Robert Santana, affermato autore di opere del terrore, affitta una villetta in una località di mare per dedicarsi alla stesura del suo nuovo romanzo. In quel luogo calmo e tranquillo, però, sono avvenute vicende raccapriccianti…
Il primo lungometraggio di Marco Cerilli si riallaccia già dalla trama a numerose pellicole del passato, alle quali viene reso omaggio con citazioni, rimandi o allusioni durante tutto il film. L’elenco sarebbe lungo, e ogni spettatore appassionato di horror e thriller coglierà suggestioni e riferimenti che riporteranno alla memoria altri titoli. La casa (relativamente) isolata teatro di fatti spaventosi, personaggi sinistri, adoratori del demonio, donne seducenti dal comportamento bizzarro, la vicinanza del mare, lo scrittore in cerca di ispirazione: questi gli elementi principali al centro della narrazione.
“La Casa del Sabba” non si limita, tuttavia, a innescare collegamenti e/o a onorare alcuni maestri dei generi citati. Cerilli ha realizzato un’opera godibile, e grazie al suo tocco personale è riuscito a evitare l’“effetto fotocopia”.
Punto debole del film è forse la poca naturalezza della recitazione, ma bisogna riconoscere che l’attore Marco Aceti, nella parte di Santana, è riuscito a dare vita a un personaggio che conquista la simpatia del pubblico.
Non mancano sequenze in cui “paura” e “mistero” vengono stemperate da una componente umoristica, o situazioni risibili, ma è probabile che siano scelte deliberate (ironia e spirito beffardo hanno caratterizzato non poche pellicole del terrore; basti pensare a quelle d’antan di Mario Bava).
Tra i pregi di “La Casa del Sabba”, le atmosfere di tanto in tanto oniriche, l’uso misurato del macabro, e qualche “ardita” scena di nudo (in barba al perbenismo e al politically correct che da tempo dilagano sui nostri schermi). Peccato non si siano sfruttati maggiormente gli interni della villetta, i cui ambienti spogli mostrati nel film rimangono abbastanza anonimi.
Tenuto conto del tempo brevissimo impiegato per le riprese (una decina di giorni), e del budget contenuto per ultimare la lavorazione, l’opera di Cerilli è tutt’altro che dilettantesca, e costituisce un riverente atto d’amore per un tipo di cinema che oggi possiamo solo rimpiangere. Per questo motivo, e per il fatto che “La Casa del Sabba” non cade sterilmente nel nostalgico, ne consigliamo sinceramente la visione
Articolo del
05/01/2022 -
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