WWW (Whatever We Were) è il nuovo singolo dei Keemosabe, uscito venerdì 19 novembre per UMA Records/Skeleting Enterprise. Dopo un’estate trascinata dal singolo Hey Brother, in un inedito sodalizio musicale con il calciatore dell’Inter e della nazionale olandese Stefan De Vrij, culminato con la copertina della playlist di Spotify Rock Italia, la band torna con un brano che invita a seguire la propria voce interiore, anche quando il mondo sembra remare contro. Suoni oscuri e sfumature elettroniche inedite per il gruppo accompagnano il messaggio dei Keemosabe, in un inno a credere alle proprie sensazioni, a sentirsi liberi, ad allontanarsi dalle cattive influenze. In un mondo in cui la critica è a portata di clic, la band invita a seguire la propria strada: la spensieratezza non è una cosa immediata né facile, ma uno sforzo da perseguire ogni giorno cercando di guardare anche al passato con occhi nuovi, spesso più oggettivi Com’è stato lavorare con Stefan De Vrij in “Hey Brother”? Da cosa è nata l’idea di una collaborazione con un calciatore, unendo il mondo del calcio e la musica? Che dire. Lavorare con Stefan e un mondo molto lontano da noi come può essere il calcio per tre ragazzi che con fatica calciano un pallone dritto in porta, è stata un’esperienza fortissima. Come abbiamo detto molte volte in questi anni di attività con la band, adoriamo collaborare ed Hey Brother è stata la conferma di questa nostra necessità profonda e vera. Avevamo tante iniziative che sono state bloccate dalla pandemia, specialmente sul fronte live. Sicuramente in futuro completeremo questo progetto e lo coroneremo con un concerto degno di nota. Da Stefan abbiamo imparato che la passione, la serietà, la costanza e la professionalità portano a compiere opere grandi e lontane dalla propria immaginazione. Vedere un Top Player del Calcio suonare il pianoforte nella stessa sala di incisione, scambiarsi un sorriso d'intesa e riascoltare la take in studio di registrazione con Tommaso Colliva e le persone che hanno creduto in questa idea folle è stata un’emozione che ci porteremo dietro con gioia. Ci ha dato la carica per scrivere nuovo materiale che non vediamo l’ora di far ascoltare e condividere con il mondo. La forza del brano si lega all’immediatezza e la genuinità di voler produrre musica sfondando ogni tipo dì barriera immaginabile
Da cosa nasce “Whatever We Were”? È un brano autobiografico? Cosa avete intenzione di comunicare? WWW - così chiamiamo il nostro nuovo singolo - rappresenta uno squarcio, un cambiamento brutale per il nostro progetto. Ci siamo molto affezionati al brano, perché letteralmente comunica uno statement fortissimo: “tutto quello che eravamo, non lo siamo più”. Sicuramente è una libera espressione autobiografica, ma il brano porta con sé un messaggio molto più profondo e palese. Viviamo una contemporaneità che è cambiata per tutti, stiamo passando un periodo di rottura immenso a cui tutta l’umanità è partecipe. Siamo testimoni di una storia che per molto tempo ci porteremo dietro e che sta segnando soprattutto le generazioni più giovani con effetti devastanti. Cantiamo di una morte simbolica che è legata strettamente con la necessità di libertà, rinascita e autodeterminazione. Questo è il nocciolo dei teschi che vedete nelle nostre copertine!
Come siete arrivati alla consapevolezza di volervi autoprodurre? Abbiamo sempre amato produrre musica. Sia per noi stessi, sia per altri artisti. Sono ormai diversi anni che abbiamo la fortuna di collaborare con molte persone e da poco tempo abbiamo aperto il nostro studio al pubblico (ne vedrete delle belle!). Scrivere, produrre, arrangiare, suonare, sono la nostra passione più viva, l’energia portante che ci ha spinti a fare sacrifici, ad andare all’estero a studiare e vivere in prima persona la scena musicale che ci piace e che ci influenza maggiormente. Onestamente, in passato non abbiamo mai avuto la strumentazione e il coraggio di sfornare musica completamente prodotta da noi stessi. WWW segna un nuovo capitolo più maturo e sincero di noi KEEMOSABE. Abbiamo abbandonato la paura di non essere abbastanza e i condizionamenti nel dover sempre affidarci ad una voce esterna. Essere eccessivamente autocritici sul nostro lavoro non ci ha mai resi completamente liberi. Ora percepiamo una ventata di leggerezza che auguriamo a tutti i lettori che possano essersi trovati nella nostra stessa situazione
C’è stata una svolta elettronica con questo ultimo singolo: è una sperimentazione oppure potrebbe essere l’inizio di un nuovo percorso della band? Potrebbe come non potrebbe. Spesso ci siamo sentiti dire che facciamo musica diversa e con tante influenze. In passato questo commento ci ha segnati e abbiamo ricercato tantissimo per trovare una strada che potesse etichettare la nostra musica. Ma poi sinceramente è arrivata l’illuminazione - “e quindi?” Prima dì essere musicisti siamo persone che vivono la contemporaneità. In un mondo che si sposta sempre più verso la fluidità e la globalizzazione noi siamo un po’ stufi di etichette, generi e cliché. Vogliamo semplicemente fare bella musica, diversa e con qualcosa di nuovo da dire. Crediamo che la diversità è la ricchezza del mondo e ci spaventa molto la necessità di incasellare ogni opera come un prodotto da scaffale. Ora ci piace particolarmente l’elettronica e stiamo lavorando in quella direzione, ma abbiamo già scritto molti altri pezzi con un vibe completamente diverso. Love it or hate it!
Quali sono le vostre referenze musicali? Chi di voi scrive i brani? Siamo ottimi colleghi. Ognuno con delle caratteristiche e competenze diverse, ma ci stimiamo molto e questo ci permette liberamente di creare, scrivere e produrre insieme o separati. Alby scrive più di tutti, Andre addomestica il suono e Seb se ne esce con qualche idea strampalata da cui nasce sempre qualcosa. La verità è che quando siamo insieme con gli strumenti in mano si crea la magia. Potremmo parlare di referenze musicali per giorni, abbiamo una playlist condivisa in cui si trova di tutto. Siamo molto esterofili, ma seguiamo il fermento della scena italiana sempre con ammirazione e interesse. Ricollegandoci alla domanda di prima, i nostri idoli sono gli artisti che si mettono alla prova e sperimentano con uno storico di brani che non annoia per diversità - amiamo da Bowie a Kanye West ed è veramente arduo stilare una lista con uno spettro di ascolti così ampio. Ci sono artisti che sentiamo vicini alla nostra musica per certi periodi come i Foals, i Queens of the Stone Age, ma anche John Mayer e i Tame Impala o Purple Disco Machine
Potremo sentirvi dal vivo prossimamente? Abbiamo concentrato tanta energia nel creare il nostro studio di registrazione. Ora che è ultimato e che abbiamo una base da cui partire con le nostre produzioni, sì, torneremo dal vivo con una voglia matta di spaccare il palco. Nasciamo come band live e i nostri concerti sono il cuore del progetto, quindi a breve ci faremo sentire e vi aspettiamo sotto al palco o sul palco - virus permettendo. Grazie mille del vostro tempo e per averci permesso di raccontarvi del nostro progetto! Yours truly, KEEMOSABE
Articolo del
19/11/2021 -
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