I musicisti sono poeti che non scrivono parole ma note. Nieztsche affermava che “la vita senza musica sarebbe un errore”, per il filosofo tedesco è l’unica arte in grado di raggiungere l’animo umano con un linguaggio universale. Anche il padre della filosofia Socrate, attribuiva alla musica il grande valore delle forme più elevate del pensiero, perché la musica arriva da dentro, dalle tue emozioni, dalle tue passioni, dai tuoi stati d’animo, dal tuo valore, e attraverso la sua creazione, il suo ascolto, il suo apprendimento si può raggiungere la parte più profonda di noi stessi: la nostra essenza. Studiare una disciplina musicale come la musica classica, in questo caso attraverso il più intellettuale degli strumenti, il pianoforte vi darà la bellissima possibilità di esprimere non solo la vostra libera creatività, ma acquisire e aumentare l’intelligenza logica ed analitica, la cosa molto interessante sta nel fatto che la musica ha una profonda natura matematica, quindi studiarla è semplicemente una di quelle attività che potenzierà le vostre capacità cognitive, oltre la percezione e l’espressione più intensa dei sentimenti umani.
Alla luce di queste affermazioni e delle conoscenze più recenti, abbiamo chiesto un parere a chi la musica la esegue, la compone e la trasmette, con una forza e una sensibilità estetica più vasta e bella. Oggi abbiamo avuto il piacere di incontrare tra una lezione e l’altra il Maestro Luigi Mascherpa, Pianista, Compositore e Docente presso diverse realtà didattiche milanesi tra cui il C.S.C. del Teatro Carcano di Milano diretto dal M°Aldo Masella Grazie ad una formazione completa e culturalmente profonda raggiunta sotto la guida di prestigiosi insegnanti, tra cui spicca il M°Alberto Colombo, uno dei più autorevoli didatti e concertisti del panorama musicale italiano, abbraccia le sue esperienze musicali connesse all’insegnamento e alla pratica pianistica a favore dei suoi allievi, insieme alla tante possibilità che la tastiera racchiude quando chi insegna sa trasmetterle
Lei ha un grande amore per l’insegnamento. Cosa significa per lei trasmettere ad altri la passione per la musica? Secondo il suo giudizio qual è la qualità centrale che grazie alla musica cresce e resta per tutta la vita L’insegnamento per un musicista di formazione accademica rappresenta un aspetto importante della sua professione. Trasmettere conoscenza penso sia meraviglioso a qualsiasi livello se fatto con serietà e amore; è un atto di altruismo, di generosità, una condivisione nella quale si può instaurare un rapporto speciale da entrambe le parti. Farlo attraverso la musica ritengo possa esserci un valore aggiunto rispetto ad altri campi del sapere, proprio per la dimensione poliedrica e trascendente che le appartiene, abbracciando contemporaneamente importanti aspetti razionali e creativi imprescindibili, unitamente ad una vena di spiritualità che ho sempre avvertito nell’arte musicale di qualità. Vivere in prima persona la musica credo possa potenzialmente donare a chiunque molte cose e a vari livelli ma allo stesso tempo poco; dipende da noi, dal nostro mondo interiore e da come ci poniamo di fronte ad essa. Imparare un’arte, indipendentemente dal livello di studio, non significa imbottire il nostro cervello di nozioni; certo ci sono molte cose da sapere, ma lo scopo è quello di imparare a far vivere emotivamente un aspetto razionale di base ben acquisito, ossia trasformare le note di uno spartito, che di per se potrebbero dire ben poco, in un’espressione artistica che coinvolge diverse facoltà mentali e sensibilità personale in uno stretto connubio edificante. Infatti, il pianista che interpreta un brano della letteratura musicale rivolge la sua attenzione in diverse direzioni che vanno dalla piena acquisizione tecnica del Pezzo, alla comprensione del linguaggio usato, al fraseggio, all’interpretazione delle indicazioni agogiche e dinamiche richieste, alle sonorità da ottenere … il tutto con l’intento