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SITRA
Eclettico, digitale, di rinascite e consapevolezze
di
Domenico Capitani
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Si intitola “Eclettica” questo primo EP a firma di Alessandra Del Grosso che per la cronaca discografica si firma SITRA: siamo di fronte ad un pop che non cerca la trasgressione o chissà quale futuristica invenzione. Invece si gioca profonde carte di personalità anche dentro un suono curato nei dettagli, in bilico tra i cliché di sempre e qualche buona soluzione digitale. Nella direzione artistica a lavoro con Mauro Zotti. E da qui si dipana un suono a cullare liriche e video che si muovono leggeri su tanti piani personali.
Mi colpisce la dimensione della danza, del corpo... nei video che troviamo in rete direi che è il puto centrale. Perché? Ho scelto la danza per raccontare il disco anche visivamente e amplificare il messaggio emotivo.
E nell'allegoria di vita che il ballo e la danza portano con se... tu raccogli concetti di "affidarsi" o di "fiducia" o magari di "sfida" che la propria personalità non venga soffocata? Il tema della fiducia verso l'altro e verso se stessi per poter crescere è presente ed è cardine in quanto nodo cruciale su cui ho lavorato per, appunto, crescere e "rinascere" più coerente con me stessa.
Il suono in tutto questo? Hai scelto la via del pop digitale che tanto sembra avere colori inglesi... non trovi? Ascolto tanta musica differente ma senza dubbio le mie sonorità preferite appartengono alla storia della musica pop inglese. "Eclettica" nasce come disco autobiografico, e per ogni brano ho costruito un vestito emotivo e sonoro su misura.
Una produzione che firmi praticamente da sola. Citi l'aiuto di Mauro Zotti. Che confronto e incontro c'è stato con lui? Mauro è la persona di cui mi fido maggiormente sia per un feedback tecnico che artistico, abbiamo studiato insieme e suoniamo insieme da tempo. Quando si scrive un disco da soli ci vuole più tempo per riascoltarsi ma ci vuole soprattutto almeno una seconda testa di riferimento nei momenti di down e dubbio.
Una produzione compatta e coerente: non hai pensato che avere soltanto il "tuo punto di vista" potesse in qualche modo "soffocare" la direzione del suono? Come a dire: ballare da soli invece che in coppia? No. Almeno in questa fase di scrittura di "Eclettica" ho avuto la necessità di rinchiudermi in stanza per raccontarmi e mettermi alla prova. È stato un momento di studio, ricerca personale, narrazione autobiografica nella scrittura e nella produzione... è un disco che non ho voluto condividere molto.
Dal vivo come suona questo disco? Il disco suona con set elettronico.
Articolo del
05/06/2025 -
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