Si è concluso da pochi giorni l'Iceland Airwaves Festival, e sono già in vendita i biglietti per la prossima edizione, dal 6 al 9 Novembre 2020!
Si tratta di uno dei moltissimi festival che hanno luogo in Islanda, in questo caso a Reykjavík. Cadendo nei primi giorni di Novembre, fa parte di quegli eventi che cercano di distrarti dall'inesorabile avanzata dell'oscurità nei mesi invernali. E diciamo che ci riesce abbastanza!
Iceland Airwaves prevede venues ufficiali accessibili con wristband, ma anche una miriade di altri eventi connessi (musicali e non) sparsi per la città, che si trasforma in una giostra animatissima nella quale è possibile saltare da un concerto all’altro, da un genere all’altro, da un bar all'altro, schivando i turisti e i monopattini a velocità supersonica. Reykjavik e' una città minuta di 120.000 persone circa, (come dicono qui “the smallest big city in the world) e questo zigzag è possibile a piedi.
Con mia grande commozione (ricordando disgraziate ore romane nel traffico, liti per un parcheggio, file infinite agli ingressi e ai banconi del bar), le serate fluiscono senza intoppi o intralci alcuni. < Le colonne portanti della musica a Reykjavík come Kex Hostel, Dillon Whiskey Bar, Gaukurinn, Hard Rock Cafe, Iðno, Gamla Bíó, Harpa, Valshöllin, ospitano gli eventi più importanti e attorno ad essi, ex chiese, musei, ristoranti, hall di alberghi e negozi di dischi si trasformano in palchi di tutto rispetto, ognuno con il suo stile e la sua atmosfera. Sono le off venues e offrono esibizioni di artisti meno conosciuti, o concerti più brevi dei nomi più conosciuti, gratuitamente.
In tutto questo fermento, c’è spazio anche per gli addetti ai lavori che hanno modo attraverso incontri, talks e sessioni di networking, di venire a contatto con artisti sia locali che internazionali. La fitta maglia musicale islandese accoglie idee, proposte, creatività, ingrandendosi e diventando sempre più ricca, vivace ed interessante.
Gli islandesi sono conosciuti per fare spesso le cose all’ultimo momento, quando proprio non possono più evitarlo: invece poi se vogliono, riescono a organizzarsi bene e così si può godere di un buon festival e della buona musica, in modo semplice, onesto ed autentico.
Foto: Rauður Live @ Lucky Records
Articolo del
25/11/2019 -
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