di riflettere la volontà artistica del compositore nella luce di quella sensibilità e istintività individuale che sono un tramite fondamentale. Questa breve descrizione può facilmente far capire come una felice e coerente espressione artistica sia la sintesi di diverse componenti direttamente correlate a doti analitiche, immaginative unitamente ad un innato senso estetico. Per coloro che dedicano professionalmente tutta la propria vita a quest’arte, queste qualità crescono e si trasformano insieme a loro sino all’ultimo respiro; per chi invece ha avuto un’esperienza temporanea, forse bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati, probabilmente tutti loro in qualche modo godranno dell’impronta fascinosa di una bellezza impalpabile che li accompagnerà per sempre: riconoscerla e viverla è senz’altro una qualità
Parliamo un po' della sua attività didattica a distanza ai tempi del Corona Virus, com’è andata? Il dramma della pandemia ha imposto repentini cambiamenti per favorire il proseguimento della didattica in genere, introducendo anche in ambito musicale lo svolgimento delle Lezioni Online, come del resto hanno fatto anche i Conservatori di Musica per diversi mesi, facendo addirittura gli Esami su piattaforme dedicate. Grazie alla tecnologia, unitamente ad una pronta quanto precisa organizzazione introdotta sin da gennaio 2020, ho intrapreso un percorso che mi ha permesso di affrontare questo periodo molto complesso in maniera efficace e soddisfacente. Infatti, gli esiti positivi riscontrati mi hanno indotto a contemplare stabilmente nell’attuale palinsesto dei miei Corsi, unitamente alle Lezioni in presenza preferibili per diversi motivi, l’opzione delle Lezioni Online che offre agli studenti di qualsiasi età una possibilità più aderente al mutato stile di vita odierno, evitando spostamenti, ottimizzando il proprio tempo e facendo Lezione ovunque essi siano, persino fuori città o durante una vacanza!
Occorrono diversi anni per imparare il pianoforte, quali sono quindi le qualità indispensabili, a lungo termine? Se si riferisce agli allievi che fanno un percorso accademico, sicuramente doti musicali in primis e importanti capacità volitive. Ma vorrei sottolineare un aspetto importante, ovvero che tutti e dico tutti, al di là di ogni reale attitudine personale, possono imparare a suonare il pianoforte vivendo un’esperienza importante che possa avvicinarli concretamente alla musica, non solo come semplici ascoltatori bensì come protagonisti di un’esperienza che, persino in una visione hobbistica e al di là di ogni riscontro più o meno felice, offra loro un’occasione intimamente preziosa per la quale serve una sola qualità: l’amore per la musica e per questo strumento!
Cosa significa insegnare ai ragazzi di talento? Significa gioia e grande condivisione! Naturalmente sono gli allievi che ogni Maestro vorrebbe avere perché, dove ci sono spiccate doti pianistiche e musicali, il riscontro artistico dello studente lievita e parallelamente la soddisfazione e l’orgoglio dell’insegnante. Paradossalmente è tutto più semplice per il Maestro di buona formazione, perché si trova di fronte un terreno fertile e pieno di vitalità artistica da plasmare e far vivere senza bisogno di alcuna alchimia didattica di comodo, trasferendo la parte importante del suo sapere artistico in percorso ricco di entusiasmo per entrambi
La musica classica è considerata dagli adolescenti noiosa, a favore delle tendenze più attuali. Quale sarebbe secondo lei il modo migliore per avvicinare i giovani alla misteriosa classica? Credo che il mondo della cultura stia regredendo e questo non per fare ampollosi discorsi cattedratici, ma purtroppo è così; l’istruzione in genere sta compiendo un percorso involutivo. I Grandi del passato, dalla letteratura, alla pittura, alla scultura, alla musica, rappresentano una sorgente culturale immensa e di grande bellezza, spesso messa in disparte dimenticando quanto sia importante per la formazione intellettuale di ognuno di noi, anziché favorirne un sereno approccio privo di pedanti cristallizzazioni controproducenti ma lontano da vacue omologazioni odierne. Dico sempre ai miei allievi, di qualsiasi età ed estrazione, di ascoltare tutta la musica, dalla classica alla moderna, senza imposizioni e pregiudizi; è una semplice quanto accorata esortazione a non escludere, è l’invito a donarsi la possibilità di aprire la propria mente verso quel prezioso passato che ci appartiene e da cui proveniamo
