A 12 anni di distanza dal primo disco è uscito Wordless Song, ultimo disco che porta la firma dei due maestri chitarristi Fabio Zeppetella ed Umberto Fiorentino. Un progetto in cui fuoriesce il senso melodico di due grandi artisti e che allo stesso tempo apre la strada alla musica elettronica senza tradire mai le proprie radici mediterranee e lasciando spazio all’improvvisazione. Quest’ultimo lavoro è stato pubblicato dall’etichetta Emme Record Label: Umberto Fiorentino ha raccontato ad Extra Music Magazine questa nuova avventura
Cominciamo l'intervista parlando subito del disco Wordless Song che esce a 12 anni di distanza dal precedente "Temi Variazioni e Metamorfosi". Ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Extra Music Magazine? Quando con Fabio abbiamo deciso di tornare a registrare insieme abbiamo valutato le varie scelte che potevamo prendere. La prima era sicuramente discostarci dal primo disco. Più o meno si è parlato di fare un disco che sviluppasse a modo nostro alcuni temi della musica classica, come quello di registrare qualcosa di completamente improvvisato, oppure fare un disco di standard. Abbiamo provato a registrare alcune di queste soluzioni, ma alla fine abbiamo scelto di fare un disco di composizioni originali, in una forma che oscilla tra la forma canzone e gli standards, con l’aggiunta di alcuni brani, alla quale abbiamo dato la funzione di interludio
Come dicevamo sono passati 12 anni dal disco precedente. Cosa è cambiato nel tuo modo di concepire la musica e soprattutto di comporla? Il mio modo di pensare alla scrittura musicale è cambiato negli anni, alcune cose sono rimaste le stesse: continuo ad essere affascinato dal suono. Forse ho acquisito un maggior “mestiere”, nel senso che componendo riesco ad arrivare prima a quello che voglio. Almeno in parte Quali sono, dunque, le differenze tra questo disco Wordless Song ed il precedente? La differenza sostanziale consiste che il primo disco era un omaggio a Jim Hall, c’era un’architettura che prevedeva per ogni brano un tema, una variazione e una più libera metamorfosi
Con Fabio Zeppetella vi conoscete da moltissimo tempo e sappiamo bene che musicalmente e umanamente vi stimate moltissimo: un feeling che è nato da subito? Direi proprio di sì. Ci siamo subito stati simpatici, avevamo in comune l’amore per il jazz e per la chitarra, unito a un costante bisogno di scherzare su tutto, in modo direi quasi estremo
Come nasce quindi la vostra collaborazione? (Hai qualche aneddoto da raccontarci a riguardo) Mi contattò Federico, un fratello maggiore di Fabio, per fare un concerto con loro e con un batterista, non ricordo se a Terracina o a Latina. Facemmo un bel numero di prove, poi finalmente venne il giorno del concerto. C’era molta gente ma molti entrarono senza pagare. Alla fine guadagnammo una cifra molto ma molto simbolica. Avremmo dovuto capire qualcosa, invece…
Wordless Song è un disco in cui spicca anche l'utilizzo dell'elettronica: un valore aggiunto, secondo te, anche in ambito jazzistico? Penso proprio di sì, è ancora attuale, basta ascoltare molte produzioni di oggi La ricerca melodica ci è sembrata comunque un tratto distintivo del disco: una caratteristica che accomuna entrambi? Si, Fabio ha una dote naturale grandissima in questo. Io spesso vado altrove, ma non in questo disco
Anche se è un momento difficile concludiamo guardando al futuro. Avete già qualche idea nuova per quanto riguarda nuovi progetti che farete insieme? Sperare come tutti che finisca presto questo periodo. Non sarà semplice mettersi alle spalle questo tempo, ma dobbiamo e vogliamo farlo. Tutto il resto verrà di conseguenza
Articolo del
26/04/2020 -
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