro, le radici anche qui hanno giocato un ruolo fondamentale… ma da qui si parte per liberare totalmente l’espressione di se e giungere così ricchi ad un disco come “Il Coraggio” dentro cui si cullano scritture inedite che sposano direzione altre, dal pop all’elettronica, dal tango alla sperimentazione. E se nella prima parte andremo a ricercare una storia antica, con la Cortes parleremo di una spiritualità che passa inevitabilmente verso una parola magica quale “libertà”. Entrambe queste pubblicazioni sono figlie della prestigiosa Radici Music Records.
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Trans Europe Express
Due libri perché la musica passa anche dai saggi, dalle inchieste, dai romanzi… perché no, la musica passa anche dalla carta stampata. Due ospiti, due firme importanti del giornalismo musicale italiano. Il primo è Michele Neri, anche colonna portante della nota rivista VINILE e che da poco è protagonista di questa opera monumentale dal titolo “Cantautori e cantautrici del nuovo millennio. Il dizionario”, edito da Iacobelli Editore, dentro cui campeggiano ben 1966 schede biografiche e qualcosa come 10 MILA dischi censiti. Qualcosa che mancava, qualcosa che aprirà la strada per futuri sviluppi e censimenti… qualcosa che sicuramente mancava. E poi indaghiamo una storia rimasta nel mistero da sempre, divertente ma anche assai importante per un disco che ha segnato un’epoca e non solo. Parliamo del libro dal titolo “Freewheelin' in Rome”. La vera storia della prima volta di Bob Dylan in Italia” edito da Arcana, a firma del giornalista Francesco Donadio, anche co-fondatore e caporedattore della rivista EXTRA! Music Magazine da sempre in prima linea alla diffusione di questo format. Indaghiamo, tra le righe di una lettura divertente e assai interessante al tempo stesso, su quella misteriosa prima volta di Dylan a Roma ben 60 anni fa… qualcuno disse che passò anche per il Folkstudio, qualcuno disse d’averlo anche sentito suonare.
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Trans Europe Express
Per questa puntata ho voluto pensare all’America. Non solo come posto e luogo di una certa contaminazione ma anche come simbolico viaggio verso un altrove che sia altro dalle solite abitudini italiane. Primo ospite, Emanuele Marchiori, che assieme a Massimiliano Magro danno vita ai The Beards, duo che approda nel 2018 ad un vinile bianco eponimo prodotto dal grande Jim Diamond. Famosi prima tra le trame di Woodstock e poi nel resto del mondo, il suono che in America chiamano “Spaghetti Americana” e capaci di rendere personale un suono e una forma davvero apolide di fare un blue rock macchiato di spiritualità. E facciamolo il giro del mondo parlando proprio di spiritualità, anzi di dualismo dentro scenari fumosi con l’ultimo disco dei Dead Cat in a Bag dal titolo “We've Been Through”. Appunto di dualismo parliamo per andare davvero oltre quella sintesi troppo violenta e superficiale che di loro ricorre. Non solo Waiz, non solo Cave ma tantissimo altro che parte proprio da una cultura apolide che difficilmente riusciremo a fotografare dentro una chiacchierata di dieci minuti. Con noi l’onore e il piacere di ritrovare l’amico Luca “Swanz” Andriolo.
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Trans Europe Express
Prima puntata del nuovo anno che porta con sè l’auspicio che anche la parola torni ad assumere un peso importante per la canzone. Ed eccovi dunque due dischi d’autore assai interessanti. Lucio Matricardi, marchigiano, dalla voce tagliente ma assai espressiva nelle chiuse. “Non torno a casa da tre giorni” è un disco ricco di grande spiritualità, di storie e di fotografie di vita. Un disco che ritengo prezioso in questo nostro nuovo presente. E poi lui, un neurologo di fama, un medico ma anche un cantautore. Dalla scienza alle nuvole passando per le parole e i loro suoni. Raffaele Spidalieri torna in scena con un disco pulito, coerente, maturo come “Il segno dell’acqua”, dove la parola cantata si arricchisce di un suono e di una melodia perennemente in cerca di eleganza. Puntata dunque fatta di cantautori.
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Trans Europe Express
In questa ultima puntata del 2022 diamo voce a due progetti di voci che al rock devono molto, al blues forse qualcosa di più. Spazio alla voce del cantautore Andrea Gioè, braccio armato del MEI per un saluto di fine anno che ci traghetta subito tra le righe di Davide Corneli in arte Mezzalibbra, nuovo cantautore abruzzese che da poco ha pubblicato il singolo “Pagine”, e qui il blues trova la sua normale evoluzione pop italiana. Spazio alla voce di Giordano Sangiorgi, anima e padre del MEI che ci ricorda quanto è stato ricco e florido questo anno nonostante la grande crisi imperante. E ci introduce subito al secondo ospite: voce e anima dei DESMA, parleremo con Emanuele Torri. Fuori il nuovo singolo “Fuori dal tempo” e qui al rock si chiede tanto, anche quella radice antica di mestiere artigiano.
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Trans Europe Express
Due vinili che ci arrivano da Santeria e da quel certo lavoro immaginifico che dal suono conduce ai film. Primo ospite, un piacere ritrovare l’amico Antonio Gramentieri, il Don Antonio che con i The Graces sforna un disco come “Colorama”, strumentale eccetto per il singolo “Cinque minuti di te” con la voce di Daniela Peroni scritture cinematica, visionarie, in bilico tra il vintage e quel gusto roots di pensare comunque alla forma canzone. E poi navighiamo a vista con le nostre di “Anguille”, l’ultimo disco dei Comaneci. Al telefono con noi l’anima portante, Francesca Amati. La sua voce dentro le pieghe di un suono folk di visioni internazionali, apolidi, piccoli preziosi che cercano e poi trovano anche il coraggio di osare. Un disco che sembra liquido e privo di forme, infinito dentro le sue tante visioni.
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