Che genere di limitazioni ci sono, per i quali oltre non si può andare ad imparare il pianoforte da adulti, vuole farci chiarezza? Qualsiasi essere pensante con dieci dita, indipendentemente dall’età, può studiare il pianoforte prefiggendosi ovviamente degli obiettivi di personale soddisfazione in una visione equilibrata. Un individuo che all’età di cinquant’anni si accinge allo studio di questo strumento potrà sicuramente imparare a suonare, avere soddisfazione e divertirsi, ma non farà molto probabilmente il concertista, almeno in questa vita! In questi casi è importante la guida esperta dell’insegnante affinché l’allievo “un po’ attempato” possa essere introdotto nel miglior modo allo studio del pianoforte, evitando ridondanze accademiche demotivanti, ma permettendogli al tempo stesso di acquisire quegli elementi indispensabili al buon esito di un percorso didattico che, seppur alternativo, non eluda gli aspetti fondamentali, sia teorici che tecnico - musicali, ottenibili attraverso una “sana creatività didattica” dell’insegnante; quest’ultimo può altresì avvalersi oggigiorno, con la dovuta attenzione critica, di un ampio ventaglio editoriale comprendente testi appositamente creati per questa tipologia di studenti. Con esplicito riferimento alla mia esperienza di insegnante, posso dirle di aver felicemente riscontrato da un paio di decenni a questa parte un numero sempre più crescente di allievi adulti, peraltro molto interessati e motivati nei confronti del pianoforte per il quale nutrono molto interesse ed entusiasmo
Oltre alla musica classica i suoi la sua didattica si orienta anche verso la musica moderna o altri generi musicali? Assolutamente si! Oggi, anche dove c’è una didattica d’impronta classica ritengo sia importante rinnovarsi e offrire delle alternative favorendo una visione allargata. Nei Corsi di Pianoforte contemplo anche indirizzi alternativi che si orientano su altri generi: la Musica da Film (Morricone, Nyman, Tiersen ecc), la Musica pianistica contemporanea (Einaudi, Allevi, Gullotto ecc.), la Musica Leggera italiana e internazionale immortale ed anche la Musica moderna. Infatti molti allievi, pur dimostrandosi interessati al pianoforte, non sono propensi ad approfondire gli studi classici oltre un certo punto, quindi questa ulteriore possibilità repertoriale rappresenta un percorso di studio di grande interesse per loro e assolutamente non privo di crescita musicale. Inoltre, ho creato diversi Progetti didattici mirati, tra cui ne citerei due: Singer Training, un Corso multidisciplinare creato per dare una formazione musicale completa ai Cantanti di musica moderna, quindi riguardante tutto ciò che, al di là dell’aspetto strettamente vocale, è importante conoscere: la Teoria musicale, il Pianoforte complementare, Fondamenti di Armonia, Lettura - Interpretazione - Realizzazione Pianistica dello Spartito di Musica Moderna, Tecniche di accompagnamento; SongWriting Composer che si propone di fornire agli allievi un bagaglio di conoscenze tecnico-musicali indispensabile al futuro Compositore di musica moderna o Cantautore, affinché possano sfruttare al meglio la loro naturale ispirazione, approdando a quest’area della musica in modo più consapevole, supportati da una buona conoscenza di base
