Scritto e diretto da Stefano Salvati, “Sono Solo Canzonette” è il documentario dedicato al grande cantautore napoletano che andrà in onda mercoledì 19 febbraio in prima serata ripercorrendo la vita (anche la più intima) dell'artista controcorrente e inarrestabile, dagli anni Sessanta a oggi, con interviste, concerti e contenuti inediti.
Nel racconto umano e musicale si inseriscono le voci di artisti, giornalisti e amici che hanno trovato in lui un punto di riferimento, artistico e ideologico, che riconoscono il valore e il talento di voce e musica fuori dal coro da Jovanotti a Paolo Conte, il fratello Eugenio, Mogol, Ligabue, Marco Giallini, Max Pezzali, Neri Marcorè, Leonardo Pieraccioni, Clementino, Dori Ghezzi, Alex Britti, Leo Gassmann. Ad impreziosire la narrazione, gli interventi di Carlo Massarini, Giancarlo Leone, Paolo Giordano e Stefano Mannucci.
Un documentario atteso ed intenso, dedicato a un personaggio iconico della musica italiana: Edoardo Bennato. Un artista a tutto tondo, a volte controverso, che da subito si è fatto riconoscere per i suoi testi pungenti e incisivi, che deridono personaggi di spicco, così come fazioni politiche di ogni genere. La sua indole ribelle convive con un'anima da sognatore e una passione per l'universo delle favole, da Peter Pan a Pinocchio, fino ad arrivare al Pifferaio magico, Bennato riesce a descrivere in maniera unica e straordinaria il mondo in cui viviamo.
Le prime immagini sono quelle dello Stadio San Siro il 19 luglio 1980. Non era mai successo prima nella storia della musica che un artista si esibisse in 15 stadi di seguito nel giro di un mese. Gianni Minà insegue Edoardo Bennato lungo il tragitto verso il palco di San Siro nella data conclusiva di questo tour da record. "Ho paura che non si divertano e che io non mi diverta", risponde Bennato. Scena successiva. Riflettori accesi, stadio gremito, Bennato imbraccia la chitarra ed emozionato si avvicina al microfono: "Voi mi vedete su un palco, con l'adesione di tanta gente attorno tra gli applausi e pensate che io sia sempre io, in ogni circostanza sicuro di me. Invece vi assicuro, ve lo confesso, ho un sacco di paure, perplessità, di dubbi, né più né meno. Questa è una canzone di speranza". E parte L'isola che non c'è. Inizia con queste immagini il grande racconto della carriera di Edoardo Bennato nel documentario Sono Solo Canzonette.
Nell'ottica di ribellione rispetto ai canoni della musica italiana degli anni '70 e '80, Bennato ha iniziato a utilizzare musica classica 'rossiniana' nei suoi pezzi punk/rock, adeguandoli in un connubio 'improbabile' a quei tempi, ma definendo quella originalità che ben viene rispecchiata nel documentario. Influenzato da grandi del rock e del pop, Bob Dylan in primis, e dalle sonorità della musica mediterranea e partenopea, Edoardo Bennato ha creato uno stile del tutto personale, quello "bennatiano". Un Peter Pan "impertinente", allergico a ogni etichetta, un sovversivo della musica, un provocatore che ha scritto e composto assoluti capolavori diventati pietre miliari della musica italiana; canzoni che ritroviamo nel lungometraggio nelle versioni live e colonna sonora, frammenti di musica che si contrappongono ai dialoghi, trattati in modo attento e scrupoloso, tante testimonianze di chi ha subito il fascino e l'influenza dello stile di Bennato
Articolo del
13/02/2025 -
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