Feudalesimo e Libertà impera nel nostro feudo giornaliero. E noi ne siamo contenti. La community che ad oggi raccoglie oltre 700 MILA sostenitori (anche detti vassalli secondo noi), da tempo si rivela grandiosa anche in veste rock… veste che conosciamo con il nome di Bardomagno e che approda proprio in questi giorni ad un secondo disco di inediti in studio dal titolo “Li bardi son tornati in locanda”. Il “neo-volgare” di sangue medievale è un linguaggio che sanno sfoggiare per denunciare e fare critica sociale alle assurde e paradossali dinamiche che viviamo ogni giorno, alle abitudini, alla deriva di impoverimento a cui assistiamo non solo con indifferenza ma anche con complicità. E tutto questo, con somma intelligenza (perché altrimenti non sarebbe possibile), si mostra ironico, irriverente e a tratti geniale. Ascoltare per credere. Che poi, alla fine della fiera, parliamo di un disco dalla produzione davvero importante. E ridete pure amici, ma qui non si scherza per niente…
Bentornati in locanda ragazzi. Alcova che poi rimanda alle tante locande della canzone, dai Folk Studio alle osterie bolognesi. Oggi potrebbero anche essere i partiti politici. Voi ci siete tornati per quale scopo? Allegoria di voler ritrovare il volgo quotidiano? Non creiamoci false illusioni.. Non c è ideale, ideologia, fermento o religione che tenga: noi siamo tornati in locanda per un solo motivo: bere. Dopo anni di restrizioni, DPCN (Decreti Peste Corrodente Nera) e variazioni sul tema, avevamo bisogno semplicemente di sana cervogia o ippocrasso e un giaciglio dove digerirli con calma, e la Locanda non è nient'altro che questo. Lo nostro novello silloge celebra quindi il nostro ritorno discografico, dopo 4 anni dall'uscita del primo "VOL 1.", ma anche una dichiarazione d'intenti: intendiamo ubriacarci in ogni locanda italica, possibilmente in compagnia dei nostri affezionati sodali. Chi ci ama ci segua.
Dietro le mille ironie intelligenti diciamo apertamente che questo è un disco sociale in tutto e per tutto. Secondo voi la musica oggi ha ancora un peso specifico in tal senso? Oppure è comunque un mero intrattenimento? La domanda è ridondante messere: anche se fosse mero intrattenimento, non svolgerebbe comunque un ruolo sociale, ossia quello di far passare un pò di ore di evasione al proprio ascoltatore? Bisogna per forza essere "seri" per avere un peso sociale? Qualunque sia la risposta, noi non amiamo ergerci a ruoli che non ci appartengono: ci accontentiamo nel nostro piccolo di divertire i nostri ascoltatori, il resto non sta a noi valutarlo.
Curiosi delle 3 cover finali in stile medievale ovviamente. Perché proprio queste scelte? Cosa vi lega a queste canzoni? E la scelta ovviamente non poteva che essere su base pop… Beh partiamo dall'ultima, "Federico II c'è". Questa canzone è nata dall'esigenza di voler fare chiarezza su un fatto storico troppe volte mistificato: Costanza D'Aragona non era la nipote di Mubarak. "Hanno Ucciso Carlo Magno", pone anch'esso un interrogativo storico fondamentale: ci hanno detto che Carlo Magno è morto di morte naturale, ma è andata veramente cosi? O potrebbe essere stata tutta una ricostruzione volta a far vincere la guerra fredda ai Franchi, con l'aiuto di documenti falsi e foto fasulle fatte da Stanley Kubrik?. Carlo Magno non è mai stato sulla luna! L'ultima "Drakkar Special", è un inno alla mobilità sostenibile del futuro: invece di usare combustibili fossili, si potranno usare combustibili cittadini: ossia i villaggi a cui i Norreni danno fuoco quando viaggiano con le loro Drakkar. Ce lo chiede la Norrena Greta Thunberg.
Straordinaria come sempre la produzione. I cori su tutti direi. Come si è svolta? Accorgimenti particolari? Questa volta abbiamo avuto modo di registrare i cori e le voci con più calma e dedizione nei Brianza Operosa Studios, gli studi personali di Abdul. In questo modo è stato possibile dedicarsi di più agli arrangiamenti e registrare le voci con più dedizione.
Che poi il disco spazia anche dentro diversi generi e qui i complimenti per aver evitato la monotonia. Ma dalla vostra anche l’uso di strumenti della tradizione? Abbiamo scelto di spaziare usando un collante unico: lo rock menestrellare et feudale, accoppiando arrangiamenti contemporanei a strumenti un più caratteristici e storici come cornamuse, flauti, clavicembali e Bouzouki / Cittern. Non abbiamo avuto pretesa di essere per forza filologici, ma di provare a creare questo mix funzionalmente al nostro obiettivo: favellare lo verbo dello Imperatore, in fede ghibellina imperitura.
Articolo del
23/11/2022 -
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