Ho letto che esiste un apprendimento creativo libero da spartiti e regole esecutive scritte, per esempio suonare ad orecchio può rappresentare un’attività utile e divertente da utilizzare anche nello studio del repertorio classico? Provengo da seri studi accademici svolti per mia fortuna sotto la guida di prestigiosi maestri che non solo mi hanno insegnato il Pianoforte e la Musica; essi mi hanno anche trasmesso i profondi significati che vivono in essa e solo comprendendoli si possono dedurre facilmente i percorsi consoni per raggiungere un obiettivo di conoscenza che non deve essere necessariamente un Diploma di Conservatorio, ma anche solo un felice traguardo amatoriale. Come già accennato, il Maestro attento può tracciare la via in molti modi, creando percorsi didattici alternativi, l’uso di testi dedicati, repertori non solo di musica classica, insomma si può cambiare la coreografia ma il “buon cammino” verso la musica scorre dentro argini ben precisi. L’orecchio è indubbiamente un aspetto molto importante nell’educazione musicale, esso va coltivato in quanto rappresenta uno strumento di osservazione e analisi percettiva fondamentale nello studio, sia da un punto di vista tecnico che musicale ed è strettamente connesso con la qualità di un’interpretazione pianistica. Ma per ottenere un risultato strumentale che abbia un qualche valore, anche solo di personale soddisfazione, ritengo si debba partire da pochi e precisi presupposti, evitando approcci intrisi di inutili leggerezze ludiche. Meritano un discorso a parte i Corsi di propedeutica musicale per i bimbi molto piccoli a partire dai 2 anni che, se fatti bene, propongono giochi musicali di vario tipo per stimolare la percezione ritmica, la riproduzione con la voce d’un disegno melodico ed altro, ma eviterei un qualsiasi approccio al pianoforte in un contesto del genere. Dalla mia esperienza, ritengo che i metodi da lei citati siano spesso lo stendardo di un approccio molto commerciale e d’immagine spesso privo di buona sostanza, come molti aspetti vacui e di sola apparenza della vita odierna. Nella mia esperienza personale ho insegnato ad una folta schiera di allievi, facendo suonare persone dai 5 ai 92 anni senza traumi e con un percorso che, sebbene in molti casi distante da pretese accademiche, attingeva sempre pur con flessibilità e le necessarie scorciatoie, ai postulati di una didattica tradizionale sicuramente costruttiva e di questo ne ho sempre avuto riscontro concreto
Le pongo la mia domanda di rito; qual è il suggerimento che i suoi genitori le hanno dato per sostenerLa nella vita? In realtà, nessun vero suggerimento diretto. Le dirò che non ho mai avuto vita facile, sia per tragiche e tumultuose vicissitudini familiari durante la mia gioventù, sia per la mia natura vulcanica un po’originale; potrei definire allegoricamente la sorgente da cui provengo: “il diavolo e l’acqua santa”. Mio padre, fedele alle sue visioni austere, voleva demolire la mia vitalità artistica, ma non ce l’ha fatta; mia madre invece, è sempre stata una grande sorgente d’amore per la vita, di energia e sensibilità umana, oltreché sostenitrice delle mie passioni artistiche. Ancora oggi, quasi novantenne, è la mia prima spettatrice ma non solo nelle mie esibizioni pubbliche: ieri, mentre studiavo la Ballata n°1 di Chopin sul mio Bluthner a coda, è entrata silenziosa nel mio Studio e si è seduta sul divanetto in stile ‘800 in fondo alla stanza, per ascoltarmi, ancora una volta … quando dopo quell’ultimo accordo ho alzato il capo, mentre scorgevo i suoi occhi vitali incorniciati in un dolce sorriso eloquente, mi ha detto: “la musica è la tua vita, l’ho sempre sentito e per questo ti ho sempre appoggiato …” Grazie!
La musica classica ha una profondità che arriva da lontano, e come tale ha bisogno di essere accolta e scoperta con la massima apertura del cuore, della mente, e dell’animo. Avvicinare un figlio al mondo della musica non è solo un’opportunità di formazione intellettuale, ma un atto d’amore che apre le porte alla sensibilità verso se stessi ed il mondo che ci circonda
Articolo del
19/02/2023 -
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